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Data: 19/04/2019
Testata giornalistica: Il Centro
La Corte dei conti: Regione, troppe spese pochi investimenti. L'ente ottiene il giudizio di parificazione sui rendiconti 2014-15 Sottolineati i ritardi nella presentazione dei documenti

L'AQUILALa Regione Abruzzo ottiene il giudizio di parificazione della Corte dei Conti sui rendiconti 2014 e 2015 ma i giudici contabili sottolineano «i notevoli ritardi» con cui i documenti sono stati presentati. Ritardi, ha detto il presidente della Sezione regionale di controllo per l'Abruzzo Manuela Arrigucci nell'udienza svoltasi ieri all'Aquila, su cui hanno inciso anche «i tempi necessari a dirimere questioni di legittimità costituzionale». Prima dell'intervento della Arrigucci, che ha preceduto, a sua volta, la relazione del magistrato istruttore Angelo Maria Quaglini, il presidente Angelo Buscema, in apertura dei lavori, ha voluto far osservare un minuto di silenzio per ricordare le vittime del terremoto dell'Aquila. Anche il procuratore regionale Antonio Giuseppone, nella sua requisitoria, ha evidenziato «i pesanti ritardi accumulati dalla Regione nei procedimenti di rendicontazione della propria gestione» imputabili al «contenzioso costituzionale che ha interessato la legge di approvazione del bilancio di previsione e del rendiconto 2013, che ha posto gli uffici regionali dinanzi a problemi operativi inediti e a numerose incertezze interpretative, benché ciò non sia sufficiente per ritenere giustificato il mancato rispetto dei termini».IL DISAVANZO. È stato sempre Giuseppone a rimarcare come, nel biennio di riferimento, il disavanzo regionale, al netto delle quote accantonate, sia salito dai 681 milioni del 2014 a 765 milioni del 2015. La Corte, tuttavia, ha riconosciuto alla Regione anche condotte virtuose, ad esempio il non aver fatto ricorso all'indebitamento contraendo nuovi mutui. Altre criticità, invece, sono state evidenziate nella gestione dei residui attivi, che hanno «un'elevata incidenza sulla dimensione complessiva delle entrate accertate». La Regione, in altri termini, ha, iscritta a bilancio, una quota troppo alta di crediti, anche ultraquinquennali, che non riesce a riscuotere. TROPPE SPESE. Nel giudizio della Corte dei Conti è scritto anche che la nostra è una regione che impiega la maggior parte delle proprie risorse di spesa per pagare la partite correnti (stipendi, beni, servizi, passività) anziché per fare investimenti. Nel biennio 2014-2015, si legge nella relazione, c'è stato «un aumento degli impegni di parte corrente (+4,3%), ancora più accentuato in termini di pagamenti (+10,6%)», a fronte del quale si è riscontrata una contrazione degli investimenti, sia in termini di impegni (-44,8% nel 2015 rispetto al 2014) che di pagamenti (-24,5%).LE PARTECIPATE. Altre note dolenti sono, secondo la magistratura contabile, i risultati di esercizio negativi delle società partecipate (che danno lavoro a quasi 2mila persone), che nel 2014 hanno registrato una perdita complessiva di 23 milioni di euro. Sempre a proposito di partecipate, la Corte ha sollevato dei dubbi sulla legittimità costituzionale della legge regionale 19 del 2015 con cui sono stati trasferiti alla Saga, che gestisce l'aeroporto di Pescara, 7 milioni di euro per il ripianamento dei debiti. Sarà l'Ue a stabilire se quel prestito è da considerarsi un aiuto di Stato: la Consulta dovrà verificare se sono stati osservati, da parte della Regione, tutti gli obblighi procedurali negli adempimenti di notifica della misura a Bruxelles.

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