Iscriviti OnLine
 

Pescara, 23/11/2024
Visitatore n. 740.932



Data: 05/04/2019
Testata giornalistica: Il Centro
Benessere, l'Abruzzo capitale del Sud. La speranza di vita in buona salute sale a 60 anni: la migliore del Meridione. Così la statistica premia la nostra regione

PESCARA L'Abruzzo è la regione del Sud dove si vive meglio. A rivelarlo è l'ultima indagine dell'Istat presentata lo scorso 2 aprile in audizione congiunta alle commissioni Bilancio di Camera e Senato, e riferita all'andamento degli indicatori di benessere equo e sostenibile per il 2019. Il parametro utilizzato si chiama "Indice di benessere economico sostenibile". È un modo diverso di analizzare in quale direzione sta andando la società, grazie a dodici indicatori della qualità della vita: dal reddito pro-capite alla criminalità, dal tasso di scolarizzazione all'abusivismo edilizio, fino alle emissioni di anidride carbonica. In Italia la sfida alla misurazione statistica del "Benessere equo e sostenibile", ha avuto inizio nel 2010 con un progetto congiunto Istat-Cnel, che si proponeva di definire e analizzare gli aspetti rilevanti della qualità della vita dei cittadini, nonché la sua sostenibilità tra le generazioni.AL TOP. Tutti gli indicatori dell'eccellenza concordano su un fatto: le province autonome di Trento e Bolzano presentano una condizione complessiva di benessere migliore rispetto a tutti gli altri territori.LE DIFFICOLTÀ. La più alta concentrazione di indicatori nell'area della difficoltà, invece, si registra in tre regioni del Mezzogiorno: Calabria, Sicilia e Campania. L'Abruzzo, con il 22,3% degli indicatori della difficoltà, e la Sardegna, mostrano un livello di benessere migliore rispetto alle altre regioni del Mezzogiorno. IL REDDITO. A livello nazionale, nel 2017 (l'anno preso come riferimento), il reddito medio era di 22.217 euro. All'interno di questo dato si nasconde una profonda diversificazione tra i vari territori italiani. C'è una bella differenza tra i 37mila euro della provincia autonoma di Bolzano e i 16mila della Sicilia, passando per i 22mila dell'Abruzzo. Si tratta, spiega l'Istat, di un dato "aggiustato", che comprende il valore dei servizi forniti dalle pubbliche amministrazioni, perché quello dichiarato e rilevato dall'Agenzia delle Entrate, sempre per il 2017 , per la nostra regione si aggira intorno ai 17mila euro. IN BUONA SALUTE. Questo indicatore non tiene conto dell'aspettativa di vita fine a sé stessa, ma degli anni in cui, mediamente, si resta in buona salute. In Abruzzo l'indicatore è in crescita, passando dai 55 anni del 2009 ai 60,6 del 2017. Escludendo la provincia di Bolzano (70 anni), il Trentino Alto Adige nel suo complesso (67 anni), la provincia di Trento (64), Friuli ed Emilia Romagna (61), siamo avanti rispetto a molti altri territori. La media italiana si ferma a 58 anni. Sotto si trovano Calabria (52), Basilicata (54), Sicilia e Sardegna (55) e Puglia (57). IL LAVORO. In Abruzzo, nel 2017, il tasso di mancata partecipazione al lavoro era del 21,3%. Un dato purtroppo in aumento rispetto al 15,1% del 2004 e al 13% del 2006, e superiore alla media italiana del 20,5% (in aumento di 5 punti), con una marcata connotazione di genere.Il fenomeno, infatti, interessa di più le donne (28,2%), a fronte di una media italiana del 24,5%. Significa che in Abruzzo quasi una donna su tre non lavora o non cerca lavoro. Il dato maschile si attesta al 15,9% (nel 2006 era il 9,8%), e stavolta è al di sotto della media nazionale ferma a l 17,3%

www.filtabruzzo.it ~ cgil@filtabruzzo.it