L'AQUILA Per l'avvocato dell'assessore regionale Mauro Febbo le tesi sostenute dai consiglieri esclusi Emilio Iampieri, per Forza Italia, e Gianni Bellisario per Azione Politica, sono una «interpretazione soggettiva della legge». Si conclude così la memoria difensiva depositata al Tar L'Aquila che punta a smontare il ricorso contro l'elezione in Consiglio regionale del forzista Febbo e del vicepresidente di Azione Politica, Roberto Santangelo, finiti entrambi nel mirino del cosiddetto "fuoco amico". Il Tar deciderà tra appena due giorni. L'azzurro Iampieri e il sindaco di Perano Bellisario sostengono che il verbale redatto dall'Ufficio centrale regionale sia inficiato da un errore sostanziale nella distribuzione dei seggi. Il loro ricorso al Tar Abruzzo fa anche da apripista agli altri ricorsi che - ad esclusione di quello presentato dal centrosinistra allargato che fa capo a Giovanni Legnini e che sfocerà in una questione di legittimità da chiarire davanti alla Corte Costituzionale - chiedono tutti la rimodulazione dei nomi degli eletti.Ma torniamo alla memoria scritta dall'avvocato Massimo Cirulli che, al contrario di quanto sostengono Iampieri e Bellisario, definisce fondato il verbale dell'Ufficio centrale regionale. E dà questa motivazione: «All'incompiutezza che affligge qualunque legge elettorale», scrive Cirulli, «deve supplire l'interprete».Il legale di Febbo elenca così voti e percentuali ottenuti sia da Forza Italia sia da Azione Politica nelle quattro circoscrizioni elettorali. Per Forza Italia al primo posto c'è Teramo con 15.054 voti pari al 10,82%, valori che hanno permesso l'elezione di Umberto D'Annuntiis; segue Chieti con 15.173 e l'8, 67%, che hanno fruttato l'elezione a Febbo; quindi Pescara, 12.414 e 8,59%, per Lorenzo Sospiri, e solo quarta L'Aquila con 11.674 voti pari all'8,28% che per l'Ufficio centrale regionale non sono bastati a Iampieri per entrare in consiglio. Gli stessi calcoli, fatti per la lista civica Azione Politica, vedono in cima L'Aquila, con 6.362 voti e il 4,51% che hanno permesso a Santangelo di entrare all'Emiciclo, seguita dalle circoscrizioni di Pescara, Chieti e infine Teramo. Scrive a questo punto Cirulli che «per individuare quale tra le liste presentate con il medesimo contrassegno in circoscrizioni diverse abbia diritto all'assegnazione del seggio, o dei seggi, qualora nessuna abbia conseguito un quoziente intero su base provinciale, esistono in astratto metodi diversi. Si può individuare la lista che ha ottenuto il maggior numero di voti, tuttavia», obietta il difensore di Febbo, «in tal caso si rischia di privilegiare la circoscrizione più popolosa. Appare preferibile, pertanto, che la lista attributaria del seggio sia quella che abbia ottenuto la più elevata percentuale, espressiva della maggiore rappresentatività territoriale».Se questo è il criterio, la tesi di Iampieri e Bellisario non può reggere perché, nella classifica riportata più avanti, per Forza Italia l'Aquila è solo quarta mentre Chieti è al secondo posto. Così come Chieti è terza per Azione Politica. «Sarebbe stato più logico, in entrambi i casi, chiedere l'attribuzione del seggio alla provincia di Pescara», osserva infine Cirulli con un malcelato senso di ironia. Se il Tar dell'Aquila accetterà questa interpretazione della norma elettorale, le elezioni regionali saranno salve per quanto riguarda Febbo e Santangelo, e non solo per loro due perché anche gli altri cinque ricorsi, che saranno discussi insieme, si basano su un identico criterio di interpretazione e censura del verbale che ha decretato il nuovo consiglio regionale. L'udienza è fissata per mercoledì mattina. I tempi per i verdetti si annunciano molto brevi.