LANCIANO «Il trasporto ferroviario è davvero all'anno zero come denunciato dai pendolari che parlano di disservizi quotidiani, come la mancanza di un biglietto unico bus e treni Tua, ritardi, mancate coincidenze, condizioni igieniche precarie di treni e bus, indisponibilità delle biglietterie, stazioni come quella di San Vito-Lanciano dove manca tutto. Devono intervenire il presidente della regione Marco Marsilio e il sottosegretario ai trasporti Umberto D'Annuntiis». È l'appello alla Regione che rivolgono Carmine Ranieri, della Cgil Abruzzo Molise e Franco Rolandi della Filt Cgil Abruzzo Molise dopo la protesta, giovedì mattina a Lanciano, del comitato dei pendolari, che rappresenta centinaia di studenti e lavoratori che viaggiano sulla tratta Termoli-Pescara tra disservizi enormi, a partire dall'acquisto del biglietto, tra biglietterie chiuse e mancanza di ticket unici bus-treni, fino al problema di arrivare in orario a lavoro e tornare a casa in tempi decenti. «Una decina di giorni fa abbiamo messo in risalto la drammatica situazione in cui si trovano la rete infrastrutturale e il trasporto ferroviario di Abruzzo e Molise», dicono i sindacati, «puntando l'indice sia sull'enorme gap che ci separa dal resto d'Italia ma anche sulle ricadute che comporta sugli utenti, come dimostrano i numeri». In Abruzzo dal 2011 al 2017 c'è un calo di viaggiatori del 39,9% , tagli ai servizi del 9,6%, vetustà del materiale rotabile (17,7 anni), aumenti tariffari del 25,4%, soppressionedi 100 corse treno nei primi otto mesi del 2018. Si ha poi l'82% delle tratte su binario unico che in molti casi si traduce in forzate riduzioni e limitazioni di velocità. «Emblematica la tratta San Vito.Lanciano», riprendono Ranieri e Rolandi, «gestita da Tua/Sangritana sulla quale da quasi un anno, per disposizione dell'agenzia nazionale per la Sicurezza delle ferrovie (Ansf), è scattata la limitazione della velocità a 50 km/h e il distanziamento a un'ora fra un treno e l'altro nello stesso senso. Questo porta a ritardi, mancate coincidenze e anche al ricovero obbligatorio dei treni nella stazione disabilitata e impresenziata di San Vito-Lanciano. Chiediamo l'intervento della Regione».