L'AQUILA È pronto a rispondere del suo operato davanti alla commissione consiliare di Garanzia e controllo, sperando così di «chiarire e chiudere definitivamente la storia».L'amministratore unico del Centro turistico del Gran Sasso Dino Pignatelli controreplica alle accuse lanciate dai consiglieri comunali Stefano Palumbo e Paolo Romano, dopo la nomina a sostituto del direttore d'esercizio degli impianti di suo figlio Daniele, che si è poi dimesso. Intanto, lo stesso direttore d'esercizio titolare, l'ingegnere Pier Paolo Grassi, interviene nella vicenda e scrive all'amministratore unico, ritenendo non percorribile la strada dell'indagine conoscitiva per l'individuazione di un altro sostituto e ricordando che tale scelta è lasciata per legge al giudizio del titolare. «Personalmente», scrive a Pignatelli il direttore d'esercizio, «ritengo che l'accaduto sia una pura e semplice strumentalizzazione. Parlano i risultati raggiunti nella stagione appena conclusa, gli impianti hanno aperto nei tempi previsti, l'esercizio è stato regolare ed impeccabile e non vi sono stati incidenti degni di nota. Vi pregherei di consentirmi di lavorare in serenità nell'interesse del Centro turistico del Gran Sasso». Anche Pignatelli mette sul tappeto i risultati raggiunti: «Sanno i consiglieri», chiede l'amministratore unico, «che per la prima volta dopo svariati anni il bilancio del Ctgs chiude in attivo? Sanno che abbiamo azzerato il disavanzo e pagato gran parte dei debiti accumulati riducendo le spese per il personale pagando puntualmente stipendi e straordinari? Se anche a gennaio e febbraio ci avessero fatto lavorare con continuità avremo sicuramente fatto il record di incassi e di presenze riducendo le spese in maniera consistente. Questi risultati si possono ottenere solo attraverso un percorso, appena iniziato, di risanamento e di riorganizzazione. Questo era il mio compito a cui ho dedicato con passione gran parte del mio tempo, sottraendolo a quello dedicato alla professione, senza pensare», sottolinea Pignatelli, «a fare sveltine o ad aiutare mio figlio, che non ha bisogno di questi sotterfugi per affermarsi avendo già il suo carico di lavoro più che soddisfacente, dovuto esclusivamente alla sua capacità alla sua preparazione e alla sua dedizione a una professione bellissima ma difficile».