Tavolo politico congelato, o quasi, fino a lunedì. La candidatura a sindaco del centrosinistra a Pescara diventa un caso nazionale in casa Pd: a presiedere il comitato in via Lungaterno sarà lunedì Paola De Micheli, inviata da Zingaretti con il compito di dirimere il groviglio che ha determinato l'impasse e procedere all'individuazione di una figura che sia il più possibile condivisa tra le diverse anime del partito e che, soprattutto, possa risvegliare e concentrare su di sè l'interesse dell'elettorato. De Micheli non sarà da sola, se è vero che avrà al suo fianco Marina Sereni, a supportarla. L'invio di due esponenti della segreteria nazionale da Roma testimonia dell'attenzione che il neo segretario dem Nicola Zingaretti ha voluto dedicare al caso Pescara dopo le invocazioni di soccorso che gli sono arrivate.
L'intervento romano suona di fatto come un commissariamento degli organismi pescaresi, una sorta di altolà a un tavolo che ha suscitato mugugni perché considerato troppo a trazione dalfonsiana in un Pd che vorrebbe dare forma al nuovo corso targato Zingaretti, interpretazione che ha subito incontrato un fuoco di sbarramento dagli stessi delegati: «Nessun commissariamento da parte di nessuno» ha scritto Moreno Di Pietrantonio, convinto che «le decisioni che riguardano la città di Pescara verranno perse negli organismi locali preposti con la massima partecipazione e condivisione». «L'interpretazione di un commissariamento dato alla nota stampa di mercoledì non corrisponde né al mio pensiero né alla mia volontà, né tanto meno a quella dei dirigenti nazionali del partito» ha aggiunto Renzo Di Sabatino a nome del Regionale. Precisazione che gli è valsa il ringraziamento di Enisio Tocco, coordinatore provinciale Pd. Di fatto, a coordinare i lavori da lunedì saranno De Micheli e Sereni e qualcosa vorrà pur dire.
A sollecitare una partecipazione più ampia nella scelta del candidato sindaco era stato il giovane consigliere Pd Mirko Frattarelli, con un invito a rispolverare il modello Legnini e il campo largo. A Carmine Ciofani, che non riscontrando convergenze sul proprio nome ha revocato la disponibilità a correre a sindaco, è subentrata in scena Marinella Sclocco, ex Pd oggi vicina a Mdp-Articolo 1, sul quale la base dovrà pronunciarsi. Quale che sia la scelta finale, recuperare la compattezza della coalizione rimettendo insieme Pd, civiche e Teodoro è la difficile missione da compiere. Va in tal senso la nota diffusa ieri dalla consigliera Leila Kechoud a nome del coordinamento Piazza Grande, dalla quale ha preso le distanze il consigliere Piero Giampietro che pure ne fa parte: «... Con il supporto della segreteria nazionale che sicuramente potrà dare un contributo importante di autorevolezza ed equilibrio, riteniamo fondamentale che tutte le forze che hanno sostenuto la candidatura di Giovanni Legnini alle elezioni regionali siano pienamente coinvolte e partecipi, senza preclusioni e pregiudiziali. Invitiamo dunque la lista Teodoro e le altre espressioni civiche che hanno abbandonato il tavolo a tornare con pieno diritto e pari dignità... Bisogna ripartire dal profilo di candidato sindaco che era stato condiviso nel tavolo prima che prevalessero veti e forzature... per definire la candidatura più condivisa e più idonea».