ROMA Stop all'aumento dell'Iva e nessuna patrimoniale. La Camera ha approvato (272 voti favorevoli, 122 voti contrari e 3 astenuti) la risoluzione di maggioranza al Def. Un documento attraverso il quale l'asse Lega-5 Stelle detta al governo l'agenda di politica economica dei prossimi mesi indicando le strategie da seguire. Anche se resta l'interrogativo di dove reperire le coperture necessarie. In cima ai desideri dell'alleanza giallo-verde c'è, appunto, l'urgenza di dare un segnale chiaro sull'Iva. Il documento impegna così il governo ad «adottare misure per il disinnesco delle clausole di salvaguardia fiscali del 2020». Come a dire che i 23 miliardi che servono per evitare l'aumento delle aliquote dovranno essere trovati. Sul punto è nuovamente intervenuto Giovanni Tria. «Secondo la legislazione vigente l'Iva aumenterà se la legge non verrà cambiata ha detto il ministro dell'Economia ma io vi dico che con il prossimo Bilancio verranno adottate misure certamente finalizzate ad evitare le clausole». Ancora in tema fiscale, la risoluzione ha affrontato il dossier Flat tax imponendo all'esecutivo di «continuare il processo di riforma delle imposte sui redditi e di generale semplificazione del sistema fiscale, alleviando l'imposizione a carico dei ceti medi». Di sicuro, avvisa il vicepremier Luigi Di Maio, non ci sarà alcuno scambio, «non aumenteremo l'Iva per dire che abbiamo fatto la flat tax», ne va del «rispetto degli italiani». Tria ha sottolineato che l'Italia si presenta all'esame di Bruxelles con i conti in ordine anche senza bisogno di manovre correttive. Per avere maggiori margini il ministro scommette inoltre su una perfomance dell'economia che potrebbe essere migliore di quanto finora ipotizzato. «Pensiamo che la crescita si rafforzerà nel secondo semestre», ha detto.
LA RISOLUZIONE
All'interno del documento, la maggioranza ha poi cercato di rassicurare le Regioni, che nei giorni scorsi avevano lanciato l'allarme su un possibile stop ai mezzi di trasporto pubblico locale a partire da dicembre a causa di una carenza di risorse. Con la clausola salva deficit da 2 miliardi, infatti, è previsto un taglio di 300 milioni di euro al Fondo nazionale trasporti. «E' necessario prevedere l'individuazione, in sede di legge di assestamento al Bilancio 2019, delle risorse destinate al trasporto pubblico locale», si legge nella risoluzione. Lega e 5 Stelle hanno anche chiesto al governo di impegnarsi per evitare patrimoniali, chiarendo allo stesso tempo che Palazzo Chigi deve «conseguire i saldi programmatici di finanza pubblica in termini di indebitamento netto rispetto al Pil, nonché il rapporto programmatico tra debito e Pil, nei termini e nel periodo di riferimento indicati nel Documento di economia e finanza». E ancora in tema di conti pubblici, la risoluzione interviene sul dossier relativo ai tagli di spesa specificando che la revisione porterà a un primo pacchetto di misure «che comporterà risparmi cumulati di spesa corrente pari a 2 miliardi nel 2020, a 5 miliardi nel 2021 e a 8 miliardi nel 2022». La maggioranza ha anche chiesto al governo di intervenire sul cosiddetto super ticket sanitario «o comunque sulla compartecipazione dei cittadini al costo per le prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale o farmaceutica».
In tema istruzione, Lega e M5s chiedono al governo l'impegno di «definire livelli essenziali delle prestazioni» nel sistema scolastico nazionale per garantire livelli di istruzione «in maniera uniforme su tutto il territorio nazionale». Inoltre, «in merito al rinnovo contrattuale dei lavoratori del comparto istruzione e Ricerca, per il triennio 2019-2021, si ritiene opportuno prevedere un incremento salariale adeguato». Quanto al dossier federalismo, la maggioranza chiede al governo di completare il processo di riforma sull'autonomia regionale «dando seguito alla fase finale dei procedimenti avviati ai sensi dell'articolo 116 della Costituzione».