PESCARA È un quadro monocolore, con la Lega che vince praticamente in tutti i comuni più grandi della regione, quello che esce dalle urne delle elezioni europee in Abruzzo. E al quale il Centro dedica un ampio approfondimento nelle dieci pagine che seguono questa, con tutti i voti, comune per comune, ai partiti che si sono presentati nella circoscrizione sud. La spinta data alla Lega da Matteo Salvini in 305 comuni è imponente, con pochissime eccezioni e anche se nessun abruzzese del Carroccio entra nell'Europarlamento.
ASSO PIGLIATUTTO. La Lega (leggasi Salvini), ha rastrellato valanghe di voti ovunque, tant'è che la media regionale si attesta sul 35,31%, pur con qualche differenza. Analizzando i dati riferiti ai comuni maggiori si scopre che il più grande in assoluto, Pescara, è stato anche quello relativamente meno prodigo di voti: "solo" il 30,13%, vale a dire 18.966 preferenze.Secondo partito del capoluogo adriatico è il Pd, che con 13.039 voti (pari al 20,71%), supera di poco il M5S (che ottiene 12.634 voti pari al 20,07%). A San Benedetto in Perillis (L'Aquila), il Pd resta a bocca asciutta con zero voti.
PROVE DI RIPARTENZA. Un Pd che prova a ripartire dopo le sconfitte collezionate negli ultimi tempi, ma alle prese con un trend in discesa. Bene anche Forza Italia, che a livello regionale riporta il 9,39%, ma che a Pescara sale al 10,96%. E Fratelli d'Italia arriva al 7,16% (la media regionale è del 7%).
MANCA L'APPEAL. Anche all'Aquila la Lega è il primo partito, ma nel comune capoluogo il partito di Salvini si attesta al 31,91%: vale a dire, 4 punti in meno rispetto alla media regionale (35,3%) e provinciale. Particolare l'andatura del Pd che arriva al 21,93%, cioè un punto sotto la media nazionale, ma 4 punti sopra quella provinciale e 5 di quella regionale. Il Movimento 5 Stelle nel capoluogo di regione è il terzo partito, con il 14,67%.Un dato che pone M5S otto punti sotto la media regionale, a testimoniare che l'appeal a 5Stelle, all'Aquila, funziona fino a un certo punto. Forza Italia si attesta al 12,46%, circa 3 punti più su della media regionale, a testimoniare l'attaccamento al Cavaliere che nel capoluogo ottiene 1.476 voti. Bene anche Fratelli d'Italia, il partito del sindaco Biondi che si pone al 9,16%, sopra la media nazionale e regionale.
LA ROCCAFORTE DI SALVINI. È Chieti, tra i quattro capoluoghi, la vera roccaforte del partito di Salvini. Qui il Carroccio sbanca ottenendo il 34,56% delle preferenze, pari a 7.147 voti. A seguire la Lega c'è il M5S, al 22,26%. Qui non si è verificato il sorpasso del Pd, che si piazza in terza posizione, al 17.53%. Bene anche Forza Italia (al 10,8%). Percentuale più bassa della media regionale per FdI, che deve accontentarsi del 5,43%.
CAMBIA L'ORIZZONTE. Anche a Teramo, città amministrata dal centrosinistra, la Lega fa il pieno con il 33,58% dei voti. La seguono il M5S a dodici punti di distanza ( 21,69%), il Pd (al 18,25%, ma che solo l'anno scorso, in occasione delle comunali, era all'8,63%), FI all'8,18% e FdI, che con il 6,8% è sotto la media regionale. Una rimonta di quasi 10 punti, dunque, per il Partito democratico trainato dall'effetto Gianguido D'Alberto, il sindaco eletto l'anno scorso al ballottaggio contro Giandonato Morra, ma il vero exploit è proprio quello della Lega che nel 2018, al primo turno, era al 6%. Montesilvano, la quarta città d'Abruzzo per numero di abitanti, la Lega ottiene il 36,11%. Anche in questo caso a fare il pieno di voti è stato Matteo Salvini (2.036) e anche qui è rispettata la classifica che vede dopo la Lega, il M5S e a seguire Pd (con la percentuale più bassa rispetto alla media provinciale e regionale), FI e FdI. Risultato sostanzialmente sovrapponibile, per la Lega, a quello ottenuto sulla piazza di Avezzano, dove il M5S è il secondo partito (22,47%) e il Pd deve accontentarsi della terza posizione con poco più del 14.
VARIABILI DELLA POLITICA. A Vasto, guidata dal sindaco Pd Francesco Menna, la Lega è sotto la media regionale e si ferma al 30%, che comunque rappresenta un risultato di tutto rispetto, dal momento che è comunque il primo partito.Il M5S lo segue di 5 punti e il Pd è al 19%. Festeggia FdI, che ottiene il 7,5%, mezzo punto in più rispetto alla media abruzzese. Lanciano è un'altra delle piazze più grandi, governata dalla coalizione di centrosinistra con a capo il sindaco Mario Pupillo, che vede affermarsi la Lega con percentuali da record (35%). Rispettata la classifica solita (Lega, M5S, Pd), a Lanciano Forza Italia si ferma al 7,89% e Fratelli d'Italia si accontenta del 4,75%. Inaspettato il risultato del Pd a Francavilla al Mare, guidata dal sindaco dem Antonio Luciani. Qui il partito di Zingaretti si ferma al 19,77% (prima di FI, al 9,52 e a FdI, al 5,84), ma dopo la Lega (31,81) e il M5S al 22,9%. A Roseto, città di Giuseppe Bellachioma, coordinatore regionale della Lega, il partito di Salvini guadagna quasi il 37% dei consensi. Forza Italia, sarà un caso, si ferma al 5,5%.
Ma in due casi il Carroccio soffre. Le comunali di Pescara e Giulianova fanno tornare i salviniani coi piedi per terra
PESCARA Ma l'analisi del voto delle comunali nelle grandi città riporta anche la Lega con i piedi sulla terra. Accade dove meno te lo aspetti, cioè a Giulianova, la città a un tiro di schioppo da Roseto dove vive Giuseppe Bellachioma, leader politico del partito, e voce in Abruzzo di Salvini. Ebbene, nella corsa per il nuovo sindaco giuliese, che si deciderà il 9 giugno al ballottaggio tra Jwan Costantini e Pietro Tribuiani, la Lega non supera il 17% delle preferenze al primo turno, attestandosi su valori più che dimezzati rispetto al dato medio abruzzese. A Giulianova non si può parlare di effetto traino del partito di Salvini, come invece è accaduto quasi ovunque nei comuni tornati alle urne. Ma c'è anche un altro dato giuliese anomalo. Riguarda però Forza Italia, fermo a un imbarazzante 1,64%, alle spalle di Fratelli d'Italia che pure è nettamente al di sotto della media regionale con il suo 3,13%. Questi valori, sommati anche alle basse percentuali di poco superiore al 7% di Pd e Movimento 5 Stelle, sempre a Giulianova, la dicono lunga sulla differenza che esiste tra il voto d'opinione alle europee e quello alle amministrative, dove il candidato conta molto di più dei simboli. La stessa cosa, seppure con ruoli invertiti, è accaduta a Montesilvano dove la Lega ha trainato l'elezione del neo sindaco, Ottavio De Martinis, ma anche Forza Italia cresce raggiungendo il 14,74%, superiore di quattro punti rispetto al dato delle europee. Sempre nel comune costiero il Pd precipita ai livelli delle politiche di un anno fa, scendendo al 13,30%. Ed è solo quarto. Da Montesilvano, come da Giulianova, arriva quindi la conferma che, nello stesso giorno, un elettore può votare in modo diverso tra europee e comunali, cioè tra voto d'opinione e amministrativo. Una constatazione che diventa evidente analizzando il voto al Comune di Pescara dove la Lega ha avviato il motore diesel conquistando solo il 22% quando si è trattato di sostenere il sindaco eletto, Carlo Masci, mentre alle europee ha raggiunto nella stessa città il 30,13 per cento. La differenza è marcata ma opposta per Forza Italia che ha fatto segnare il 12,35% per le comunali, contro il 10,96 delle europee. In calo rispetto alle europee anche Pd e Movimento 5 Stelle, rispettivamente al 15,15 per cento e a 12,26%, contro il 20,71 e il 20,07 registrati per il voto europeo. Solo Fratelli d'Italia mantiene quasi le stesse percentuali di poco sopra il 7 per cento. Qual è l'analisi? Confrontando il voto d'opinione con quello al candidato in carne ed ossa, a Pescara, la Lega ha preso 18.966 voti alle europee che sono diventati 13.139 alle comunali, perdendone 5.827. Il Movimento 5 Stelle è sceso da 12.634 voti delle europee a 7.554 preferenze delle comunali, perdendo 5.080 voti. E il Pd, a sua volta, ha perso 3.709 voti, passando dai 13.039 delle europee ai 9.330 delle comunali. Solo Forza Italia, al contrario degli altri partiti, ha incrementato di 698 il bottino della preferenze passando da 6.899 a 7.597 voti. Tutto ciò significa che a Pescara, su 65.772 elettori, un'ampia fetta, pari a oltre il 23% cento, ha votato diversamente tra l'Europa e il Comune. E il voto d'opinione ha perso per strada 15mila elettori quando è diventato un voto a candidati in carne ed ossa.