Il centrosinistra punta su Marinella Sclocco. Perché è lei, ex assessore regionale, la «figura politica che possa meglio incarnare un centrosinistra aperto alle istanze di crescita e giustizia sociale della città». E Sclocco lo è per «radicamento, spinta innovativa e esperienza amministrativa». Con un comunicato stampa diramato ieri alle 13.30, il centrosinistra ha chiuso la lunghissima e complicata partita del candidato sindaco, quando mancano poco più di sei settimane al voto del 26 maggio. È stato un travaglio difficilissimo tanto che due giorni fa il Pd ha inviato da Roma Marina Sereni, responsabile per il partito degli enti locali, e la deputata Paola De Micheli, vice del segretario nazionale, per chiudere la partita nel più breve tempo possibile dopo una lunga serie di incontri a livello locale infruttuosi. Ieri l’ultimo appuntamento del centrosinistra di Pescara che ha scelto di affidare allo Sclocco (Articolo 1 - Mdp) il compito di sfidare il centrodestra e gli altri avversari già scesi in campo. Non ha dubbi sul nome della Sclocco il segretario regionale del Pd, Renzo Di Sabatino. «Siamo molto convinti», ha commentato. La coalizione sarà guidata da una donna, che di per sé «è un elemento innovativo ». E poi una donna «giovane, sorridente e con esperienza amministrativa» mentre gli avversari politici non schierano «particolari novità, senza nulla togliere agli altri aspiranti sindaci». Il lavoro preparatorio non è affatto finito. «Andrà costruita una coalizione ampia e rappresentativa delle diverse sensibilità democratiche, progressiste e del civismo moderato di Pescara», ha detto Di Sabatino. Il che vuol dire che si tenterà «una interlocuzione » con altre porzioni del centrosinistra «molto importanti » e c’è fin d’ora una «apertura a quella parte di società che si vuole impegnare». Il modello da seguire è quello già applicato alle elezioni regionali per la candidatura alla presidenza di Giovanni Legnini. La speranza di una convergenza sul nome della Sclocco c’è, per ricompattare la coalizione, per cui sarà tentato «un ragionamento», tra gli altri, con Gianni Teodoro e Stefano Civitarese. Di Sabatino ci spera e lancia «un appello all’allargamento » della coalizione, altrimenti «faremmo il gioco del centrodestra». La parola d’ordine, in questo momento, sembra essere «apertura» agli altri e nei prossimi giorni si annunciano «tavoli operativi, con la definizione dei punti programmatici e delle liste». Il giorno del sì, pronunciato nella tarda mattinata, è stato di immensa gioia per il candidato sindaco, il cui percorso politico e amministrativo è stato un crescendo, negli anni, passando dalla circoscrizione alla Regione. «Sono felicissima», ha detto nel tardo pomeriggio dopo essere stata sommersa da una valanga di telefonate, messaggi, post su Facebook. «C’è stata una esplosione di entusiasmo attorno a me, e lo vedo come il riconoscimento del lavoro svolto in Regione», alla guida dell’assessorato alle Politiche sociali. Non si aspettava la convergenza sul suo nome? Il nome circolava. Ma ero serena, tranquilla, perché non l’ho chiesto io. Un po’ di ansia c’era, sì. E devo dire che questo riconoscimento e questa stima mi gratificano. Mi hanno chiesto di fare in sindaco nella mia città, nella città della mia famiglia, nel posto che amo. E per me è un onore e una gioia. Sono felice e convinta che, se ci uniremo, sarà possibile riscrivere un progetto di centrosinistra. Cioè vincere? Sì, vincere e scrivere un futuro diverso. Però si parla di una vittoria del centrodestra. Io non ho mai agito per convenienza, nella vita. Non ho mai fatto i conti. Vado dritta, fino alla fine. Chi mi conosce sa che ho fatto tutte le mie scelte in questo modo, magari camminando sul fuoco ma puntando all’obiettivo. Come si pone nei confronti degli altri candidati di centrosinistra? Io stimo Costantini, l’ho sostenuto quando mi sono candidata in Regione e siamo stati a Palazzo dell’Emiciclo insieme. Ricontatteremo Teodoro e anche Civitarese: con lui credo ci siano molti punti di contatto e spero voglia sedersi al tavolo. La prima cosa da fare, il primo appuntamento da fissare? La prima cosa sarebbe stata mia madre, Annamaria. Ma oggi (ieri, per chi legge) mi è venuta a cercare, non riuscendo a contattarmi telefonicamente. E che cosa vi siete dette? Mi ha “affidata” a mio padre Anselmo, morto nel 2017. Si è sempre occupato dei miei comitati elettorali, li ha tenuti aperti. E ora la sua mancanza si sente. E il primo appuntamento per la campagna elettorale? Voglio incontrare subito la squadra, tutti quelli che hanno detto sì al mio nome. Da ora sarò impegnata tutto il giorno su questo. Si vede nella stanza del sindaco? Sì. Benissimo. Ha paura degli avversari? Mi sento sicura, serena. Ho i piedi ben piantati a terra, con lo sguardo proiettato in avanti. Mi sento centrata. Un desiderio per Pescara? Che venga rivalutata dal punto di vista turistico. Questa città ha molte potenzialità da sostenere e sviluppare. Lo dimostra il fatto che chi viene qui, ne resta innamorato. Ma vanno sviluppati servizi, deve migliorare la qualità della vita. Un pronostico sulle elezioni? Ci vediamo al ballottaggio.