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Data: 06/06/2019
Testata giornalistica: Il Messaggero
Sblocca-cantieri, meno vincoli alle gare bandi solo per opere oltre 1 milione di euro

ROMA La sospensione generale di due anni al codice degli appalti chiesta dalla Lega non è passata. Ma con il decreto sblocca cantieri - che oggi avrà il suo primo via libera al Senato - la maggioranza ha comunque ottenuto il suo obiettivo di alleggerire il testo unico sui lavori pubblici, e di riflesso il ruolo dell'Anac, per velocizzare la realizzazione delle piccole e delle grandi opere.
Ieri in aula - per disincagliare il provvedimento sul quale il Carroccio e i Cinquestelle hanno sfiorato la crisi di governo - è passato il subemendamento Patuanelli-Romeo, che non soltanto ha sancito la pax sul fronte giallo verde, ma ha inserito una serie di deroghe sul versante degli appalti. Per esempio l'affidamento diretto dei lavori, cioè senza gara, si applicherà ai cantieri del valore tra i 40.000 e i 150.00 euro, ma a patto di valutare almeno tre preventivi o cinque operatori economici. Oltre le soglia dei 350.000 euro si passerà alla procedura negoziata, consultando minimo dieci operatori economici. Stesso iter entro il milione di euro, ma valutando le offerte di 15 soggetti. Soltanto sopra questa cifra si fa ricorso ai bandi aperti di natura europea. Salta il concetto del massimo ribasso, sostituito da una formula che esclude le anomalie nelle offerte oltre un livello predeterminato. Fino all'anno prossimo, poi, si potrà ricorrere ancora all'appalto integrato, mentre il subappalto non potrà superare il 40 per cento di quanto messo a gara.
Sempre fino al 2020 i Comuni non capoluogo di provincia potranno bandire i lavori senza affidarsi alle stazioni appaltanti centralizzate. Non sarà più necessario nominare i commissari dall'albo dell'Anac. Intanto i dubbi di costituzionalità sottolineati dalla magistratura contabile e i timori di Confindustria e dei mercati non sono bastati a fermare il cosiddetto emendamento ammazza Autostrade.
LA MODIFICA
La maggioranza ha dato il via libera alla norma che offre una manleva giudiziaria contro colpa grave e danno erariale ai funzionari del ministero delle Infrastrutture, che avviano la procedura di revoca delle concessioni autostradali. L'unica modifica ammessa dalla maggioranza è che i funzionari del Mit non devono, come nella prima versione, chiedere un parere preventivo all'Avvocatura generale dello Stato, ma alla Corte dei conti. Proprio da questo fronte si era segnalata l'incostituzionalità di una disposizione, che inficerebbe le procedure per valutare la sussistenza della responsabilità erariale e, di conseguenza, potrebbe avere ripercussioni nel calcolo di un successivo indennizzo a favore dell'azienda privata della concessione. Dal mondo dei concessionari autostradali hanno letto l'emendamento come un atto di sfida nella lunga guerra tra il governo e Atlantia dopo il crollo del Ponte Morandi. Ma si fa anche notare che - al di là del valore politico - la norma è di difficile applicazione e che non modifica l'iter lunghissimo della procedura di revoca. In soldoni, potrebbe creare soltanto più incertezza sul versante giudiziario.
L'ATTESA
Lo sblocca cantieri è atteso martedì prossimo alla Camera per un'approvazione rapida. Nei prossimi giorni si attende la lista da parte del governo con tutte le opere da velocizzare con la nomina di commissari, che avranno poteri di general contractor. Intanto il Mef e il Mit hanno trovato un accordo sulle risorse per le strutture straordinarie del Mose e del Gran Sasso (65 milioni complessivi in Laguna, 120 in Abruzzo). Sport & Salute, la nuova holding voluta dal governo per sostituire il Coni, diventa a tutti gli effetti stazione appaltante del settore e ottiene in dote anche i 100 milioni del fondo Sport e periferie. Proroga fino al 10 luglio ai piccoli Comuni per attingere al fondo da 400 milioni di euro per mettere in sicurezza scuola e strade.

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