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Pescara, 23/07/2024
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Data: 28/03/2019
Testata giornalistica: Il Centro
Università, esplode la lite sulla possibile Fondazione. I sindacati contrari alla trasformazione dell'ateneo: scatta la diffida ad andare avanti. Il rettore: Cgil, Cisl e Uil dicono cose che non ho mai detto e le registrazioni lo provano

CHIETI Era a Roma il rettore della d'Annunzio Sergio Caputi, a contrattare più soldi in busta paga per i dipendenti universitari, quando gli viene consegnata una nota sindacale che lo manda su tutte le furie. La nota è di Cgil, Cisl e Uil e fa riferimento a un incontro sindacale che si è svolto lunedì scorso sulla possibilità di trasformare la d'Annunzio in Fondazione. E il rettore non crede ai suoi occhi: «Il comunicato contiene palesi falsità», commenta, «sostiene cose che io non ho detto nel corso dell'incontro. E posso dimostrarlo: perché tutti gli incontri istituzionali di questo genere di prassi vengono registrati. Metto sin da ora a disposizione la registrazione per chi volesse sapere cosa si è veramente detto nel corso del vertice». LA VERSIONE DEI SINDACATI. «Relativamente al progetto non abbiamo ricevuto alcuna documentazione, ma se l'intenzione è quella di trasformare la d'Annunzio in Fondazione privata, come già evidenziato nel corso della riunione, le scriventi organizzazioni sindacali manifestano la loro ferma contrarietà», dicono Cgil, Cisl e Uil nella nota data. «Con la trasformazione in fondazione si assisterebbe a una vera e propria privatizzazione dell'ateneo, con il rischio del trasferimento dell'intero patrimonio, anche quello immobiliare, a un soggetto privato (la Fondazione). Ciò rappresenterebbe un elemento di particolare gravità in quanto il patrimonio dell'università appartiene alla collettività che l'ha finanziata attraverso la fiscalità generale». Ma quello che spaventa i sindacati è che il personale, a loro dire, non resterebbe più pubblico: «Il personale diverrebbe dipendente della Fondazione senza più certezze sul contratto». E poi c'è la questione delle tasse universitarie, che «l'ateneo potrebbe fissare a sua discrezione». I sindacati concludono con la «diffida» agli organi di ateneo a portare avanti il progetto. LA REPLICA DEL RETTORE. Ma Caputi non ci sta a far passare cose che assicura di non aver mai detto. «Ho detto proprio il contrario di quello che i sindacati sostengono», dice, «ho assicurato che strapperò il progetto nel caso che si prevedesse una privatizzazione dell'università e nel caso i dipendenti pubblici dovessero diventare privati». L'ingresso del privato è stato ipotizzato al massimo con una quota minimale che andrebbe dal 5 e il 10%. «Non manderei mai avanti la legge così com'è», assicura il rettore. «La prenderei in considerazione solo se è possibile applicarla per ciò che risulta essere davvero utile, come la possibilità di usare in maniera diversa i fondi privati e quella di assumere le 200 persone della cooperativa Leonardo».

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