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Pescara, 23/11/2024
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Data: 04/04/2019
Testata giornalistica: Il Messaggero
I pilastri che si sgretolano. Prove di carico c'è una crepa nell'autostrada. Il ministro Toninelli: «È la certezza che avevamo ragione». I 192 milioni per la sicurezza: «Ci sono, mai in discussione»

BUGNARA Una microfessurazione che può rappresentare una crepa enorme nella vicenda della sicurezza dei viadotti autostradali. La lesione l'hanno certificata i tecnici del Ministero Infrastrutture e Trasporti (Mit) e quelli della Sapienza di Roma durante le prove di carico effettuate l'11 marzo scorso sul viadotto di Colle Castino, nel tratto teramano dell'A24. La notizia è stata rivelata ieri dal dirigente Mit, Placido Migliorino, in occasione del nuovo blitz del ministro Danilo Toninelli, stavolta per i controlli in corso sulle pile del viadotto Macchia Maiura, sull'A25, territorio di Bugnara. La microfessurazione del Colle Castino è stata accertata, come ha spiegato Migliorino, quando si è arrivati all'85% del carico previsto dalla prova , «ma verosimilmente si è creata già al 55%». «Questo dimostra ha detto il tecnico che il grado di approssimazione delle valutazioni fatte dalla società concessionaria (Strada dei Parchi, ndr) è da rivedere. La differenza tra quelle previsioni e i dati reali è un 60% degli spostamenti rilevati. Questo dimostra che il nostro non era allarmismo e abbiamo fatto bene a insistere. La presenza di una fessura crea decisamente un problema di durabilità della struttura, un fatto non previsto dalla concessionaria che, al contrario, sosteneva che fino al 100% del carico non ci sarebbero state fessurazioni».
RIVENDICATO
Toninelli ha ovviamente rivendicato l'insistenza sui controlli: «Sta cambiando tutto. Lo Stato torna a fare lo Stato andando a verificare e a fare sopralluoghi anche se la competenza sulla manutenzione resta dei gestori. Ci hanno detto di aver creato allarmismo. Oggi i dati scientifici ci dicono che abbiamo fatto bene perché le carte del concessionario dicevano che i viadotti stavano molto meglio di quanto i rilievi stanno dicendo». L'obiettivo, ribadito anche ieri da Bugnara, è quello di arrivare a creare un metodo scientifico per la valutazione della sicurezza dei viadotti.
Su quello di Macchia Maiura si sta facendo un lavoro diverso, questa volta sulle pile. Si analizzerà la tenuta della struttura, che versa in uno stato di ammaloramento, rispetto a una possibile scossa sismica. Ovvero quanto e in che maniera riesce a dissipare gli effetti di quella forza. Le verifiche proseguiranno dal 10-11 aprile su un paio di viadotti gestiti da Autostrade per l'Italia.
In questi giorni si è riaccesa inoltre, con veemenza, la polemica sui fondi per i lavori, i 192 milioni contenuti del decreto Genova e ancora non erogati. Strada dei Parchi sostiene che una parte è stata stornata per altri scopi. Toninelli ieri ha smentito seccamente: «I soldi per sistemare i viadotti della A24 e A25 ci sono. Me lo ha assicurato questa mattina (ieri, ndr) il ministro Tria. Non ci sarà necessità di un ulteriore decreto. La Ragioneria conferma l'esistenza dei 192 milioni. C'erano e ci sono». L'amministratore delegato della Strada dei Parchi Cesare Ramadori non ci sta e ha detto di essere in possesso di documenti che dimostrano che «di milioni in questo momento ce ne sono a disposizione solo 112, e che il decreto è stato rimandato indietro dal Ministero dell'Economia e Finanze, al ministero delle Infrastrutture, affinché lo corregga con parziale copertura finanziaria. Ad oggi la realtà è che i soldi non ci sono». «Noi abbiamo aperto otto o nove cantieri e con fondi propri - conclude Ramadori - È chiaro che se questa situazione si protrae dovremo prendere provvedimenti».
POLITICA
La politica ha cavalcato la questione. Il deputato pd Camillo D'Alessandro ha annunciato di voler portare la questione in aula: «Parte di quei fondi, oltre 80 milioni di euro, non ci sono più, usati per il Ponte Morandi. Non contesto la destinazione, ma il dilettantismo che fa danni incalcolabili». Stefania Pezzopane, deputata pd, ha dato a Toninelli del mago Silvan: «Riguardo la nota del Mef altro che cavillo contabile, si tratta di un macigno, come si legge bene nella nota a firma della direttrice generale, Loredana Durano, del 22 marzo e inviata proprio a Toninelli: mancano dunque gli 80 milioni».

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