La Procura di Napoli indaga su presunte infiltrazioni del clan camorristico dei Casalesi negli appalti della Rete ferroviaria italiana (Rfi ). Perquisizioni sono in corso, per ordine dei pm Antonello Ardituro e Graziella Arlomede, negli uffici romani della società e nei confronti del tre fra dirigenti e funzionari di Rfi.
I magistrati ipotizzano i reati di corruzione e turbativa d'asta. Altre perquisizioni, una quindicina, sono scattate fra Napoli e provincia e Casal di Principe, all'indirizzo di persone ritenute vicine a un gruppo imprenditoriale napoletano sospettato di legami con il gruppo Schiavone del clan dei Casalesi.
Al centro delle indagini c’è l’imprenditore di Casal di Principe Nicola Schiavone, di 65 anni, negli anni ‘90 processato e assolto nel primo processo Spartacus, da tempo trasferitosi a Napoli, con studi nel cuore della città. Le perquisizioni riguardano Massimo Iorani, già capo della Direzione acquisti di Rfi, l’ingegnere Paolo Grassi, dirigente di produzione che si occupa di appalti e Giuseppe Russo, che è dirigente del dipartimento di Napoli dei trasporti ferroviari, con sede a Gianturco. Il pool della Procura è coordinato dal procuratore aggiunto Luigi Frunzio. Le perquisizioni sono eseguite dai carabinieri di Caserta.
Nel primo pomeriggio Rfi commenta la notizia in una nota: "In relazione alle notizie riportate oggi dai media circa le indagini della Procura di Napoli, Rete Ferroviaria Italiana garantisce la piena collaborazione per lo svolgimento dei necessari accertamenti da parte degli inquirenti e conferma la propria fiducia nell'autorità giudiziaria. In base agli sviluppi delle indagini, RFI valuterà eventuali azioni a propria tutela".