Nel decennale dai tragici accadimenti hanno deciso di togliersi più di un sassolino dalle scarpe. E per farlo hanno scelto l'affollatissima platea della Scuola sottufficiali di Coppito, (alla presenza del comandante generale Giorgio Toschi) seconda casa per aquilani e per diversi Enti che hanno potuto riprendere il lavoro proprio grazie a questo luogo. E così dopo gli sforzi operativi rievocati anche con immagini toccanti delle Fiamme gialle (sia del Comando regionale che della stessa Scuola) ma anche della Protezione civile nazionale e dei volontari giunti da ogni parte d'Italia (rappresentati dal numero uno, Angelo Borrelli), l'ex Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Gianni Letta, e l'ex Prefetto dell'Aquila, ora Capo della Polizia, Franco Gabrielli non hanno esitato a lanciare bordate contro chi negli anni ha messo in discussione l'operato del Governo Berlusconi e dello stesso Bertolaso. «Lo stato dell'arte è assolutamente positivo, in dieci anni si è fatto i tanto: oggi c'è stata una rilettura della verità, finalmente abbiamo detto quello che è la realtà», ha detto Letta che ha aggiunto come «la rilettura della verità su Bertolaso era doverosa, è stato un modello di organizzazione, efficienza, generosità e dedizione, ingiustamente massacrato», facendo riferimento al processo a carico dell'ex numero uno del Dipartimento. «Ho combattuto contro la riforma che tendeva a smantellare un sistema che aveva dimostrato invece di essere efficiente, reattiva e straordinaria, - ha detto sempre Letta - preso a modello dal resto del mondo. Quando lo hanno smantellato e hanno visto cosa hanno fatto, hanno dovuto fare passi indietro».
Dopo è stata la volta di Gabrielli che in merito alla Commissione Grandi Rischi ha detto: «In questa vicenda abbiamo avuto un responsabile penalmente accertato, io credo che ci sia la responsabilità sistemica di un territorio che non era preparato ai piani di protezione civile, che si immaginava essere esposto alla sismicità che peraltro come ci hanno consegnato le sentenze aveva edifici costruiti non in maniera adeguata, poi è avvenuto un fatto: qualcuno ha immaginato, che un terremoto era imminente. Non solo nel quando ma anche nel dove». Per Gabrielli «un uso reale o interpretato tale in maniera propagandistica di fatti straordinari, ha prodotto come conseguenza una contropropaganda che ha negato l'esistenza dei fatti straordinari. In questo territorio in quei mesi sono stati compiuti fatti straordinari». «Qui è stato fatto tutto questo ha detto sempre Gabrielli - e abbiamo subito come rappresentanti dello Stato, l'onta di essere stati accusati di aver sospeso il diritto costituzionale, questa è la cosa più ignominiosa come servitore dello Stato che ho dovuto subire in questo territorio. Ho il privilegio di aver detto su Bertolaso che metto la mano sul fuoco e l'ho detto non quando le sentenze si sono consumate, ma qui». Per Gabrielli «il terremoto è arrivato prima del 6 aprile a dispetto di una immagine olografica: tutto quello che funzionava, come il settore farmaceutico, ha ripreso, quello che non funzionava non ha avuto futuro».