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Data: 27/05/2019
Testata giornalistica: Il Messaggero
Exploit Lega, primo partito. E i dem superano i 5Stelle. Scrutinate l’80% delle sezioni: il Carroccio sale al 34,2%. M5S al 16,6%, perde 5 milioni di voti rispetto alle Politiche. Il Pd arriva al 23,5%, Forza Italia al 8,4 e FdI al 6,4. Affluenza al 56%, due punti e mezzo meno del 2014

ROMA La Lega sfonda e conquista saldamente il primo posto, con quasi un italiano su tre che ha scelto il Carroccio; il Pd sorpassa il M5S, con i pentastellati che perdono quasi cinque milioni di voti rispetto a un anno fa. Le proiezioni notturne del voto italiano per l'Europarlamento formalizzano l'atteso avvicendamento tra le due forze al governo come partito di maggioranza relativa. Il partito di Matteo Salvini è accreditato del 34,2 per cento, con risultati importanti, e a loro modo storici, in tante aree del Paese: il Carroccio è in testa nella rossa Emilia Romagna ed è il secondo partito (dopo il Pd) a Roma, con un 26 per cento impensabile fino a due o tre anni fa.
IL SORPASSO
Dietro ai leghisti, il Pd è accreditato del 23,5 per cento dei consensi, mentre i pentastellati arretrano al 16,6 per cento. Ben sotto il crinale del 10 per cento si attesta Forza Italia (all'8,4%), mentre Fratelli d'Italia arriva a toccare il 6,4% per cento e +Europa non riesce a superare la soglia del 4, con le proiezioni che le assegnano un 3,2 per cento insufficiente a staccare il biglietto per Bruxelles e Strasburgo. Tutte sotto questa quota le altre liste in campo per il Parlamento europeo: Europa verde si ferma al 2,3 per cento, la Sinistra all'1,7. Sotto l'1 per cento il Partito comunista (0,9), il Partito animalista (0,6) e gli altoatesini della Svp (0,5), mentre gli altri candidati si dividono il restante 2 per cento.
GLI SCOSTAMENTI
Se i risultati finali dei vari partiti confermeranno le proiezioni della notte, il M5S avrà perso quasi cinque milioni di voti rispetto a quanto ottenuto alle Politiche del 4 marzo dello scorso anno, mentre il partito di Matteo Salvini avrà ottenuto circa tre milioni e mezzo di voti in più del 2018. In crescita anche il Pd, che in 14 mesi avrebbe aumentato il proprio serbatoio elettorale di oltre mezzo milione di preferenze, mentre Forza Italia lascerebbe sul terreno oltre un milione di voti, sempre rispetto al dato della Camera di un anno fa.
ALLE URNE
In Italia non c'è stato il boom dell'affluenza registrato nel resto d'Europa. Ieri l'asticella nel Belpaese è stata fissata al 56 per cento: circa due punti e mezzo in meno rispetto ai votanti del 2014. Deludente soprattutto il risultato di Roma: nella Capitale ha votato appena il 48,9 per cento degli aventi diritto: in evidente calo rispetto alla scorsa tornata elettorale, quando il dato definitivo si attestò al 51,99 per cento. La disaffezione alle urne è stata forte soprattutto nelle periferie che, nel recente passato, avevano premiato il M5S e la sindaca Virginia Raggi. Per il resto, si è votato molto di più in Trentino Alto Adige, dove l'incremento ha superato il 10 per cento. Votanti in crescita anche in Emilia Romagna e Umbria. Leggero calo di affluenza, invece, in Sicilia, con oltre un punto in meno rispetto a cinque anni fa. In calo anche l'affluenza alle Comunali: 3.654 centri interessati si è toccata quota 68 per cento, contro il 71,37 per cento delle elezioni omologhe precedenti. In Piemonte, per le Regionali ha votato il 63,3 per cento: cinque anni fa l'affluenza toccò il 67,9.
LA GIORNATA
Dopo le polemiche della vigilia sulla violazione del silenzio elettorale i diversi leader in lizza, anche a urne aperte, hanno sparato gli ultimi colpi di questa lunga campagna elettorale. Il vicepremier e ministro dell'Interno, Matteo Salvini, arrivando al suo seggio milanese, a chi gli chiedeva che giornata sarebbe stata, ha risposto: «Bella, molto bella, c'è cambiamento, si sente nell'aria». La certezza, ha aggiunto, «è che da domani tutti la smettano di attaccare, insultare, criticare e si lavori rispettando il lavoro degli altri». Quindi, lasciando la scuola, ha ribadito il messaggio centrale della sua campagna: «Io ho votato per salvare l'Europa, perché chi ha governato in Europa in questi anni ha tradito l'Europa dei De Gaulle, delle Thatcher, l'ha svenduta alle banche».
AI SEGGI
Il presidente di Forza Italia, silente fuori dai seggi, non ha parlato con i cronisti. Ma poco dopo, s'è fatto sentire su Facebook, ribadendo che a suo giudizio «scegliere uno dei partiti di governo significa protrarre l'agonia del Paese, indebolito e sempre più in crisi, a causa della loro incapacità amministrativa e delle continue liti». L'unico voto utile, ha sintetizzato l'ex premier, «è il voto a Forza Italia». In silenzio il capo politico dei Cinque Stelle, Luigi Di Maio, lasciando il seggio della sua città, Pomigliano d'Arco: «Oggi nessuna dichiarazione, c'è il silenzio elettorale - ha detto il vicepremier - Un in bocca al lupo a tutti». Ironico, invece, l'intervento di Giorgia Meloni. La leader di Fratelli d'Italia, di prima mattina, ha detto la sua, postando su Twitter una breve clip, davanti a una cassa di meloni: «Siamo in silenzio elettorale e non si può dire per chi votare, ma...», volgendo lo sguardo proprio sulla frutta.

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