PESCARA Trattative serrate sino all'ultimo istante (le 12 di oggi) prima del deposito delle liste dei candidati nelle segreterie generali dei Comunali. Le amministrative del 26 maggio rischiano di passare alle storia come tra le più tormentate d'Abruzzo, conseguenza ineluttabile della continua evoluzione del quadro politico nazionale. Per l'elezione dei sindaci e il rinnovo delle assemblee civiche si tornerà alle urne in 99 Comuni, un terzo del totale (305). Campione sufficientemente rappresentativo per testare i nuovi orientamenti politici. Nella stessa domenica del 26 maggio gli elettori si vedranno consegnare all'ingresso dei seggi anche le schede per le europee: il voto anticipato in Regione ha evitato l'ingolfamento. In tre dei 99 Comuni: Pescara, Montesilvano e Giulianova, è probabile il ritorno alle urne due settimane dopo (domenica 9 giugno) per il ballottaggio previsto nei centri superiori ai 15.000 abitanti tra i due candidati sindaco che hanno ottenuto il miglior risultato nel primo turno senza essere però riusciti a raggiungere il 50% più uno dei consensi. Proprio questo: la possibilità di giocare la vera partita ai supplementari, ha fatto proliferare il numero di liste e di candidati. Addirittura 8 quelli che si sfideranno a Pescara per conquistare la poltrona dell'uscente Marco Alessandrini.
PALLONE
Il primo ad andare nel pallone è stato proprio il Partito democratico, che dopo la scelta di non ricandidare il sindaco uscente ha incontrato non poche difficoltà a trovare la quadra su un altro nome. Alla fine l'ha spuntata Marinella Sclocco, ex assessore regionale alle Politiche sociali, che aveva però sbattuto la porta dei dem durante la giunta D'Alfonso per approdare in Leu. Ora sarà lei a guidare il centrosinistra nella sfida per il sindaco. Nello stesso campo politico sono tuttavia pronte ad arare il terreno altre liste. Come quelle che sosterranno la candidatura di Carlo Costantini, ex deputato e leader dell'Italia dei Valori in Abruzzo, poi ispiratore della Nuova Pescara che vuole (con il conforto di un referendum popolare già vinto) l'accorpamento della città adriatica con Montesilvano e Spoltore in un unico grande Comune. E c'è Stefano Civitarese, già assessore all'Urbanistica nella giunta Alessandrini, che si è messo alla testa di un'altra lista civica per riprendere quel suo disegno di città che qualcuno ha evidentemente interrotto per piegarlo alle logiche della politica.
GIOVANI
Tra gli aspiranti sindaci c'è poi il giovane Gianluca Baldini, candidato di una lista altrettanto ambiziosa, almeno nel nome: Riconquistiamo l'Italia. E l'immancabile Lista Teodoro, che lancia nella mischia Gianni, assessore uscente, pronta ancora una volta a giocare le sue carte nel secondo round dei ballottaggi. Per tutti, l'osso duro da battere resta però Carlo Masci, candidato sindaco di un centrodestra allargato che oltre alla corazzata Lega e agli alleati tradizionali (Forza Italia, Fratelli d'Italia e Udc) potrà contare proprio sulla lista fondata da Masci 25 anni fa: Pescara Futura e sull'altra lista satellite, Amare Pescara. Il Movimento 5 stelle manda in campo Erika Alessandrini, altro consigliere comunale uscente. L'ottavo candidato sindaco di Pescara è Mirko Iacomelli (Casa Pound). Anche nella vicina Montesilvano la partita delle candidature a sindaco è stata decisamente sofferta, sia in casa del centrosinistra che del centrodestra. Il Pd ha affidato a Enzo Fidanza il compito di arginare l'avanzata del partito di Matteo Salvini, che schiera Ottavio De Martinis dopo avere incassato l'esodo dagli altri alleati di coalizione, fenomeno endemico un po' ovunque. Raffaele Panichella guiderà invece i 5 stelle. Sofferta la scelta dei candidati e la formazione delle liste anche a Giulianova, tanto nel centrodestra che nel centrosinistra. Ma entro mezzogiorno si mette il punto.
Volti nuovi e pensionati come cambiano gli scenari
PESCARA Il voto nei piccoli Comuni è caratterizzato, ormai da qualche decennio dalla presenza delle liste civiche. E' qui che si nascondono i partiti, offrendo all'elettore la possibilità di indirizzare la propria preferenza sul singolo, la persona conosciuta, più che sull'ideologia di appartenenza. Nei centri con popolazione sino a 15.000 abitanti, l'elezione dei consiglieri comunali avviene attraverso il sistema maggioritario, contestualmente a quella del primo cittadino. Nella scheda elettorale è indicato, a fianco del simbolo, il candidato alla carica di sindaco. A vincere è chi si è assicurato il maggior numero di voti. Non è dunque previsto il ballottaggio al secondo turno, tranne che in un caso piuttosto raro, ma che nei piccolissimi centri di poche anime si è già verificato anche in Abruzzo: un risultato di assoluta parità tra gli sfidanti. In questo caso si torna alle urne la seconda domenica successiva. Il verificarsi di un altro risultato di parità nel turno di ballottaggio, è risolto così dal Decreto legge 267 del 2000: è eletto sindaco il più anziano di età.
Nei Comuni con popolazione superiore a 15.000 abitanti, il sindaco è invece eletto a suffragio universale diretto, contestualmente all'elezione del consiglio comunale. In questo caso ad aggiudicarsi la sfida è chi ha conquistato la maggioranza assoluta dei voti validi, cioè il 50% più uno delle preferenze. Altrimenti tutto viene risolto nella seconda domenica successiva con il ballottaggio tra i due candidati che hanno ottenuto il migliore risultato al primo turno. E' proprio questo meccanismo a scatenare la corsa alle candidature nei grandi centri, dove proliferano puntualmente liste e aspiranti sindaci che finiscono col polverizzare il consenso.
OCCASIONE
Per i piccoli si tratta di una occasione irripetibile per fare pesare la forza del proprio movimento civico o partito, anche con percentuali minime del 3 o 4% che attraverso gli apparentamenti previsti dal legislatore nel secondo turno consentono spesso di essere determinanti per il risultato finale. E di farlo pesare quando viene applicato il Manuale Cencelli nella spartizione degli incarichi di governo. Il caso del Comune di Pescara, la città più grande d'Abruzzo, è illuminante: 8 candidati sindaci, 17 simboli tra partiti e movimenti civici, 550 candidati in corsa per il consiglio comunale. Un vero esercito in marcia verso la conquista dello scranno di Palazzo di città, dove i posti a disposizione sono però soltanto 32, a cui si aggiungono le 10 poltrone di assessore e quella del sindaco. Così, mai come in questa tornata elettorale, tra tante facce nuove, giovani, donne, professionisti prestati o imposti alla politica, ecco spuntare qualche veterano non proprio di primissimo pelo. Come Antonio Di Girolamo, già presidente della Provincia di Pescara fino al 2004, ex dipendente della concessionaria Lancia di via Tiburtina, capopolo di Collebreccia per le sue antiche battaglie nella zona più a sud di Portanuova, che sarà candidato al consiglio comunale con la lista Teodoro. O l'ex segretario della Camera del Lavoro Nicola Primavera, altro nome notissimo nella Cgil pescarese. Personaggi che si riaffacciano sulla scena dopo avere raggiunto l'età della pensione ed essersi messi alla finestra per qualche tempo a godersi lo spettacolo. Assieme a loro, tante altre facce nuove per la politica ma non per le cronache. Come l'avvocato Lino Sciambra, il legale che nel processo della discarica di Bussi ha rappresentato la parte civile in rappresentanza dei Comuni di Alanno e Castiglione a Casauria, appena nominato vice sindaco di San Valentino dopo le ultime amministrative. Adesso il Pd gli ha chiesto di candidarsi anche al consiglio comunale di Pescara per dare una mano nella tornata elettorale del 26 maggio e lui non si è tirato indietro. Praticamente non c'è cittadino nei centri in cui è previsto il turno del ballottaggio che non abbia un parente o un amico candidato. Il pegno da pagare alla democrazia.