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Data: 03/05/2019
Testata giornalistica: Il Centro
Legnini: cinque proposte per non chiudere il tunnel. Il consigliere regionale e gli altri gruppi di opposizione presentano un piano «Sì al commissario, ma con poteri limitati». Chiesta una seduta straordinaria. Sicurezza delle autostrade, il ministero assicura lo sblocco dei fondi. «Lo Stato finanzi la messa in sicurezza»

L'AQUILA Sì al commissario straordinario, purché dotato di poteri «limitati»; risorse certe; revoca immediata della chiusura del traforo; convocazione di una seduta straordinaria del consiglio regionale. Sono alcuni punti del pacchetto di misure proposte dai gruppi consiliari Legnini Presidente, Pd e Abruzzo in comune per affrontare l'emergenza della messa in sicurezza dell'acquifero del Gran Sasso, dell'autostrada A24 e dei laboratori nazionali dell'Infn.
CINQUE MOSSE. Un piano articolato in cinque mosse, presentato ieri in conferenza stampa da Giovanni Legnini, Americo Di Benedetto, Dino Pepe e Silvio Paolucci, affiancati, per l'occasione, dalla deputata del Pd Stefania Pezzopane e dall'ex vice presidente regionale e presidente vicario Giovanni Lolli.
SEDUTA STRAORDINARIA. «Non è possibile che un'emergenza così importante venga affrontata senza investire il massimo organo rappresentativo regionale, nelle sue componenti di maggioranza e minoranza» ha affermato Giovanni Legnini. «Per questo abbiamo chiesto che venga convocata al più presto una seduta straordinaria allo scopo di sviluppare un confronto con tutte le componenti consiliari e approvare un documento contenente indirizzi riguardanti le iniziative da intraprendere e le misure urgenti da adottare». REGIONE SONNACCHIOSA. «C'è un governo regionale sonnacchioso. La posizione espressa dalla giunta è riduttiva» ha dichiarato Legnini. «Non ci si può limitare a mettere tutto nelle mani di un commissario tuttofare. La nostra, invece, è una posizione più corposa, articolata e puntuale».
SÌ AL COMMISSARIO. La soluzione prospettata dal centrosinistra si discosta da quella del centrodestra soprattutto nell'articolazione della governance: ok al commissario straordinario, affermano i consiglieri di opposizione, ma i suoi poteri devono essere limitati all'esecuzione dei lavori. Non possono né esautorare né marginalizzare gli altri soggetti istituzionali, dalla Regione ai Comuni. «La Regione», ha affermato Legnini «dovrà continuare ad avere un ruolo di coordinamento. Riusciremo a risolvere il problema solo se ciascuno farà la sua parte e se l'intera comunità regionale sarà protagonista, insieme al commissario; non se affideremo tutto a un soggetto tecnico terzo».
LE RISORSE. Contestualmente alla definizione della governance, lo Stato dovrà assicurare le risorse necessarie a eseguire gli interventi di messa in sicurezza, quantificate, dagli studi di fattibilità redatti da Ersi (Ente regionale per il servizio idrico integrato), Infn e Strada dei Parchi, in circa 172 milioni di euro. «C'è un plafond per le infrastrutture da 70 miliardi» ha detto Legnini «non si dica che quei soldi non si possono trovare. Qui sono in ballo interessi primari di un'intera regione e della comunità scientifica internazionale».
GLI ALTRI PUNTI. Le altre tre proposte contenute nel documento che il centrosinistra porterà in aula sono: la revoca, chiesta sia al ministero dei Trasporti che a Strada dei Parchi, della decisione di chiusura del traforo del Gran Sasso, comunicata dalla stessa SdP lo scorso 5 aprile; il rinnovo e l'aggiornamento del protocollo d'intesa sulla prevenzione del rischio e sul monitoraggio della qualità delle acque siglato nel settembre 2017 dalla Regione Abruzzo; l'implementazione delle attività di comunicazione e informazione dei cittadini.
SBLOCCA CANTIERI. La deputata del Pd Stefania Pezzopane ha annunciato che il gruppo parlamentare del partito si è già messo al lavoro per presentare un disegno di legge organico. Poiché, tuttavia, i progetti di legge di iniziativa parlamentare finiscono spesso su un binario morto, si tenterà di agire presentando degli emendamenti alla legge di conversione del decreto Sblocca Cantieri.

Sicurezza delle autostrade, il ministero assicura lo sblocco dei fondi

È in corso di registrazione alla Corte dei conti l'atto che rende definitivamente disponibili le risorse stanziate con il decreto Genova per la realizzazione degli interventi di messa in sicurezza urgente dei viadotti delle autostrade A24-A25, che collegano il Lazio e l'Abruzzo. Lo comunica il ministero dei Trasporti spiegando che «nulla impedisce quindi il concreto avvio dei lavori di manutenzione, sulla base dei progetti regolati dal protocollo di intesa sottoscritto. Nell'espletamento dei lavori, il concessionario dovrà tener conto di tutte le indicazioni fornite nel corso del tempo dal concedente, volte ad assicurare in ogni caso la sicurezza per chi attraversa l'infrastruttura. Sulla base delle specifiche situazioni e dei singoli cantieri, il gestore sarà tenuto a valutare le misure di regolazione del traffico ritenute di volta in volta maggiormente idonee per la sicurezza dell'utenza». Per quanto concerne invece la situazione del traforo del Gran Sasso, il Ministero sta interessando la Presidenza del Consiglio perché si assicuri l'opportuno coordinamento di tutte le amministrazioni coinvolte e si individuino le misure per il superamento del rischio che coinvolge l'area.

«Lo Stato finanzi la messa in sicurezza». È una delle richieste avanzate nell'ordine del giorno approvato all'unanimità in consiglio. Oggi l'assemblea dei sindaci

TERAMO Il finanziamento integrale, da parte dello Stato, degli interventi di messa in sicurezza del sistema Gran Sasso, l'immediato allontanamento delle sostanze pericolose dai laboratori dell'Infn, la pubblicazione on line di tutti gli atti riguardanti i lavori del tavolo istituzionale, la messa in campo di tutte le azioni necessarie a scongiurare la chiusura del traforo. Sono solo alcune delle richieste inserite nell'ordine del giorno approvato all'unanimità dal consiglio provinciale quale sintesi del confronto che si era svolto nella seduta del 30 aprile su richiesta della minoranza. Un ordine del giorno che questa mattina sarà sottoposto all'assemblea dei sindaci, allargata alla partecipazione dei rappresentanti regionali, dei parlamentari e delle associazioni, e nel quale la Provincia chiede anche che l'eventuale commissariamento venga valutato solo come ipotesi subordinata. Questo, come si legge nel documento, «anche per evitare la deresponsabilizzazione degli enti». Un no deciso, in ogni caso, viene espresso in relazione a qualsiasi ipotesi di «deroga alle norme poste a tutela della salute e dell'ambiente, a partire dall'articolo 94 del decreto legislativo 152/2006, visto che un'eventuale deroga potrebbe paradossalmente anche comportare la possibilità di autorizzare nuovi esperimenti rischiosi per l'acquifero». Nel documento vengono elencate tutte le criticità legate alla coesistenza, fra l'autostrada, i laboratori e le sorgenti captate dall'acquedotto: almeno sette incidenti «più o meno gravi»; un sito che è dentro il Parco, di interesse comunitario e zona di protezione speciale; lo stoccaggio nei laboratori, di «sostanze pericolose». Ma non solo. Perché vengono ricordati anche i lavori effettuati nel 2004 dopo la nomina di Balducci come commissario. Lavori che, «alla luce delle indagini della Procura di Teramo si sarebbero rivelati in parte insufficienti in parte inservibili». Una situazione a fronte della quale, secondo la Provincia, bisogna far tesoro degli errori del passato e risolvere le criticità una volta per tutte.«Non dobbiamo fare demagogia e populismo; noi non diciamo no a tutto, chiediamo delle cose ben precise e vogliamo avere un ruolo», commenta il presidente Diego Di Bonaventura, «non possiamo rimandare decisioni che possono e devono essere prese ora». Tra le richieste inserite nel documento anche la partecipazione delle associazione ambientaliste ai tavoli istituzionali e la valutazione da parte del Ministero delle Infrastrutture del «comportamento dell'autostrada dei Parchi circa la chiusura del tunnel» per verificarne la coerenza «con la convenzione in essere». Proprio sulla paventata chiusura del traforo è intervenuto ieri anche il presidente provinciale di Arci Teramo Giorgio Giannella che ha denunciato come la grande assente, in questa vicenda, sia la politica, contestando l'ipotesi di un nuovo commissariamento. «Agli annali possiamo rimembrare che in straordinario regime commissariale presenziato da Balducci», scrive Giannella, «con una spesa straordinaria di 80 milioni di euro si riuscì a mettere in sicurezza solo 1,4 chilometri di galleria».

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