PESCARA I numeri della Lega in Abruzzo impressionano anche Giuseppe Bellachioma, segretario regionale del partito di Salvini. Il calo consistente di preferenze del Movimento 5 Stelle lascia senza parole i grillini d'Abruzzo, dalla capogruppo in Regione, Sara Marcozzi, al rappresentante di governo, Gianluca Vacca. Sembra rallentare la corsa in discesa del Partito democratico, ma è tutto relativo perché se il confronto è fatto con le europee del 2014, e non con le politiche del 4 marzo di un anno fa, il Pd è in caduta libera. Chi perde su entrambi i fronti, 2018 e 2014, è Forza Italia in piena emorragia di elettori, a vantaggio della Lega e del partito di Giorgia Meloni, in crescita sobria.
PARLANO I NUMERI. L'analisi delle elezioni europee in Abruzzo lascia poco spazio alle interpretazioni se osserviamo numeri e confronti con i precedenti voti d'opinione.In altre parole, diventa inutile, per i politici sconfitti, affermare che il proprio partito ha mantenuto la posizione se le cifre dimostrano il contrario.
OLTRE LE ATTESE. La prima riflessione è che in Abruzzo la Lega ha raggiunto una percentuale superiore alla media nazionale. Bellachioma è stupito: si aspettava il 28, massimo il 30 per cento, per sua ammissione ad urne ancora chiuse. La Lega - come riportiamo nella tabella - ha superato le 205mila preferenze e il 35 per cento. Il che significa che un abruzzese su tre ha scelto Salvini. Sono numeri che neppure il Pd renziano, nel periodo di massimo splendore, riuscì a centrare. Rispetto a un anno fa il Carroccio, in Abruzzo, ha raddoppiato le preferenze. Ma se si paragona il dato attuale con le precedenti europee, ci troviamo di fronte a un'eruzione vulcanica.
COME TRE CAPOLUOGHI. La differenza con un segno + è di oltre 195mila voti, pari agli abitanti dell'Aquila, Teramo e Chieti messi insieme. L'effetto traino della Lega, trasferito nel voto per le comunali in 99 centri d'Abruzzo, è stato imponente. Ma da dove arriva l'esercito dei neo elettori leghisti? Da chi ha preso voti Salvini?
NIENTE FESTE. Il sospettato numero uno è il M5S che non fa festa pur essendo arrivato secondo in Abruzzo. Le 130mila preferenze alle europee di domenica scorsa significano una fuga dell'elettorato pari a oltre 172mila voti, rispetto alle politiche di appena un anno fa quando i 5 Stelle hanno raggiunto il massimo della loro espressione superando quota 300mila. È una fuga dell'elettorato che va in due direzioni: la Lega e il partito degli astensionisti visto che i votanti, rispetto a un anno fa, sono scesi in Abruzzo da 786mila a 607mila. Il momento attuale è comunque il peggiore della storia dei pentastellati d'Abruzzo ai quali non basta la consolazione di aver evitato l'onta del sorpasso Pd che, invece, si è verificato a livello nazionale.
VERSO IL BASSO. Ma in Abruzzo il partito di Zingaretti, pur ottenendo una percentuale di due punti superiore alle politiche del 2018, è nettamente al di sotto del dato medio italiano (16,9% contro il il 22,69) ed ha perso quasi 10mila voti.Se poi il confronto viene fatto con le precedenti europee, il numero degli elettori dem in fuga sale a oltre 119mila. Il che imporrebbe un cambio di passo sostanziale. Ecco invece che cosa dichiara, in sintesi, il segretario uscente Renzo Di Sabatino: «È un risultato soddisfacente, che prova che esiste un'inversione di tendenza rispetto alle politiche del 2018 e al risultato delle regionali». Passiamo a Forza Italia, partito coordinato in Abruzzo dal senatore Nazario Pagano.
CHI CI GUADAGNA. Anche per gli azzurri l'emorragia è evidente confrontando il dato di domenica scorsa (54.631 elettori pari al 9.39%) con le politiche del 2018. Un confronto che evidenzia un segno meno di quasi 60mila voti che, com'è facile pensare, sono andati alla Lega. Ancora più pronunciato è il segno negativo rispetto alle europee di 5 anni fa quando Forza Italia contava in Abruzzo oltre 18% dell'elettorato e più di 126mila preferenze. Chi ci ha guadagnato in preferenze, oltre alla Lega, è Fratelli d'Italia che in Abruzzo sale al 7 per cento (40.724 voti) pari a 3.119 preferenze in più rispetto alle politiche. La crescita si concentra nel Vastese, città del coordinatore regionale Etel Sigismondi, e supera i 9mila voti se si considerano le europee del 2014.
LE DUE STRADE. Tirando le somme di questa analisi del voto d'opinione, si può dire che in Abruzzo c'è un flusso di elettorato pentastellato, forzista e Pd, che domenica ha scelto altre strade, salendo sul Carroccio dei vincitori oppure disertando le urne. Con una porzione, seppur minima di votanti di Forza Italia, che si è invece spostata verso il partito della Meloni e Marco Marsilio.