PESCARA In un gioco di sponda tra Roma, Atlanta in Georgia e Pechino, il grande puzzle di Alitalia potrebbe completarsi con il tassello abruzzese del gruppo Toto. La holding, di cui è consigliere Carlo Toto (e concessionaria di A24 e A25 tramite Strada dei parchi) potrebbe rientrare nel settore aereo, dopo l'avventura di AirOne, rilevando tra il 20 e il 30% della compagnia di bandiera, secondo un'anticipazione della Repubblica. Nel servizio si parla di contatti a marzo tra il vicepremier e ministro delle Attività produttive Luigi Di Maio e Riccardo Toto, figlio di Carlo, al vertice di Renexia, società attiva nelle energie rinnovabili. Riccardo Toto ha trascorsi nel settore aereo: nel 2011 rilevò la compagnia Livingston, denominata poi New Livingston (che nel 2005 aveva assorbito la Lauda Air Italia fondata da Niki Lauda), chiusa poi nel 2014. Smentita invece, sia dal gruppo Toto che dal Mise, la notizia dell'incontro tra Di Maio e Riccardo Toto a Taranto mercoledì scorso. Secondo il Mise Toto e Di Maio si sarebbero «incrociati per pochi minuti» a New York «in pubblico e tra centinaia di imprenditori». Le stesse fonti precisano comunque che il dossier Alitalia è «un'operazione di mercato», e se il gruppo Toto presenterà un'offerta «sarà valutata ben volentieri da Ferrovie dello Stato e dai commissari». I tempi per chiudere la trattativa sono stretti. I commissari della compagnia aerea Gianfranco Discepolo (che è stato anche commissario straordinario di Livingston), Enrico Laghi e Stefano Paleari, hanno dato tempo al governo fino a martedì per presentare le offerte che dovranno salvare la compagnia. Se l'arrivo del gruppo Toto dovesse concretizzarsi, il quadro azionario vedrebbe lo Stato socio di maggioranza con Ferrovie disponibile ad acquisire il 30% delle quote; il ministero del Tesoro entrerebbe con il 15%; sarebbe della partita con il 15% anche l'americana Delta Air Lines con sede ad Atlanta, una delle più grandi compagnie aeree del mondo, che si starebbe muovendo anche per garantire la partecipazione della cinese China Eastern, dopo il no di Air China. Nella compagine azionaria, scrive Repubblica, entrerebbe anche "Quattro R" (primo socio di Cassa depositi e prestiti), un fondo specializzato nel salvataggio di aziende in difficoltà. Con i cinesi nella partita, alla Toto potrebbe andare il 20% delle quote; senza i cinesi il 30%. Il costo per la società abruzzese si aggirerebbe intorno ai 250 milioni di euro. L'arrivo di Toto metterebbe fuori gioco Atlantia del gruppo Autostrade (Benetton), togliendo dall'imbarazzo Di Maio per la questione ponte Morandi. Ieri agenzie di stampa avevano rilanciato la voce che l'offerta del gruppo Toto sarebbe stata presentata martedì attraverso Renexia. Ma anche questo particolare è stato smentito dal gruppo abruzzese. Ricordiamo che si era parlato di Renexia, attiva nel settore delle energie rinnovabili, nel dicembre dello scorso anno, quando venne sottoscritto, attraverso la controllata americana Us Wind Inc., un accordo con Edf Renewables North America, del gruppo francese Edf, per la cessione della concessione relativa alla progettazione, costruzione e gestione di un parco eolico offshore in New Jersey. Il prezzo dell'operazione prevedeva una prima tranche di 215 milioni di dollari e una seconda tranche di importo da stabilire in base ad alcune variabili.
Pd: Di Maio riferisca in aula. Forza Italia: governo inerte
PESCARA Molte le reazioni politiche alle anticipazioni della Repubblica sull'interesse del gruppo Toto per il 30% di Alitalia e sugli incontri del vicepremier Luigi Di Maio con Riccardo Toto, figlio di Carlo, presidente della holding. «Sul dossier Alitalia sono trascorsi mesi, il prestito ponte si sta assottigliando ma dal governo non vi è alcuna trasparenza sulle trattative di cui leggiamo solamente sulla stampa», ha dichiarato Antonio Misiani, capogruppo Pd in commissione Bilancio al Senato. «Non c'è traccia di un piano industriale, i rappresentanti dei cittadini eletti in Parlamento continuano ad essere tenuti all'oscuro sugli sviluppi della vicenda, così come i lavoratori che non vengono convocati dai Ministri competenti, Di Maio e Toninelli, e sono abbandonati al loro destino». Quanto alle notizie sull'interessamento di Toto, Misiani chiede che «il governo venga subito in Parlamento a riferire sullo stato della trattativa e renda noto il piano industriale. Allo stesso tempo si convochino i sindacati al ministero per condividere i prossimi passaggi che, allo stato attuale, lasciano presagire un futuro amaro per migliaia di lavoratori dell'azienda e dell'indotto». Per Stefano Fassina, deputato di Leu «sarebbe surreale l'arrivo di Atlantia, giudicato dai Ministri M5S inaffidabile dopo la tragedia di Ponte Morandi, interessato a salvaguardare le sue rendite da concessioni autostradali. Sarebbe altrettanto surreale il ritorno dei Toto che hanno contribuito, con il concorso attivo del Governo Berlusconi nel 2008, a scaricare il fallimento di AirOne sulla Cai prima e sui contribuenti italiani poi». Anna Maria Bernini, presidente dei senatori di Forza Italia si scaglia contro «l'inconcludenza del governo». «Il 30 aprile è la data limite per la presentazione del piano industriale di Alitalia e ancora non c'è alcuna certezza né sulla reale composizione azionaria dell'azienda, né sui necessari piani di investimento. L'inconcludenza del governo sta costando altri 900 milioni agli italiani». Per i sindacati la composizione dell'azionariato «è una condizione necessaria ma non sufficiente al rilancio» di Alitalia. «Il tema vero è chi gestirà l'azienda e quale piano industriale verrà elaborato», ha dichiarato Salvatore Pellecchia, segretario generale della Fit-Cisl. Da segnalare la presa di posizione della commissaria Ue alla Concorrenza, Margrethe Vestager, prudente sulla scelta del governo italiano di cancellare la data di rimborso (30 giugno) del prestito pubblico da 900 milioni di euro concesso ad Alitalia. «Non abbiamo ancora terminato di analizzare il prestito concesso ad Alitalia», spiega la commissaria. «Ho visto la decisione del governo italiano. Questa non influenzerà l'analisi se si tratta di aiuto di Stato o meno»