E' l'avvocato Carmine Ciofani l'uomo indicato ieri dal Pd al tavolo di via Lungaterno per la candidatura a sindaco del centrosinistra. Ulivista e prodiano, «ma il mio faro era Arturo Parisi» precisa lui, già candidato alle Politiche nel 2001 e alle regionali del 2008, ha risposto alla chiamata offrendo la propria disponibilità a misurarsi alle amministrative pur consapevole del vento che soffia a favore della Lega e del centrodestra. Per paradosso, proprio questa circostanza gli avrebbe dato lo stimolo ad accettare: «Mi intristisce il pensiero che Pescara possa finire in mano a una Lega che trasferirà fuori regione gli interessi del nostro territorio, dico che non è giusto e lancio perciò un appello all'elettorato di centrosinistra: è il momento di dimostrare senso di responsabilità» ha detto l'avvocato. La sua dichiarata disponibilità a correre da sindaco deve però superare l'avallo della coalizione. Non a caso lo stesso Ciofani ha subordinato il suo sì all'approvazione di tutte le componenti e sono già note le resistenze, comprensibili peraltro, di Gianni Teodoro che si aspettava una figura più rispondente all'identikit del candidato ideale, l'uomo capace cioè di compattare lo schieramento e di raccogliere consensi tanto al centro quanto in periferia per puntare a un successo insperato. Identikit che sembra cucito addosso allo stesso Teodoro, in verità: quest'ultimo ieri ha abbandonato il tavolo ed ha concesso altre 24 al Pd per convergere su un altro nome. Altrimenti ognuno per la propria strada. Identica posizione potrebbe essere assunta da Donato Di Matteo, che i boatos danno in avvicinamento a Carlo Costantini, candidato sindaco in apparenza gemello di Ciofani, visto il suo analogo percorso politico, quasi un doppione. Per oggi e domani sono previste consultazioni nella speranza di ricucire le alleanze tra Pd e civiche.
PD SVUOTATO
In altre parole, affondata in partenza l'ipotesi di un Alessandrini bis, il tavolo politico a trazione dalfonsiana ha mostrato i limiti di un Pd incapace di produrre classe dirigente all'altezza per guidare la città, a differenza di un centrodestra che semmai ha avuto problemi opposti, visto l'imbarazzo della scelta tra big del calibro di Masci, Albore Mascia e Antonelli. Scelta che ha infine premiato Masci e scontentato un Antonelli diventato leghista in extremis, nella speranza di assicurarsi l'appoggio di Salvini. Alla resa dei conti la Lega ha preso Firenze lasciando Pescara a Forza Italia e, a sorpresa, lasciando anche Ascoli a Fratelli d'Italia. Masci l'ha spuntata ed ha espresso ieri su Facebook la propria grande soddisfazione: «Oggi è un giorno felice per me, ho il cuore pieno di commozione... Quale onore per me essere stato indicato da Forza Italia, su segnalazione dell'amico Nazario, e scelto da tutta la coalizione di centrodestra come candidato sindaco di Pescara. La mia città, che amo visceralmente più di ogni altra cosa. Mi farò in quattro per essere all'altezza del compito che mi è stato affidato...».
Salvo altri colpi di scena, tre avvocati sulla scena politica da più di vent'anni Ciofani, Masci e Costantini, sfideranno la giovane Erika Alessandrini del Movimento 5 Stelle impegnata nel tour nei quartieri: ieri il confronto con i cittadini di San Donato e Fontanelle, oggi sulla riviera nord dalla Madonnina alle Naiadi: «Il calore della gente è eccezionale» ha commentato Erika con in mano appunti di lamentele e richieste della gente.