PESCARA È tutta in salita la strada per i lavoratori del Mercatone Uno, senza lavoro e senza ammortizzatori sociali, finiti nel girone di una procedura fallimentare di cui è impossibile prevedere i tempi di conclusione. Ieri l'assessore regionale alle attività produttive, Mauro Febbo, ha incontrato i sindacati e i lavoratori per fare il punto sulla vertenza che a livello nazionale coinvolge 1800 famiglie, delle quali 105 in Abruzzo. Febbo ha invitato il Ministero dello sviluppo economico ad attivarsi affinché venga revocata la dichiarazione di fallimento dell'azienda. «Passaggio necessario e fondamentale», dice l'assessore, «per attivare gli ammortizzatori sociali e iniziare una trattativa di reindustrializzazione», e sbloccare il pagamento del trattamento di fine rapporto ai dipendenti. Senza questo passaggio, i Tfr finiranno nella massa fallimentare, e pur trattandosi di credito privilegiato (da parte dei lavoratori), i tempi per l'erogazione sono molto lunghi, incompatibili con le esigenze di vita delle persone che da un giorno all'altro si sono ritrovate senza lavoro. «La maggior parte dei 1.800 lavoratori», spiega Febbo, «sono dell'Emilia Romagna, regione capofila in questa difficile vertenza, e mi sono già attivato per intraprendere unitamente al mio collega emiliano azioni comuni. Abbiamo una dichiarazione di fallimento che deve essere revocata, passaggio imprescindibile affinché si possano aprire degli spiragli per i lavoratori. Oggi stesso (ieri per chi legge, ndr), mi sono raccordato con la direttrice regionale Inps Valeria Vittimberga affinché vengano risolte le problematiche inerenti il pagamento del Tfr ai lavoratori, prima di subire un ulteriore danno». Nel frattempo, il senatore di Articolo Uno, Vasco Errani, ha annunciato di aver «presentato un'interrogazione al ministro Luigi Di Maio per avere una risposta rispetto alla drammatica situazione dei lavoratori di Mercatone Uno. Più di 1800 lavoratori dal 24 maggio, infatti, sono stati colpiti dal fallimento di Mercatone Uno e si trovano senza retribuzione e senza la protezione degli ammortizzatori sociali. Con l'interrogazione presentata in Senato», aggiunge il parlamentare, «ho chiesto al governo di attivarsi affinché venga data una risposta immediata e positiva alla richiesta dei sindacati di attivazione della cassa integrazione straordinaria per gli oltre 1800 lavoratori coinvolti e quali iniziative intenda adottare per favorire la vendita di questo storico marchio della grande distribuzione», conclude Errani, «ad un soggetto in grado di rilanciarne l'attività».