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Data: 07/04/2019
Testata giornalistica: Il Centro
Marsilio: il governo è con noi. Presto più ingegneri e geologi. Il presidente della Regione a colloquio con Conte durante la fiaccolata della memoria. «Il premier ha capito i nostri problemi, compreso quello delle tasse da restituire»

L'AQUILA Il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, nonostante si sia insediato da cinque settimane (il 25 febbraio scorso), ha già le idee abbastanza chiare sulla ricostruzione dell'Aquila e dei comuni del cratere e quello che c'è da fare, sia per il terremoto del 2009, che per quelli del 2016 e 2017.Presidente, avete già espletato un bando con la Regione.«È stato quello per l'individuazione del direttore dell'Ufficio ricostruzione per il sisma Centro Italia. Spesso purtroppo si sovrappongono quello del 2009 e quelli del 2016 e 2017. L'ufficio aveva una composizione provvisoria ed è giusto che l'amministrazione dia stabilità».Nella conferenza Stato-Regione avete avanzato delle necessità da inserire nel decreto?«Abbiamo collaborato nella stesura della bozza e quello che vi potrà entrare in sede di conversione nel passaggio parlamentare. In Conferenza abbiamo avuto un confronto con il sottosegretario alla Ricostruzione, Vito Crimi, e con Angelo Borrelli, capo della Protezione civile, che hanno largamente condiviso il pacchetto-proposte che abbiamo elaborato. Nella speranza che questo decreto sia l'ultimo e che metta ordine e doti gli uffici della ricostruzione di personale sufficiente».La questione del personale è stato il tallone d'Achille finora della ricostruzione.«È tra le principali vicende da affrontare, quasi più importante di semplificazioni delle norme e delle deroghe o procedure speciali. Se gli uffici dei Comuni, del Genio civile, tutte le stazioni appaltanti, il Mibac per gli edifici tutelati, fossero dotati di personale sufficiente, si potrebbero mantenere anche le procedure ordinarie o con poche modifiche. Uffici che sono stati costituiti per esaminare poche pratiche al mese, non possono ritrovarsi con decide di migliaia di pratiche da smaltire. E poi c'è ci sono stati altri due terremoti, con i quali le pratiche da 1.700 rimaste del 2009, sono ridiventate 23mila. Occorre assumere contabili, avvocati, geologi, ragionieri, geometri, ingegneri. Il precariato non fa crescere le competenze. Il Mef dice che le assunzioni costano troppo, ma teniamo fermi miliardi della ricostruzione. Per non parlare del costo delle persone che non rientrano nelle loro case, con minori introiti per i Comuni».Ha percepito che ci sarà un cambio di passo da parte del governo, quindi?«Spero che il decreto raccolga queste nostre istanze. Crimi ha spiegato che bisogna giustificare le caratteristiche di necessità e urgenza: ma tra applicazione del decreto, conversione e entrata in vigore, stiamo parlando di altri tre mesi da aspettare prima che le norme diventino efficaci».Conte è stato in città per la fiaccolata del decennale. Avete parlato dei problemi?«Insieme al sindaco Biondi abbiamo detto al premier di avere apprezzato la presenza dello Stato. Poi abbiamo cercato di far capire al capo del governo le difficoltà del territorio. La prospettiva è quella di avere forze sufficienti negli uffici».L'ex governatore Chiodi ha detto che la fine dell'emergenza è stata dichiarata troppo in fretta.«Sono d'accordo con Chiodi. Si è cercato di uscire prima possibile dall'emergenza. Alla Scuola della Finanza a questo proposito ci sono stati interventi un po' fuori dal protocollo di Gianni Letta, Angelo Borrelli, Franco Gabrielli. E capisco il loro stato d'animo, hanno raccontato la loro versione perché in tv vengono fatte narrazioni mefistofeliche. In virtù delle polemiche è stato smantellato il sistema di Protezione civile, con risultati che sono sotto gli occhi di tutti. Sono stato a Campotosto e dal sindaco ai residenti ringraziavano il cielo che dopo il terremoto del 2009 c'erano alloggi disponibili. Ora stiamo ancora a consegnare le Sae in certi posti, a due anni dal sisma. E c'è ancora chi contesta il Progetto case».Progetto Case: è un bubbone per il comune dell'Aquila. La Regione potrà fare qualcosa?«È un argomento complesso, l'ex sindaco Cialente ha fatto qualche errore di valutazione, come il ripristino dei poteri all'amministrazione, senza coperture economiche. L'allontanamento dello Stato si è trasformato nel primo elemento di debolezza. Per le Case il Comune deve prima capire cosa vuole e poi presentare un progetto».Nell'immediato, cosa intende fare per la ricostruzione?«Chiudere l'istruttoria delle pratiche che mancano, nominare i commissari ad acta dove non c'è possibilità di costituire consorzi. E poi bisogna riportare i negozi in centro all'Aquila e dare un'accelerazione al rientro di uffici».Sulla zona franca fiscale? E le tasse da restituire?«Il decreto è anche l'occasione per ragionare sugli strumenti che possono essere utilizzati. Sulle tasse abbiamo già messo i nostri uffici in sinergia con governo e Ue. Il governo è favorevole al de minimis. In quelli precedenti non c'era il sostegno convinto».

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