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Data: 12/05/2019
Testata giornalistica: AbruzzoWeb
«Chiudere il traforo è catastrofe anche per turismo», Schillaci lancia l'allarme. Presidente ristoratori teramani e proprietario cantina porta romana, «ora ci salvi lo stato». Insorgono anche politica ed altre associazioni dopo decisione strada dei parchi di dirottare traffico alle 'capannelle

TERAMO – “La chiusura del Traforo del Gran Sasso, se fosse attivata, creerebbe, al cento per cento, un danno immane a un intero territorio. Siamo letteralmente terrorizzati, non ci possiamo permettere una simile catastrofe. Non si può essere ostaggio di una società privata”.

Ennesimo grido d’allarme abruzzese dopo che Strada dei Parchi Spa, concessionaria delle autostrade A24 e A25, ha fatto capire di avere intenzione di chiudere il traforo del Gran Sasso, sull'A24, nel tratto fra Assergi e Colledara-San Gabriele, in entrambe le direzioni, a partire dalla mezzanotte del 19 maggio prossimo, dirottando quindi il traffico sulla Strada Statale 80, meglio conosciuta come “Passo delle Capannelle”.

A tuonare, in questa occasione, è Marcello Schillaci, della Cantina di Porta Romana, presidente della Associazione ristoratori teramani (Art), impegnato in questo mese con la clientela che vuole mangiare le leggendarie Virtù.

La decisione di Sdp, che ha scatenato un inferno di polemiche, è stata motivata con il fatto che la stessa società concessionaria vuole evitare la "reiterazione del reato", visto che i vertici della società, assieme a quelli dei Laboratori di fisica nucleare del Gran Sasso e della Ruzzo Reti, sono sotto inchiesta dalla Procura di Teramo, per gli sversamenti di sostanze pericolose avvenute sotto il traforo.

In attesa dei lavori di messa in sicurezza da 170 milioni, per sbloccare i quali la Giunta regionale ha chiesto al governo la dichiarazione di stato di emergenza e l'arrivo di un commissario.

Eppure, in base a quanto emerge dal piano presentato in riunione, non esiste alcun rischio per i Laboratori nazionali del Gran Sasso dell'Infn, poiché viene garantito l'accesso ai Laboratori a determinate condizioni, tra cui l'impiego di auto elettriche.

“Maggio – afferma con rabbia Schillaci ad AbruzzoWeb – è il mese in cui il nostro turismo estivo ‘sboccia’. Adesso, ad esempio, Teramo è sommersa di romani che prendono anche le case al mare. Perché portarci alla catastrofe?”.

“Già con le chiusure parziali del Traforo i danni si sentono – prosegue – figuriamoci cosa accadrebbe se si chiudesse del tutto. Per non parlare dei danni di immagine: chi punterebbe all’Abruzzo, sapendo che di colpo l’autostrada viene chiusa? Non scherziamo, per favore. Non scherziamo”.

“Se domenica prossima il Traforo è chiuso, l’aquilano, o il reatino, o il romano, non viene né da noi ristoratori e commercianti, né va al mare per prendere in affitto una casa. E i lavoratori che ogni giorno fanno i pendolari? Loro che fine fanno? Mi aspetto che intervenga pesantemente lo Stato. Non si può essere ostaggio di una società privata”, conclude Schillaci.
LE ALTRE REAZIONI

"Giù le mani dall'autostrada, non accettiamo la minaccia di Strada dei parchi. Chiudere il traforo del Gran Sasso dal 19 maggio significherebbe recare un danno gravissimo ad un territorio già duramente colpito dai terremoti e isolarlo dal resto d'Italia. Strada dei parchi deve ricordare che l'autostrada è pubblica e quindi dei cittadini, la società ne ha solo la gestione": così in una nota il sottosegretario abruzzese Gianluca Vacca commenta la notizia della chiusura del traforo.

"Il traforo è un'arteria di comunicazione fondamentale per l'Abruzzo e non può essere chiusa. Sono in contatto con il Mit e con gli organismi competenti per scongiurare questa scelta. Qualora ci fosse una cieca ostinazione del gestore verso la chiusura, chiederò con forza al Mit di valutare se ci sono i requisiti per la revoca immediata della concessione, e so che il ministero valuterebbe con molta attenzione questa ipotesi. Ora basta!", conclude Vacca.

"Ricordiamo a Strada dei Parchi che non è proprietaria ma solo concessionaria della A24-A25 e ci auguriamo ancora per poco. Non è concepibile che si penalizzino i cittadini che si spostano lungo la direttrice Tirreno-Adriatica, decidendo di chiudere in entrambi i sensi di marcia il tratto tra gli svincoli di Assergi e Colledara-San Gabriele", affermano i deputati abruzzesi del Movimento 5 Stelle.

"Chiudere il traforo del Gran Sasso dal 19 maggio significherebbe interrompere un pubblico servizio - spiegano in una nota - generare il caos con il dirottamento giornaliero di oltre 10mila veicoli sulla statale 80, arrecare un danno enorme all'economia del territorio e per giunta bloccare le attività dei Laboratori nazionali di fisica nucleare. Non staremo con le mani in mano a guardare questi signori che fanno il bello e cattivo tempo. Non lo abbiamo fatto quando si è trattato di richiamarli alle loro responsabilità sul disastro della manutenzione e non inizieremo certo ora. Siamo in contatto con il Mit e con gli organismi competenti per scongiurare questo sopruso ai danni dei cittadini abruzzesi e non solo".

"Da quando Strada dei Parchi ha annunciato la chiusura dell'autostrada del Gran Sasso, il ministero dei Trasporti non ha battuto ciglio. Una inerzia totale. Ed il sottosegretario Gianluca Vacca continua a dire le stesse cose da settimane", dichiara la deputata aquilana Stefania Pezzopane, della presidenza del Gruppo Pd alla Camera, componente Commissione Ambiente.

"Per non parlare della risposta del governo alla interrogazione della collega Muroni in commissione Ambiente, che è stata di una inconsistenza assoluta, ridicola. Il ministro Toninelli deve dire esplicitamente da che parte sta e deve impedire al concessionario di chiudere l'autostrada, che è di proprietà dello Stato e quindi appartiene ai cittadini. Nomina il commissario o no? Sarà il presidente della Regione come in Liguria o si inventeranno qualche burocrate senza portafoglio? Li mettono i soldi nel decreto cantieri o se ne continuano a fregare della situazione della emergenza ambientale? È già trascorso un anno di,legislatura, non possono continuare a fare la parte di chi è arrivato ora e scopre un mondo tanto cattivo e pieno di problemi", aggiunge.

"Ho chiesto al presidente della Commissione Ambiente della Camera di ascoltare in urgente audizione le associazioni ambientaliste del Forum dell’Acqua, e di audire anche regione, province, Strada dei Parchi, Infn e Società gestione Ruzzo. Spero che accetti la mia proposta per procedere immediatamente alle audizioni. Intanto Danilo Toninelli non faccia lo struzzo, nomini subito un commissario per la sola esecuzione delle opere, senza deroghe ambientali, e stanzi nel decreto cantieri le somme necessarie per la messa in sicurezza del Gran Sasso (circa 180 milioni in un trienno). Il commissario potrebbe essere lo stesso presidente della Regione Marco Marsilio, così da confermare il ruolo degli enti territoriali, come per il decreto Genova ed il ponte. La soluzione c'è e serve agire subito perché il 19 maggio è arrivato e l'Abruzzo rischia l'isolamento", conclude Pezzopane.

In merito alla boutade avviata da Strada dei Parchi che vorrebbe imporre la chiusura del traforo del Gran Sasso per il gruppo di "Mobilitazione per l'Acqua del Gran Sasso": "fin dall'inizio non si dovevano assecondare i desideri della concessionaria, a partire dalla richiesta di un Commissario, ma, al contrario, metterla davanti alla sue responsabilità.
Bene quindi la posizione del sindaco di L'Aquila Biondi con la diffida per scongiurare il blocco della viabilità sull'arteria strategica e, nel caso, per ottenere la valutazione del ritiro della Concessione da parte del Ministero delle Infrastrutture. Era la risposta da dare fin dall'inizio agli annunci di Strada dei Parchi. Invece la politica è andata dietro ai voleri del concessionario sul Commissario. Ora, come avviene sempre in questi casi, la società non si accontenta e alza ulteriormente l'asticella dello scontro", si legge in una nota.

"Ma dove si è mai visto che un soggetto posto sotto accusa da una Procura per fatti specifici relativi alla normali precauzioni - a partire dai lavori di manutenzione - che avrebbe dovuto prendere nella gestione del tunnel rispetto alla qualità dell'acqua utilizzi ora proprio questo bene pubblico, l'autostrada, gestito a prezzo carissimo per gli utenti, nella propria strategia processuale di autodifesa scaricando tutte le conseguenze sui cittadini e sull'economia del paese? Con la Magistratura che non ha posto sotto sequestro l'autostrada né imposto altre misure cautelari, come si fa a parlare di "reiterazione del reato"? La politica non resti ostaggio dei voleri del privato ma alzi la testa, considerato anche lo stato generale della manutenzione dell'infrastruttura affidata al privato", prosegue la nota.

"Auspichiamo che tutte le amministrazioni e i portatori d'interesse attacchino le posizioni inaccettabili di questa società richiamandola alle proprie responsabilità. La sicurezza di acqua, tunnel e laboratori si ottiene ripartendo dai 10 punti elencati dalla Provincia di Teramo e dall'assemblea dei sindaci del teramano. Tra questi: tavolo di coordinamento nazionale con il Governo, reperimento dei 172 milioni di euro per i lavori, allontanamento delle 2.300 tonnellate di sostanze pericolose dai Laboratori, nessuna deroga alle norme poste a tutela di salute e ambiente", concludono gli ambientalisti.

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