PESCARA Il ministro Danilo Toninelli gioca d'anticipo: convoca per oggi, a Roma, Strada dei Parchi e cerca di scaricare sul concessionario di A24 e A25 gli effetti impopolari della stangata sui pedaggi che scatterà dalla mezzanotte del 30 giugno.Ma dalla società di Carlo Toto rispondono rendendo pubblico il decreto che stabilisce gli aumenti e li congela con l'impegno, scritto nero su bianco, di approvare il piano economico finanziario, il Pef, entro questo mese. L'atto, che il Centro pubblica, porta le firme di due ministri: Danilo Toninelli (Infrastrutture e Trasporti, cioè il Mit) e Giovanni Tria (Economie e Finanze, il Mef). Se questa è la premessa, oggi, a Roma, il ministro pentastellato Toninelli dovrà solo comunicare a Strada dei Parchi le novità sostanziali sul Pef. Se no, la convocazione è solo strategia politica.PER DI PIÙ. Gli aumenti delle tariffe, che hanno fatto riesplodere le polemiche, sono infatti già scattati, per legge, dal 1° gennaio 2019 ma congelati sino al 30 giugno perché, tra il 26 e il 28 dicembre 2018, venne ribadito l'impegno politico del Governo a chiudere il Piano economico su tariffe e lavori antisismici in A24 e A25. Per di più, Toninelli scrive espressamente nel decreto che pubblichiamo (articolo 3), che: «I minori ricavi conseguiti dal concessionario, per effetto della sospensione tariffaria, risulteranno recuperati attraverso la revisione del piano Economico e Finanziario».NESSUNA MINACCIA. È questo l'atto chiave - datato 31 dicembre 2018 - che chiarisce il caso dei pedaggi. «In questi giorni, da parte nostra, non c'è nessuna "minaccia" o proposta provocatoria che mira ad ottenere chi sa che cosa. E non c'è nessuna trattativa. È tutto scritto. Approvato. È legge. Se non avessimo risollevato il problema, ci saremmo ritrovati dal primo luglio le tariffe fissate dal decreto», sottolineava ieri Strada dei Parchi, alla vigilia del vertice di oggi a Roma. Ma il concessionario va oltre. COLPO DI TEATRO. «Ricordiamo che se si è arrivati a una moratoria degli aumenti definiti dai due ministeri è perché venne ribadito un preciso impegno politico del governo a chiudere il Pef: finalmente e dopo cinque anni di ritardi», dice Sdp che non nega che: «per arrivare a fine 2018 a questo risultato, e non riuscendo ad avere un incontro ministeriale, siamo ricorsi a mezzi non proprio ortodossi avviando, dal 1° dicembre 2018, anche un conteggio alla rovescia sul nostro sito istituzionale, che ha destato un gran clamore. Una scelta, questa, motivata dalla delusione di non essere riusciti, in tre mesi, ad avere un incontro con il ministero dopo che, da ottobre, Sdp aveva sospeso gli aumenti del 2018».IL RESTO È CRONACA. Dal conteggio alla rovescia alle frenetiche giornate di fine anno. Le trattative dell'ultim'ora tra il 26 e il 28 dicembre. I "colpi di scena" e infine la prima definizione del decreto che fissa gli aumenti e l'annuncio immediato di Sdp di una nuova sospensione, unilaterale, di altri tre mesi. «La situazione stava rischiando di precipitare quando ecco il "colpo di teatro" contenuto nel decreto. I mesi di congelamento delle tariffe diventano sei. Con l'impegno, però, che questo tempo doveva essere utilizzato, fattivamente, per chiudere il Piano Economico Finanziario. Invece niente. Il piano è in alto mare. Ed è arrivata anche la scadenza del 1° luglio 2019», aggiungono dalla società concessionaria delle autostrade .TIRIAMO LE SOMME. Nel dispositivo del decreto si evidenzia che per A24 e A25 c'è una situazione anomala con un Piano Economico Finanziario scaduto dal 2014. Ma per governare gli aumenti dei pedaggi l'unica via è quella di avere un nuovo Pef. Lo dicono le norme, i contratti e le convenzioni che regolano tutta la materia.«Tutto il resto rischia di rivelarsi trovate politiche per spostare il problema più in là, senza risolverlo»In estrema sintesi, questo potrebbe dire oggi Sdp nell'incontro decisivo. «In tutta questa vicenda, abbiamo giocato a carte scoperte, dichiarando da subito i nostri obiettivi: definire il nuovo Piano economico finanziario, che è l'unico modo certo e reale per assolvere a due macro obblighi, ovvero fare l'adeguamento sismico delle infrastrutture, (imposto da una legge già dal 2012) e avere una politica dei pedaggi coerente con le attese dei clienti». Conclude Sdp. La parola passa al ministro Toninelli.
Il centrosinistra convoca il ministro M5S in consiglio
L'AQUILA Una riunione straordinaria del consiglio regionale, possibilmente con la presenza del ministro Danilo Toninelli, per affrontare il tema dei rincari dei pedaggi autostradali su A24 e A25. È la richiesta avanzata dai capigruppo della coalizione di centrosinistra, Silvio Paolucci (Pd), Americo Di Benedetto (Legnini Presidente) e Sandro Mariani (Abruzzo in Comune). «Riteniamo indispensabile», dicono, «che la Giunta regionale si faccia portavoce delle richieste dei nostri territori chiedendo al Governo nazionale di accogliere l'istanza sottoscritta dai sindaci abruzzesi il 6 giugno 2019, provvedendo a sospendere gli aumenti fino al 31 dicembre 2019 e in attesa dell'approvazione del nuovo piano economico e finanziario della concessione». I consiglieri del centrosinistra chiedono quindi «l'intervento urgente della Regione affinché venga assunta ogni iniziativa presso il Mit e gli organi comunitari competenti per ottenere il rapido ed urgente esame ed approvazione del Piano economico e finanziario, «che contempli una nuova regolazione del sistema tariffario e che dovrà prevedere, come previsto dalla normativa vigente, tariffe sostenibili per l'utenza».
Ma il parlamentare Berardini accusa i sindaci abruzzesi
TERAMO«Appare veramente assurdo che alcuni sindaci del Pd anziché occuparsi delle tematiche del proprio comune continuino a fare terrorismo mediatico riguardo ai pedaggi autostradali, considerando che quando il proprio partito fu al Governo non fece nulla per risolvere definitivamente questa problematica. Stessa cosa vale per i consiglieri regionali Paolucci e Mariani». Così il deputato teramano M5S, Fabio Berardini, sulla questione dei pedaggi. «Questi annunci finiscono solo per danneggiare il turismo e l'immagine della nostra Regione così come è stato per la minacciata chiusura del traforo del Gran Sasso da parte della Strada dei Parchi. A oggi se il traforo non è stato chiuso e le autostrade non sono aumentate è merito solo del ministro del M5S Toninelli che sta lavorando per risolvere i problemi lasciati proprio dal Governo del partito di Mariani e Paolucci», conclude. «Per quanto riguarda l'ulteriore minaccia di aumento, un ruolo di primaria importanza lo giocherà anche il Concessionario. Per questa ragione la società Autostrada dei Parchi dovrà cooperare con il Ministero per garantire ai cittadini un'infrastruttura efficiente e un servizio pagato il giusto».