Screma screma, il ballottaggio alla fine sarà tra Carlo Masci, eterno aspirante sostenuto con forza dal coordinatore regionale di Foza Italia Nazario Pagano, e Marcello Antonelli, ex capogruppo azzurro appena approdato sotto le insegne del Carroccio. Fuori dalla partita per la scelta del candidato sindaco del centrodestra tanto Fratelli d'Italia, che in Abruzzo ha già ottenuto molto, sia gli altri nomi delle terne proposte da Lega e Forza Italia. Ma nulla, dicono le voci che rimbalzano dal tavolo nazionale, sarà deciso prima di domani, quando sarà sciolta la riserva sul Piemonte, dove a maggio si voterà per presidente e consiglio regionale. Il boccone più ghiotto è dunque lo sfidante di Sergio Chiamparino, soprattutto nella prospettiva di scippare l'ultima roccaforte del centrosinistra al nord. Salvini e i negoziatori di Berlusconi, Tajani e Gasparri, battaglieranno fino all'ultimo sui nomi di Damilano e Cirio. Poi, soltanto poi si parlerà dei capoluoghi al voto, perché la casella Piemonte è talmente pesante da comportare come contropartita l'intero blocco dei Comuni maggiori, fatti salvi quelli già assegnati (Foggia e Bari a Forza Italia) o già opzionati (Firenze e Ascoli alla Lega).
LO SCHEMA TORINO
Anche se le possibilità sono cinquanta e cinquanta, un lieve vantaggio pescarese per Forza Italia potrebbe derivare dalla pendenza giudiziaria che grava sull'euro parlamentare Alberto Cirio, che in piena campagna elettorale piemontese potrebbe incappare in una condanna invalidante per l'intera coalizione. Questo dicono i boatos romani, facendo forza anche sul forte interesse di Salvini per Piemonte e per Firenze, Comune di alto valore simbolico.
Altro discorso è come si giunge alla scrematura della rosa di nomi, fino ai due duellanti finali. Sul fronte Lega appare problematica l'opzione Vincenzo D'Incecco, fresco di elezione in consiglio regionale. Lui, comprensibilmente, nicchia sia per motivi economici, sia per la difficoltà politica di giustificare un cambio radicale di obiettivo a poco più di un mese dalle elezioni politiche. Ancor più complicato, per paradosso, appare insistere sulla figura civica della preside Donatella D'Amico, che pure conta sul gradimento di Giancarlo Giorgetti, grande decisore del Carroccio. Pescara è Comune complesso per un non politico, e il clima nel centrodestra anche in caso di vittoria non è tale da assicurare al sindaco eletto una navigazione serena. Resta Antonelli, nonostante la tardiva conversione al verde della Lega. L'ex capogruppo azzurro è stato in effetti tra gli oppositori più tenaci dell'amministrazione Alessandrini ormai al capolinea. Sarebbe stato un candidato ideale per Forza Italia, in assenza della cambiale di Pagano a vantaggio di Masci. L'endorsement del coordinatore regionale sembra aver trovato le sponde giuste nei negoziatori Tajani e, soprattutto, Gasparri. Anche se le porte per Luigi Albore Mascia, e in misura minore per Eugenio Seccia, non sono del tutto chiuse, sarà obiettivamente difficile scalzare Masci se la casella pescarese si tingerà di azzurro. L'ultima carta in mano ai competitor interni è la proposta di un sondaggio ragionato sui tre possibili candidati, che la società Tecnè garantisce di poter eseguire in pochissimi giorni. Resta, alla fine il paradosso di uno scontro fra azzurri mascherato da derby Lega-Forza Italia.
LA RISPOSTA
Sull'altro fronte, il Pd continua la ricerca di esponenti della società civile. L'ultimo nome sondato, dopo l'imprenditrice Deborah Caldora, è quello di Enzo Fimiani, storico, direttore della biblioteca dell'università ed esponente dell'Associazione partigiani.