Un'età media di 12 anni, contro un dato europeo fermo intorno ai 7, e tanti chilometri sulle spalle. Se i bus a Roma vanno a fuoco con tale frequenza la colpa è anche di una flotta vecchia, utilizzata con ritmi molto elevati e con una scarsa manutenzione dovuta anche al fatto che, oltre i 10-12 anni di vita di un mezzo, diventa anche difficile trovare pezzi di ricambio adeguati. E così l'Atac si ritrova a dover far di necessità virtù, intensificando i controlli su un parco macchine che vede circa 300 bus prossimi alla soglia del milione di chilometri percorsi. Trecento mezzi considerati quindi, come spiegano i tecnici del settore, «ad alto rischio» di guasti che possono arrivare a provocare incendi: dai malfunzionamenti degli impianti dell'aria condizionata alle cinghie, fino alla ceduta di olio o combustibile su parti metalliche che, soprattutto in questo periodo, sono spesso arroventate dal sole.
SU STRADA
L'Atac, per il trasporto pubblico di superficie, conta su una flotta di 1.937 autobus, a cui vanno aggiunti 164 tram e 30 filobus. Ma di questi meno di cinquecento sono stati acquistati e messi in strada dal 2009 a oggi: i 337 della serie Roma, entrati in servizio durante l'amministrazione di Gianni Alemanno, e i 150 ordinati dall'ex direttore generale Marco Rettighieri, nominato nel 2016 dall'allora commissario straordinario Francesco Paolo Tronca, ma diventati operativi dopo l'approdo di Virginia Raggi in Campidoglio. Insomma, sono oltre 1.400 i bus con oltre dieci anni di servizio, quasi tre su quattro. E i risultati si vedono, visto che ogni giorno, in media, su 1.300 mezzi che lasciano i depositi almeno trecento interrompono il servizio prima di averlo portato a termine, per guasti di ogni tipo. Un dato che si traduce in 4.200 corse saltate al giorno, con evidenti disagi per gli utenti del trasporto pubblico della Capitale.
IL SERVIZIO
La costante riduzione degli autobus arruolabili aumenta anche il lavoro per le vetture effettivamente utilizzate, tanto che i mezzi pubblici romani viaggiano su medie di 60 mila chilometri annui percorsi. Che, per quelli che superano i 15 anni, significa appunto girare la fatidica boa del milione di chilometri. Cifre altissime soprattutto per i bus che percorrono le linee più centrali: questi sono soggetti con maggiore frequenza a frenate e ripartenze e vengono costretti molto spesso a percorrere strade con sampietrini o con asfalto in pessime condizioni.
IL RINNOVO
Il panorama, insomma, richiederebbe al più presto un'opera di profondo rinnovamento del parco macchine. Con l'obiettivo di portarsi sul livello europeo - 7 anni di età media - o quanto meno avvicinarsi agli 8,6 anni medi di Milano, per poi puntare come obiettivi a medio termine i circa cinque anni di Berlino, i sei di Londra e i poco meno di sette di Parigi. A luglio 2018 sono stati commissionati altri 227 mezzi, ma la produzione è in ritardo. Tanto che l'azienda è dovuta correre ai ripari noleggiando 108 navette usate. Ma 70 di queste non sono immatricolabili: inquinano troppo. E così i report aziendali del servizio finiscono per fotografare la situazione: nel 2016, i mezzi di superficie quindi bus, filobus e tram percorrevano 89,3 milioni di chilometri l'anno. Nel 2018 gli stessi mezzi ne hanno macinati 84,9 milioni. D'altronde nel 2017, solo per l'aria condizionata fuori uso l'azienda di via Prenestina ha perso 2,3 milioni di km di corse. Lo scorso anno, grazie al potenziamento della manutenzione, le corse perse per via dei condizionatori ko si sono quasi dimezzate, ma restano su valori troppo alti.