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Data: 21/04/2019
Testata giornalistica: Il Messaggero
Su Reddito e Quota 100 risparmi fino a 5 miliardi. Le domande non decollano. Fino ad oggi per il sussidio presentate la metà delle richieste che erano previste. La pensione di cittadinanza è a ostacoli anziano e single, l'aiuto si ferma a 76 euro

ROMA Il tesoretto prodotto dalle mancate adesioni alle due misure chiave dei gialloverdi, il reddito di cittadinanza e Quota 100, potrebbe essere molto più ampio del previsto. Al momento ballano circa 5 miliardi di euro, ovvero oltre la metà delle risorse stanziate. Per i versamenti ai beneficiari delle due principali misure legastellate l'esecutivo aveva previsto una spesa complessiva pari a 9,4 miliardi di euro (5,6 miliardi per il reddito di cittadinanza e 3,8 miliardi per Quota 100). Ma il sussidio dei Cinquestelle raggiungerà ad aprile, bene che va, solo seicentomila nuclei, la metà di quelli previsti (verrà accolto il 75 per cento delle circa 800 mila domande presentate a marzo). Allo stato attuale il sostegno costerà 2,8 miliardi di euro nel 2019, anziché 5,6 come era stato previsto inizialmente, complici gli importi light depositati sulle card in fase di distribuzione. La dotazione media delle tessere magnetiche è di 520 euro (circa 35 mila nuclei riceveranno appena 40 euro al mese). Invece per Quota 100 sono arrivate finora 120 mila richieste, quasi 35 mila quelle già in pagamento, in tutto circa 96 mila avranno semaforo verde, mentre l'assegno medio ammonterà a 1865 euro. Sui 3,7 miliardi di euro stanziati per il saldo dei prepensionamenti risultano già impegnati 1,3 miliardi. Al momento, dunque, rimangono da consumare complessivamente 5,2 miliardi di euro.
Quel che è certo è che per entrambe le misure verrà speso molto meno del previsto. Ma per i gialloverdi non è una buona notizia. Il reddito di cittadinanza e Quota 100 sono stati varati a un passo dalle elezioni europee, con lo stesso tempismo con cui Matteo Renzi diede alla luce i suoi 80 euro nel 2014, all'alba di quel 40 per cento che è rimasto nella storia del Pd.
I CONTEGGI
Il reddito di cittadinanza però a marzo è stato snobbato: il Movimento 5 Stelle spera a questo punto recuperare al sussidio almeno un milione di famiglie entro il mese prossimo. In questo caso alla fine dell'anno avanzerebbe comunque più di un miliardo di euro (circa 1,3). Se a maggio Quota 100 raggiungerà la soglia delle duecentomila adesioni, come si augurano i vertici del Carroccio, allora la misura consumerà poco più di due miliardi di euro complessivi entro la fine dell'anno, lasciando sul patto un miliardo e mezzo di euro. Risultato? Nella peggiore delle ipotesi il tesoretto con le risorse in eccesso del reddito di cittadinanza e di Quota 100 rasenterà i 3 miliardi di euro totali.
Per quest'anno lo stanziamento per il reddito di cittadinanza ammonta a 5,6 miliardi perché il sussidio verrà pagato per al massimo nove mesi, ovvero da aprile a dicembre. Il costo complessivo delle due riforme gialloverdi è stimato sui 55 miliardi di euro fino al 2022. Ma ora i conti non tornano.
LE POLEMICHE
Il vicepremier Luigi Di Maio nei giorni scorsi aveva dichiarato che nel caveau del sussidio di matrice grillina sarebbero avanzati centinaia di milioni. Una stima ottimistica. Le polemiche per gli importi troppo bassi accreditati sulle prime card (è emerso che un beneficiario su due prenderà meno di 500 euro) potrebbe spingere chi non ha ancora richiesto il sostegno a rinunciare a farsi avanti. Nel frattempo, i Cinquestelle già pensano a come impiegare le future rimanenze. Il leader del Movimento 5 Stelle vorrebbe impiegare parte del tesoretto per sostenere le famiglie con figli. Circola anche l'idea di utilizzare i soldi per finanziare interventi di riqualificazione delle strutture ospedaliere e potenziare l'assistenza. L'ultimo parola spetta però al ministro dell'Economia Giovanni Tria, a cui toccherà fare di nuovo i conti con le pressioni di Lega e Cinquestelle.

La pensione di cittadinanza è a ostacoli anziano e single, l'aiuto si ferma a 76 euro

ROMA Pensione di cittadinanza solo per pochi. È quanto emerge da uno studio della Uil, uscito proprio mentre sul web cresce lo scontento per l'importo degli assegni del reddito di cittadinanza. Sono in molti infatti, dopo che l'Inps nei giorni scorsi ha iniziato a inviare sms e messaggi di posta elettronica per avvisare che la domanda era stata accolta, ad aver scoperto di avere diritto a un sussidio più basso, a volte di molto, del limite massimo previsto di 780 euro al mese. Anche la pensione di cittadinanza, l'integrazione destinata alle famiglie di anziani in difficoltà con più di 67 anni, secondo il sindacato di via Lucullo, è destinata a creare qualche delusione.
«L'analisi effettuata evidenzia come l'attuale meccanismo determini l'esclusione dal beneficio per la maggioranza della platea dei pensionati», afferma Domenico Proietti, segretario confederale della Uil. «Infatti - continua - i percettori di pensione minima o di assegno sociale, privi di altri redditi, verranno esclusi poiché il reddito annuale, integrato con le maggiorazioni sociali, risulta ad oggi superiore al limite imposto per l'accesso alla pensione di cittadinanza» (7.560 euro per un single, elevato a 9.360 in caso risieda in affitto). La Uil aferma poi che solo nel caso di «pensionato single in affitto» si arriverebbe a percepire un beneficio «non superiore comunque a 76 euro mensili». Una coppia di pensionati over 67, invece, rileva ancora il sindacato, supera i limiti e resta senza integrazione. ll reddito massimo per avere la pensione di cittadinanza per una coppia, spiega la Uil, è infatti di 10.584 euro annui, elevato a 13.104 nel caso risieda in affitto. Nel caso preso in esame entrambi i pensionati ricevono un trattamento minimo o l'assegno sociale e non godono di altri redditi, così per effetto delle integrazioni e delle maggiorazioni sociali ricevono un assegno d circa 553 ognuno, equivalente a un reddito familiare mensile di 1.107 euro. Un importo che esclude la coppia di anziani, sia con casa di proprietà che in affitto, dal poter beneficiare della pensione di cittadinanza.
L'ANALISI
Il sussidio, rileva inoltre la Uil, «è privo di una curva di salvaguardia e fa sì che un pensionato che percepisca un assegno frutto di anni di contribuzione disponga, al netto delle tasse di un reddito inferiore del 6% rispetto a un pensionato che beneficia della pensione di cittadinanza». Lo studio confronta il caso di un anziano solo con un reddito da pensione di 9.360 euro lordi che è soggetto, quindi, ad aliquota Irpef nazionale e addizionali locali, e un pensionato che, grazie al sussidio, raggiunga la stessa cifra: al netto delle detrazioni specifiche le imposte determinano una tassazione pari a 595 euro annui, generando un reddito annuo di 8.765 euro. Si tratta, osserva la Uil, di una «perdita del 6,35% di reddito netto annuo disponibile» rispetto al pensionato che arriva a 9.360 euro con l'integrazione del sussidio. Per la Uil è quindi «necessario correggere queste storture dando più reddito a tutti con una decisa riduzione della pressione fiscale e aumentando le detrazioni specifiche. Al contempo - aggiunge il sindacato - bisogna ampliare la platea dei beneficiari della quattordicesima sulla pensione e aumentarne l'importo».
Tornando al reddito di cittadinanza, i soldi arriveranno sulle carte prepagate emesse dalle Poste a maggio. Oltre la metà dei sussidi sarà sotto i 500 euro al mese, alcuni anche molto più bassi. Ma Pasquale Tridico, presidente dell'Inps e padre della misura bandiera dei 5 stelle varata con l'obiettivo di combattere la povertà, difende il provvedimento. «Girano tante falsità - sottolinea -: solo il 7% di chi ha ottenuto il reddito ha tra 40 e 50 euro. Sono appena 30 mila persone».

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