PESCARA Dopo cinque anni di giunta di centrosinistra, Pescara torna ad essere governata da un'amministrazione di centrodestra. La guiderà Carlo Masci, avvocato e politico di lungo corso. Masci ce l'ha fatta vincendo al primo turno con il 51,33 per cento dei voti, anche se il risultato fino a tarda sera non garantiva di poter evitare il ballottaggio.Masci ha più che doppiato i voti di Marinella Sclocco, candidata sindaco con la coalizione di centrosinistra, che si è fermata al 22,87 per cento con il Pd che si è stabilizzato intorno al 15 per cento, qualche decimale in meno dei voti conseguiti alle regionali del 10 febbraio scorso. Il successo del centrodestra, sostengono alcuni, arriverebbe da lontano. Forse l'effetto Salvini ha influenzato anche le elezioni amministrative di Pescara. La Lega diventa il primo partito del capoluogo adriatico, ma non sfonda come è accaduto alle elezioni europee. È questo in estrema sintesi il quadro emerso ieri con i risultati del voto per le comunali.
EXPLOIT DI MASCI. Il successo del centrodestra era stato previsto addirittura prima che cominciasse la campagna elettorale. Il centrosinistra in crisi e il Movimento 5 Stelle che perde terreno a livello nazionale hanno probabilmente influito anche sul voto di Pescara. Ma non solo. Il dato che emerge dalle urne è, di fatto, anche una bocciatura del lavoro svolto in questi cinque anni dall'amministrazione Alessandrini. Lavoro che non è stato sempre apprezzato. A pagarne le conseguenze è stata Marinella Sclocco, che ha dovuto affrontare una campagna elettorale difficile, partendo tra l'altro fortemente in ritardo perché il Pd non si decideva a scegliere il candidato sindaco. Tuttavia, Sclocco ha raggiunto un risultato forse inaspettato, ben oltre la soglia del 20 per cento che era stata indicata come spartiacque per affermarsi. Una buona campagna elettorale e un centrosinistra in lieve risalita sono alla base del «risultato importante», come lo ha definito ieri la stessa candidata. Invece, ha raggiunto il 6,36 per cento Carlo Costantini, che si presentava con il più grande polo civico mai realizzato a Pescara. «Forse speravo in qualcosa di più», ha detto ieri a caldo il candidato promotore del progetto della Grande Pescara. Al di sotto delle aspettative il risultato raggiunto da Erika Alessandrini, candidata con il Movimento 5 Stelle, che con il suo 12,95 per cento non è riuscita ad eguagliare la percentuale del 16,09 per cento raggiunta nel 2014 dalla sua collega di partito Enrica Sabatini candidata alla carica di primo cittadino alle precedenti elezioni.Forte delusione, invece, per altri due candidati sindaci, Gianni Teodoro e Stefano Civitarese, che con le loro rispettive liste civiche Scegli Pescara e Coalizione civica per Pescara non sono riusciti a raggiungere la soglia minima del 3 per cento per poter entrare in consiglio comunale. Infine, restano al di sotto dell'uno per cento Gianluca Baldini (Riconquistare l'Italia) e Mirko Iacomelli (Casapound.
LEGA PRIMO PARTITO. Il Carroccio diventa il primo partito di Pescara. Di fatto è una conferma, visto che già alle elezioni regionali del 10 febbraio scorso si era classificato al primo posto anche nel capoluogo adriatico. La Lega ottiene il 21,33 per cento, oltre otto punti in meno rispetto al risultato conseguito a Pescara alle europee di domenica scorsa e 6 punti in meno delle regionali del 10 febbraio scorso. Tuttavia, il Carroccio rappresenta la locomotiva che traina il centrodestra. Anche se dai risultati di ieri è emersa una grossa sorpresa. Forza Italia è riuscita quasi a raddoppiare i voti rispetto alle europee e alle regionali. A queste elezioni comunali ha ottenuto il 12,35 per cento, contro il 6,8 raggiunto a Pescara alle europee e il 7,37 delle regionali.Successo anche di Fratelli d'Italia che vede in continua ascesa il numero dei voti. Alle comunali ottiene il 7,26 per cento, contro il 7,16 delle europee e il 6,07 delle regionali. Buono anche il risultato conseguito da Pescara futura, la storica lista civica di Carlo Masci. Ha ottenuto il 6,07 per cento, addirittura aumentando di un punto percentuale il risultato registrato alle elezioni comunali di cinque anni fa. Il temuto voto disgiunto nei confronti di Masci non c'è stato.Sul fronte del centrosinistra, da segnalare la posizione del Pd che si stabilizza al 15,15 per cento, contro il 16,26 delle regionali e il 13,03 delle europee. Restano al di sotto del 5 per cento, invece, le altre due liste della coalizione di centrosinistra, ossia Pescara città aperta composta dalla Sinistra italiana e da Mdp-Articolo uno, che ottiene il 3,27 per cento e la civica Per Sclocco sindaco, che arriva al 4,58 per cento. In calo il Movimento 5 Stelle che ottiene il 12,06 per cento, contro il 20,07 per cento delle europee e il 22,54 per cento delle regionali di febbraio. In discesa anche rispetto alle precedenti comunali del 2014, quando il Movimento 5 Stelle aveva fatto registrare il 15,14 per cento.Non si può fare un confronto, in compenso, con le tre liste civiche di Costantini, Faremo Grande Pescara, Nuova Pescara e Città del futuro, perché è la prima volta che si presentavano alle elezioni. Nessuna delle tre, però, ha raggiunto il 3 per cento. Non hanno raggiunto la soglia del 3 neanche Scegli Pescara, di Gianni Teodoro e Coalizione civica per Pescara, di Stefano Civitarese.