ROMA «Qualcosa che riguarda tutti a cui stiamo lavorando è un forte taglio delle tasse a partire dall'anno prossimo per chi vive in questo paese e riguarda produttori e famiglie. Sarà un bel confronto con l'Europa, non dico scontro ma preparatevi. Io sono già pronto, la pazienza del pescatore ce l'ho: preparatevi ad alcune settimane di discussione, se ce lo faranno fare sorridendo lo faremo, altrimenti lo faremo lo stesso». Matteo Salvini con la canna da pesca ci sa fare e lo ammette.
LE RISORSE
L'esca l'ha però cambiata perché da qualche tempo ha smesso di parlare di flat tax, pur annunciando un corposo taglio delle tasse che dovrebbe essere inserito nella manovra di fine anno. Stavolta non sono i suoi alleati a chiedergli dove prenderà i soldi, ma il centrista Antonio Satta il quale gli fa anche notare «che la campagna elettorale è finita. La smetta di spararle grosse, altrimenti a Tria vengono altri capelli bianchi». In che direzione il governo stia lavorando, Salvini non lo dice, anche se sia il premier Conte che il ministro dell'Economia Giovanni Tria non hanno escluso l'intenzione di rimettere mano al fisco rivedendo magari anche tutta una serie di sgravi e gli stessi ottanta euro di Matteo Renzi che verrebbero spalmati in altro modo. Tra le idee in campo, al M5S piace la riduzione delle aliquote da tre a cinque con un processo di semplificazione accompagnato, gradualmente, a una sostanziosa riduzione del carico fiscale, partendo da 3-4 miliardi. Quindi molto meno costoso quindi della flat tax.
Ma ciò sembra molto piacere al leader della Lega è lo scontro con l'Europa. Archiviata la narrazione secondo la quale dopo il 26 maggio sarebbe stato tutto diverso a seguito della vittoria dei sovranisti, Salvini cerca di tenere alto lo scontro rendendo sicuramente meno facile l'interlocuzione di Conte con la Commissione. Proprio in vista del non facile confronto che si annuncia per ottobre, ieri il presidente del Consiglio, intervistato da La Stampa, ha invitato il M5S e la Lega a votare la candidata tedesca von der Leyel quando il 16 del mese si presenterà di fronte al Parlamento europeo.
D'altra parte l'Italia, dopo essersi schierata contro la designazione da parte del Consiglio europeo dell'olandese Frans Timmermans, si è unita a Francia e Germania nel sostenere la ministra della difesa tedesca. Ovvio, quindi, che chieda ai due partiti di maggioranza di non sconfessare la sua scelta. Dentro il M5S e la Lega, dopo i mugugni iniziali, è in corso una riflessione. «Noi valuteremo nel merito, come sempre fatto», sostiene Marco Zanni, presidente del gruppo sovranista Id all'Europarlamento e responsabile Esteri della Lega. «Vediamo da qui al 16 luglio», quando il Parlamento Ue voterà, «gli elementi che metterà in campo». Più o meno la stessa considerazione che fa Massimo Castaldo, grillino e appena rieletto vicepresidente del Parlamento Europeo: «Ascolteremo con grande attenzione le sue proposte programmatiche su temi cruciali come disuguaglianze, salario minimo e ambiente. Poi valuteremo con Di Maio e Conte».
In alto mare è invece la nomina del nuovo ministro agli Affari Europei. Malgrado Salvini annunci da tempo l'imminente designazione del successore di Paolo Savona, è difficile che avvenga la prossima settimana visto che, per una serie di impegni, Conte, Di Maio, e lo stesso Salvini, sono fuori e non ci sarà il consiglio dei ministri. In pole position resta comune l'attuale ministro per la Famiglia Lorenzo Fontana. Tempi lunghi anche per la scelta del Commissario europeo. Salvini ieri ha escluso possa andare un tecnico e punta su un leghista. «Centinaio? Fa bene il ministro».