Il sindaco Pierluigi Biondi ha parlato di «battaglia vinta»: «Senza quei fondi l'unica strada possibile sarebbe stata quella di aumentare tasse e tributi locali: un atto che non avrei mai compiuto». Il riferimento è ai famigerati dieci milioni per il riequilibrio del bilancio comunale frutto di minori entrate e maggiori uscite dal post sisma il cui mancato stanziamento avrebbe spinto lo stesso primo cittadino, unitamente alla crisi di maggioranza, a presentare le sue dimissioni, lo scorso 14 marzo. Un atto ritirato con contestuale presentazione della nuova giunta il 26 marzo. In quella sede Biondi, riferendosi ai soldi, aveva parlato di «notizie confortanti» in arrivo da Roma. Ieri dal conforto si è passati alla certezza: sono stati infatti prorogati i termini per consentire al Comune l'approvazione del bilancio di previsione, dal 31 marzo al 30 giugno 2019 e la settimana prossima verrà pubblicato in Gazzetta Ufficiale il cosiddetto Decreto Catania con i 10 milioni. L'ha confermato Vito Crimi, sottosegretario con delega alla ricostruzione, intervenuto ieri al convegno su fragilità e ricostruzioni che l'Ance giovani nazionale ha organizzato all'Emiciclo. Non senza una stoccata al sindaco: «I 10 milioni ci sono, c'erano e ci saranno nel Decreto» ha detto il sottosegretario, motivando i ritardi con la necessità «di coordinare lo stanziamento con lo Sblocca cantieri che conterrà norme applicabili nei crateri, in particolare per accelerare la ricostruzione pubblica». Crimi, però, ha tenuto a precisare che «è evidente che il contributo a copertura della maggiori spese e delle minori entrate andrebbe gradualmente ridotto: lo si è fatto nel 2016, nel 2017 e nel 2018, con una sforbiciata di 2 milioni l'anno fino ad arrivare agli attuali 10, si è deciso di non farlo per il 2019, ma ciò non deve far dimenticare che bisogna attivarsi per riequilibrare il bilancio, gradualmente lo ribadisco, ma con costanza». Insomma: dal 2020 tagli certi.
IL DIBATTITO
Ance giovani ha incentrato la riflessione sul tema delle risposte alle emergenze, sulla mancanza di una formazione sulla catastrofe. «Il Decreto Etna - ha voluto chiarire Crimi - è stata l'occasione, per i miei uffici, di mettere mano alle norme, individuando quelle positive che dovranno essere dunque replicate tramutandosi in patrimonio per il futuro; si è trattato di un esercizio utile che ci permetterà, finalmente, di poter lavorare ad un codice unico delle ricostruzioni». Presenti tutti i vertici Ance: il vice presidente nazionale Edoardo Bianchi, quello dell'Aquila Adolfo Cicchetti, quello dei giovani L'Aquila Giordano Equizi, quello giovani Abruzzo Andrea De Leonibus e Regina De Albertis, presidentessa nazionale giovani. E poi responsabili degli uffici speciali Raffaello Fico e Salvo Provenzano, il presidente dell'Ordine degli ingegneri Pierluigi De Amicis, il presidente dell'Osservatorio Nazionale Infrastrutture di Confassociazioni Stefano Cianciotta. In platea, il sindaco Pierluigi Biondi, la deputata Stefania Pezzopane, l'ex sindaco Massimo Cialente, l'ex presidente del Consiglio regionale Giuseppe Di Pangrazio.
L'ALLARME
Edoardo Bianchi ha detto che «ci vorranno anni per riparare i danni: tra una o due generazioni avremmo messo a posto L'Aquila e in sicurezza il territorio». Per la De Albertis «tanto è stato fatto, ma tanto ancora c'è da fare. Le risorse ci sono, è assurdo non utilizzarle per lungaggini o burocrazia».