PESCARA Un'attività di indagine sulla gestione della Fira, la finanziaria abruzzese, con l'obiettivo di verificare l'efficiente utilizzo delle risorse pubbliche che vengono trasferite alla società partecipata dalla Regione. A occuparsene sarà il giudice Giovanni Guida, delegato dalla presidente della sezione regionale di controllo della Corte dei conti, Manuela Arrigucci.
I CONTROLLI. Dopo i Centri per l'impiego, "attenzionati" per saggiare la loro effettiva capacità di gestione delle politiche attive del lavoro, alla luce delle gravi carenze di personali che li affliggono, ma soprattutto in considerazione delle nuove competenze che saranno chiamati a ricoprire con l'entrata in vigore del Reddito di cittadinanza, ora tocca agli enti partecipati della Regione. «Tenuto conto», osserva la sezione di controllo della magistratura contabile, «del numero significativo di tali organismi che concorrono all'attuazione delle politiche regionali».
LE PARTECIPATE. Sono 19 le società partecipate dalla Regione. Tra queste, c'è la Fira che, si legge nella delibera, «riveste particolare rilievo» in quanto interamente partecipata «secondo il modello in house providing, tenuto conto delle recenti innovazioni che hanno riguardato la società a partire dal 2017».
GLI OBIETTIVI. La Fira, in base alle previsioni dello statuto, concorre «allo sviluppo e al riequilibrio socio-economico e territoriale della Regione, alla piena occupazione e utilizzazione delle risorse dell'Abruzzo, e alla valorizzazione delle sue risorse imprenditoriali, anche mediante la compartecipazione nella gestione delle risorse europee assegnate alla Regione Abruzzo».
UN SACCO DI SOLDI. Si tratta di una mole consistente di denaro che passa attraverso la finanziaria.A demandare ai magistrati abruzzesi il compito di passare al setaccio tutti gli organismi partecipati dalle società pubbliche, sono state le sezioni riunite della Corte dei conti e la Sezione delle Autonomie che hanno approvato il programma di controllo per l'anno 2019. Controlli che la Corte dei conti svolge in virtù di una legge del 2014, che le conferisce la facoltà di chiedere dati economici e patrimoniali agli enti e agli organismi partecipati per valutare i riflessi sui conti delle pubbliche amministrazioni.
LA STORIA. Che Fira sia una società «in house a totale capitale pubblico», è risaputo, dal momento che la Regione Abruzzo ne possiede il 100% del capitale sociale che ammonta a 5 milioni e 100mila euro. La Fira è stata costituita nel 1987; nel 2017 è diventata società in house della Regione Abruzzo. «Già dai primi anni di attività», si legge sulla home page del sito aziendale, «ha svolto operazioni tese a facilitare l'accesso al credito delle piccole e medie imprese attraverso forme di sostegno diretto e indiretto, con costi decisamente più bassi rispetto ai prezzi di mercato».
I FINANZIAMENTI. Dal 1999 la ha iniziato a gestire i fondi che la Regione Abruzzo mette a disposizione per finanziare progetti di sviluppo territoriale per il sostegno alle imprese e alle famiglie, «offrendo consulenza con i propri uffici e aiutando le aziende e i cittadini a portare a buon fine le proprie pratiche. Nel corso degli anni, la Fira ha messo in atto diverse operazioni particolarmente significative per l'economia regionale. Tra queste la gestione dei fondi Docup 2000-2006, e quelli della legge recante "Interventi a sostegno dell'Economia", attraverso le Pmi (piccole medie imprese) ammesse ai finanziamenti hanno potuto costruire, acquistare o ristrutturare capannoni e in aree industriali e artigianali, oltre ai fondi di Interreg, il programma di cooperazione transfrotaliera per la quale è stata autorità di pagamento».