TERAMO Un corteo e un comizio su "Lavoro, diritti e Stato sociale". È l'iniziativa organizzata unitariamente da Cgil, Cisl e Uil per il 1° maggio in cui i sindacati teramani propongono una lettura diversa, più ampia del problema-lavoro. Un messaggio che sarà lanciato a Giulianova, nel comizio che concluderà il corteo che si svolgerà alle 10 da via Matteotti fino a piazza della Libertà, dove appunto i sindacalisti parleranno, alle 10,45, de "La nostra Europa" insieme a un dirigente nazionale confederale. «C'è la necessità di affrontare questi temi in una dimensione più ampia», esordisce infatti Fabio Benintendi, segretario generale della Cisl teramana, «non solo territoriale. Ci sono questioni, come il dumping salariale (differenze o riduzioni di salario, ndr) e la concorrenza nel mercato globale, che non possono essere trattate a livello locale». Benitendi parla di una realtà economica, a livello provinciale, a macchia di leopardo. Se da una parte il saldo delle imprese è in attivo (1.811 cessazioni e 2.014 nuove iscrizioni ai registri della Camera di commercio) e l'export assicura buone performance (è aumentato del 23,6% negli ultimi 10 anni, le esportazioni dalla provincia rappresentano il 16,3% del totale regionale), così non è per l'occupazione giovanile. «Il tasso di disoccupazione giovanile (fino a 24 anni) nel 2018 è stato del 28,4%, in aumento rispetto al 25,5% del 2017. E' questo un aspetto negativo che fa il paio con un altro dato di fatto. Le aziende hanno possibilità di programmare la propria attività per periodi sempre più ridotti: sei mesi, se va bene, perchè le dinamiche dei mercati sono cambiate. Non c'è dunque certezza nell'occupazione e l'effetto diretto è sulla qualità dei contratti che sono solo a tempo determinato e per periodi brevi. E' necessario dunque un nuovo tipo di tutele, un nuovo tipo di Stato sociale».Giovanni Timoteo, segretario generale della Cgil sottolinea il dato negativo dell'occupazione giovanile. «Per mantenere un livello occupazionale», osserva, «c'è bisogno di una dimensione europea in cui le ragioni del lavoro vengano protette e tutelate in un contesto in cui in Europa non ci sia una legislazione concorrente. Nei prossimi anni la tecnologia sarà sempre più presente e alcuni studi dicono che l'occupazione si ridurrà fino al 50%. E' necessaria dunque una legislazione europea che tuteli le persone in questo nuovo contesto: non è possibile affrontare questo discorso in una dimensione territoriale».Il sindacalista ritiene che non si possono più affrontare questi problemi giorno per giorno «ma si devono guardare in prospettiva di dieci anni. Ci vogliono strategie serie, strutturate, che non si risolvono in una battuta sul web». Timoteo rivolge un appello alla mobilitazione e alla partecipazione ai lavoratori e alle istituzioni: «Non può essere un impegno di pochi». In conclusione entrambi hanno fatto un accenno alla prossima chiusura del Traforo: «Siamo molto preoccupati, sarebbe come l'ennesima sciagura che colpisce la provincia di Teramo. Ogni attore in campo deve assumersi le proprie responsabilità».