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Data: 20/04/2019
Testata giornalistica: Il Centro
La Regione commissaria il Gran Sasso. Imprudente annuncia: la giunta sta per chiedere al governo lo stato d'emergenza e la nomina di un supervisore. Ma per la deputata del Pd «è solo propaganda politica»

L'AQUILA La Regione chiede di commissariare il Gran Sasso. E non è un paradosso. È il vicepresidente, Emanuele Imprudente, ad annunciarlo. «Subito dopo Pasqua», dice, «la giunta chiederà al governo lo stato d'emergenza insieme alla nomina di un commissario ad acta». La storia si ripete a distanza di 16 anni. Nel 2003, infatti, l'allora premier Silvio Berlusconi nominò Angelo Balducci supervisore del Gran Sasso dopo l'emergenza-acqua per l'esperimento Borexino dell'Istituto di fisica nucleare. Anche oggi il bene da salvare è l'acqua messa a rischio non da un test del'Infn ma dalle condotte di scolo del traforo.
«Il sistema Gran Sasso è una realtà molto complessa in cui convivono tre infrastrutture strategiche di grandissima importanza: i laboratori di fisica nucleare, fulcro internazionale della ricerca scientifica; i due tunnel autostradali fondamentali per la comunicazione tra i due mari e l'entroterra, e il sistema idrico che consente di fornire acqua a circa 700mila cittadini abruzzesi. Tre infrastrutture cruciali», spiega Imprudente, «che non possono essere gestite in maniera autonoma da ogni singolo soggetto, e per le quali la Regione non ha titolo e mezzi per garantire un processo di gestione unica che necessita invece di avere un'autorità centrale in grado di intervenire in tempi certi e con le risorse necessarie per affrontare il problema e superarlo una volta per tutte. Stiamo informando tutte le forze politiche di maggioranza e opposizione in Consiglio regionale», conclude il leghista, «perché si tratta di una emergenza di natura ambientale che deve essere superata nell'interesse primario dei cittadini abruzzesi».
Il sindaco dell'Aquila, Pierluigi Biondi, è il primo a fargli da sponda: «In questo modo verrebbe tutelato un bene primario come l'acqua», scrive, «e si scongiurerebbe il rischio di chiusura del traforo del Gran Sasso». Chiusura annunciata per ieri dal concessionario dell'Autostrada 24, e rinviata, sempre da Strada dei Parchi, al 19 maggio. «Tale evenienza, che va scongiurata assolutamente», afferma il presidente di Confindustria Abruzzo, Agostino Ballone, «avrebbe effetti deleteri per l'intera economia regionale. Gli sversamenti di sostanze pericolose sotto il traforo, oggetto di interesse della Procura di Teramo, ed i costi per i lavori di rifacimento delle condotte di captazione e per l'impermeabilizzazione (114 milioni, ndr), non devono trovare soluzione nell'interdizione traffico nelle gallerie del Gran Sasso di A24», conclude Ballone che chiede alla politica un accordo trasversale e sinergico.


Ma per la deputata del Pd «è solo propaganda politica»

L'AQUILA «È intollerabile la superficialità con cui il governo ha seguito finora questa vicenda». Così il deputato aquilano del Pd, Stefania Pezzopane, (nella foto) sulla vicenda della chiusura del traforo del Gran sasso, minacciata da Strada dei Parchi, concessionaria delle autostrade laziali e abruzzesi A24 e A25, in relazione alla questione dell'inquinamento delle falde acquifere, sulla quale Sdp insieme alla società del ciclo idrico delle acque Ruzzo spa e l'Istituto di Fisica Nucleare del Gran Sasso sono finiti sotto inchiesta penale della procura di Teramo.«Come sempre, la propaganda ha prevalso sulla concretezza. Prima creano l'allarme e poi fanno finta di nulla. Ma ora gli abruzzesi sono stanchi di questo modo di fare. È il momento di dire basta, non se ne deve nemmeno parlare, di chiudere il traforo», spiega ancora. «La situazione è gravissima e la possibile chiusura a tempo indeterminato è un vero incubo». anche la deputata Pd invoca «la nomina di un commissario per la messa in sicurezza delle acque e la destinazione di precise risorse per gli interventi necessari a questo scopo».

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