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Data: 27/03/2019
Testata giornalistica: Il Centro
L'ex dirigente di Cialente farà l'assessore. Il sindaco ritira le dimissioni e ingaggia Fabrizi nella nuova giunta. Entrano anche Taranta, Bergamotto, Aquilio e Ferella. Il monito di De Matteis: «Basta interventi spot». Il gruppo consiliare di Fratelli d'Italia torna a suonare l'ennesima sveglia. E sollecita misure a sostegno delle attività commerciali del centro storico

L'AQUILA Una mattinata concitata, iniziata con le dimissioni dell'assessore Alessandro Piccinini, proseguita con la conferenza stampa del capogruppo di Fratelli d'Italia Giorgio De Matteis, diventato una spina nel fianco dell'amministrazione, e finita con il ritiro delle dimissioni del sindaco Pierluigi Biondi e la presentazione della sua nuova giunta.Una scelta che se da un lato ha rinsaldato il suo legame con la Lega, dall'altro ha provocato la rottura con Forza Italia, o meglio con Nazario Pagano, che ha parlato di un rapporto di fiducia giunto al "capolinea", e qualche pesante scucitura nei rapporti con Insieme per L'Aquila. Biondi si è presentato sorridente alla conferenza stampa convocata "d'urgenza", seguito dai pochi reduci della sua prima giunta e dagli assessori freschi di nomina. Un rapido cenno ai 10 milioni per il riequilibrio del bilancio «che» ha detto, «arriveranno nelle casse del Comune col decreto che sarà portato all'attenzione della Conferenza Stato-Regioni prima della firma del ministro Salvini». Ma il tutto dovrà passare, ha poi chiarito Biondi, attraverso una necessaria proroga, da parte del governo, per l'approvazione del bilancio preventivo».Un passaggio necessario per poi arrivare alle vere ragioni che lo avevano spinto a dimettersi, a quei difficili rapporti in seno alla sua maggioranza che, però, non sembrano migliorati. Il «doveroso ringraziamento ai partiti e alle forze politiche in consiglio comunale che», ha aggiunto facendo posto al presidente della Regione Marco Marsilio, «anche mettendo da parte legittime ambizioni personali mi hanno dato la possibilità di presentare una giunta autorevole. L'Aquila e questa amministrazione erano davanti a un bivio ed era fondamentale dare il segnale che la politica sa aprirsi alla società civile». Quindi la presentazione del suo esecutivo, non prima però di aver ringraziato «l'amico e fratello Alessandro Piccinini, «l'assessore che con grande senso di responsabilità si è tirato indietro». Una giunta costituita da quattro donne e cinque uomini, e con qualche inaspettata new entry. In giunta sono così approdati, in quota Lega, Daniele Ferella e Fabrizio Taranta, in sostituzione degli uscenti Luigi D'Eramo ed Emanuele Imprudente di cui hanno ereditato le deleghe. Raffaele Daniele (Udc), nominato due settimane fa vicesindaco, avrà tra le altre, le deleghe al commercio, al bilancio e alle politiche delle entrate. Confermata la presenza in giunta, con qualche cambio di deleghe, di Monica Petrella e Carla Mannetti, mentre Francesco Cristiano Bignotti manterrà i suoi precedenti incarichi. Nell'esecutivo fanno il loro ingresso Fabrizia Aquilio, avvocato cassazionista e già capo di gabinetto dell'allora sindaco Biagio Tempesta, e Fausta Bergamotto dirigente del servizio affari legali della presidenza del Consiglio dei ministri. Alla prima Biondi ha affidato turismo, contenzioso, avvocatura e rapporti internazionali; all'altra il personale, le partecipate, la valorizzazione del patrimonio.E poi la sorpresa che porta il nome di Vittorio Fabrizi, ex dirigente del Comune oggi in pensione. A lui, a cui Biondi ha "confessato" di aver fatto una corte spietata per poterlo avere in squadra, sono andate deleghe "pesanti", quali la ricostruzione privata, le opere pubbliche il patrimonio e lo sport.Più leggero, rispetto a qualche mese fa, il carico di deleghe che Biondi ha mantenuto per sé: programmazione e gestione del programma Restart, cultura, piano strategico rapporti con enti, istituzioni e università, nonché la sanità. «Era fondamentale» ha ripetuto il sindaco, «aprire alla società civile. Un fatto simbolico, ancor prima che sostanziale con cui si concretizza l'impegno di persone che non hanno mai fatto politica nella loro vita e che pure sono in grado di trovare la voglia, la forza di mettersi a disposizione in una fase cruciale come quella che sta vivendo il territorio». Ma per Biondi questo che verrà non sarà un periodo facile. Le tensioni nella maggioranza, quelle che lo avevano spinto due settimane fa a dimettersi, sono ancora lì. Gli ex forzisti fin troppo delusi, e la stessa Forza Italia decisa a rompere ogni rapporto con questa sua giunta. Una spaccatura, quella annunciata dal senatore forzista Nazario Pagano, che apre anche la questione della presidenza del consiglio comunale sulla cui poltrona c'è oggi Roberto Tinari. Resta da capire, infatti, alla luce della "sortita" di Pagano, cosa deciderà di fare l'esponente aquilano di Forza Italia.Il primo cittadino, infatti, potrebbe ritrovarsi ad avere un presidente del consiglio di minoranza. A meno che non si arrivi alle dimissioni, che appaiono piuttosto improbabili, alla sfiducia o a un approdo verso lidi più "tranquilli".

Il monito di De Matteis: «Basta interventi spot». Il gruppo consiliare di Fratelli d'Italia torna a suonare l'ennesima sveglia. E sollecita misure a sostegno delle attività commerciali del centro storico

L'AQUILA Il ritiro delle dimissioni di Biondi e il rimpasto di giunta non placano i malumori del gruppo consiliare di Fratelli d'Italia. Ieri, il capogruppo Giorgio De Matteis e i consiglieri Ersilia Lancia, Marcello Dundee e Berardino Morelli, affiancati anche dall'ex assessore comunale Corrado Ruggeri, hanno tenuto una conferenza stampa - fissata un'ora dopo quella di Alessandro Piccinini e un'ora prima di quella convocata da Biondi - per suonare l'ennesima sveglia alla maggioranza e chiedere un cambio di passo nell'azione amministrativa, a cominciare dal problema del sostegno alle attività produttive e commerciali del centro storico. «Per ridare ossigeno ai commercianti», ha detto De Matteis, «non si può più andare avanti con interventi-spot. Serve una pianificazione strategica e un approccio sistemico. Il primo passo da fare deve essere l'approvazione del nuovo Piano commerciale: quello vigente», ha spiegato l'esponente di Fd'I, «è ancora quello del 2002. Doveva rimanere in vigore 3 anni, ne sono passati 17. Così rischiamo di fargli fare la stessa fine del Piano regolatore. Ma non si può fare un nuovo Piano commerciale senza mettere mano anche alla programmazione urbanistica, alla viabilità e ai parcheggi. Sono settori strettamente legati tra loro. L'urgenza dei parcheggi c'era anche quando ci siamo insediati. Finora ci sono state solo enunciazioni, ma il problema non è stato risolto. Occorre dare risposte subito, i parcheggi sotterranei non possono essere una soluzione perché ora che verranno realizzati saranno passati 10 anni. Nel frattempo le attività commerciali saranno tutte sparite». De Matteis non ha risparmiato nemmeno il dimissionario Piccinini: «Non si può annunciare l'istituzione di un tavolo di confronto sul commercio e poi dimettersi due giorni dopo. I commercianti non possono essere chiamati solo quando decidono di protestare. Bisogna avere un'attenzione costante verso di loro». Per questo Fd'I ha chiesto l'istituzione di un tavolo permanente, chiamando a partecipare tutte le associazioni di categoria, alcune delle quali erano presenti alla conferenza stampa (Fiva Confcommercio con Alberto Capretti e Confcommercio Abruzzo con Celso Cioni). «Non ci sono più alibi», ha detto De Matteis. «Abbiamo anche soldi da spendere. Per le attività produttive ci sono i fondi del 4%, 219 milioni di euro. Il Cipe finora ne ha approvati 115 e assegnati 68. Come si stanno spendendo? Non si sa. Anche qui, serve una strategia, una programmazione integrata e una cabina di regìa. Invito il presidente Marsilio e l'assessore Febbo a nominare il prima possibile il rappresentante della Regione al Cipe. È la Regione il tramite con il governo che eroga le somme, anche se poi sono i Comuni a dover presentare i progetti».

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