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Pescara, 23/07/2024
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Data: 03/04/2019
Testata giornalistica: Il Centro
Scontro su Sclocco sindaco. Ipotesi Legnini come paciere. Salta il vertice di coalizione dopo un incontro segreto tra esponenti Pd e Mdp. I dalfonsiani insistono su Ciofani. La sinistra chiede aiuto al consigliere regionale. Transfughi, il no di Lega e FdI irrita l'Udc.

PESCARA Il vertice di coalizione che doveva essere risolutivo per la scelta del candidato sindaco è saltato. Ieri pomeriggio, alle 18,30, nella sede del Pd di via Lungaterno c'erano solo i segretari provinciale e cittadino Enisio Tocco e Moreno Di Pietrantonio e gli esponenti di alcune liste civiche. Gli altri componenti del tavolo hanno disertato la riunione.
SALTA IL TAVOLO. «Si è trattato di un disguido», si è affrettato a dire Tocco ai giornalisti. Ma fonti bene informare rivelano di una riunione che si è tenuta qualche ora prima in Comune cui avrebbero partecipato una delegazione Pd, composta da Tocco, l'assessore Marco Presutti e l'ex assessore regionale Silvio Paolucci e i consiglieri Mdp-Articolo uno Carlo Gaspari e Stefano Casciano, per affrontare la questione del candidato sindaco. Mdp ha lanciato l'idea di far correre l'ex assessore regionale Marinella Sclocco, ma una parte del Pd continua ad insistere sull'avvocato Carmine Ciofani. E dall'incontro non è emersa una posizione univoca.Uno scontro politico che ha fatto saltare il successivo tavolo della coalizione. Il vertice è stato rinviato a domani pomeriggio, ma forse potrebbe subire un nuovo rinvio in attesa della riunione della direzione provinciale del Pd che si terrà venerdì.
DUE FAZIONI IN CAMPO. Il centrosinistra risulta, al momento, spaccato in due. Da una parte Mdp-Articolo uno e Sinistra italiana che propongono Marinella Sclocco, con il sostegno di una parte del Pd. Dall'altra, l'area dalfonsiana dei dem, contraria all'ipotesi di candidare l'ex assessore regionale, che insiste per far scendere in campo Carmine Ciofani indicato, secondo alcuni, proprio dal senatore Luciano D'Alfonso. E un accordo sembra alquanto complicato. A questo punto, la scelta potrebbe essere orientata su un altro nome in grado di ricompattare la coalizione. Nome che, per ora, non è venuto ancora fuori dopo i numerosi «no grazie» ottenuti dal gruppo di lavoro incaricato di trovare un candidato credibile. C'è chi non esclude l'ipotesi di una scelta interna al Pd e in questo caso i nomi spendibili sarebbero quelli dell'assessore Giacomo Cuzzi e del presidente del consiglio comunale Francesco Pagnanelli. Ma non è detto che l'ala sinistra della coalizione possa essere d'accordo.
IPOTESI LEGNINI. A questo punto c'è chi invoca una persona super partes che sia in grado di far uscire dal guado il centrosinistra. Non è un caso che ieri mattina il capogruppo di Mdp-Articolo uno Carlo Gaspari abbia telefonato al consigliere regionale Giovanni Legnini per chiedere la sua eventuale disponibilità a prendere in mano la situazione e a fare in un certo senso da paciere tra le due fazioni contrapposte.Il pericolo che corre il centrosinistra, del resto, è davvero alto. Se non si dovesse trovare un accordo sul sindaco, non è escluso che l'ala sinistra della coalizione si possa distaccare per presentarsi da sola con un proprio candidato. E anche la possibilità di recuperare Gianni Teodoro, che ha già annunciato di correre da solo per la carica di primo cittadino, si allontana sempre di più.

Transfughi, il no di Lega e FdI irrita l'Udc. La richiesta di escludere gli ex di centrosinistra crea malumori, ieri un summit dell'Unione di centro

PESCARA Non è passato inosservato il diktat giunto lunedì scorso dalla Lega e da Fratelli d'Italia di escludere dalla coalizione i transfughi del centrosinistra. Ieri sera, secondo indiscrezioni, si sarebbe tenuta una riunione nell'Udc, tra il coordinatore regionale Enrico Di Giuseppantonio e i tre consiglieri passati di recente dalle file del centrosinistra all'Unione di centro, Massimiliano Pignoli, Riccardo Padovano e Giuseppe Bruno.A richiedere l'incontro sarebbero stati proprio i tre consiglieri preoccupati per lo stop, giunto dai due partiti di centrodestra, che potrebbe compromettere la loro candidatura alle prossime elezioni comunali del 26 maggio o, addirittura, l'esclusione dell'Udc dalla coalizione di centrodestra. Padovano ha persino ritirato la sua candidatura a sindaco per allinearsi alla coalizione, che ha deciso di candidare Carlo Masci.Lega e Fratelli d'Italia, del resto, sono stati chiari. «Un paletto che riteniamo insuperabile», ha avvertito il commissario provinciale del Carroccio Gianfranco Giuliante, «è l'esclusione dalla coalizione di esponenti che hanno governato con il centrosinistra-amministrazione Alessandrini e in tal senso attendiamo dal candidato sindaco Carlo Masci una presa di posizione chiara, inequivocabile e che non possa dare adito ad interpretazioni, né a posizioni equivoche».Dello stesso tenore la nota di FdI firmata dai coordinatori regionale, provinciale e cittadino Etel Sigismondi, Stefano Cardelli e Roberto Carota e dai consiglieri comunali Alfredo Cremonese, Massimo Pastore, Guerino Testa e Fabrizio Rapposelli. «Fratelli d'Italia», hanno scritto, «non accetterà la presenza nella coalizione di quanti hanno governato nell'amministrazione di centrosinistra avallando scelte inammissibili, come il mercatino etnico, lo stadio così come pensato o l'area di risulta».

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