ROMA Ci risiamo. Luigi Di Maio torna all'attacco contro Atlantia-Aspi e pubblica un video che ricostruisce la tragedia del Ponte Morandi di Genova. Ma non solo quel video «non rappresenta la verità dei fatti», per Autostrade. Soprattutto nei numeri «errati» snocciolati. Il video di Di Maio contiene anche un clamoroso fake. Per mettere in evidenza la corrosione del viadotto Polcevera, compare nel filmato la foto di un pilone in condizioni critiche. Se non fosse che l'immagine mostrata non è del Morandi secondo la segnalazione arrivata in serata dai tecnici della pagina Facebook Ingegneria e dintorni, ma è del ponte di Ripafratta vicino a Pisa, chiuso da tempo. Ce n'è abbastanza per far scoppiare un nuovo caso con l'ennesimo botta e risposta tra il vicepremier e il gruppo Atlantia che controlla Aspi e la denuncia del fake. Per Di Maio doveva essere solo nuova occasione per alzare i toni e dire che il governo «va avanti» e «non ha paura dei Benetton», come dice Di Maio, senza però dire se le ragioni della revoca possono davvero valere i rischi alti di risarcimento a carico dello Stato, sottolineati dai tecnici del ministero delle Infrastrutture, gli stessi che bollano Autostrade come inadempiente e che dicono sia consigliabile rinegoziare la concessione autostradale piuttosto che rischiare una costosa per la revoca.
Tutto è iniziato da un video sul Ponte Morandi sulla pagina Facebook di Di Maio. «Questo video dice tutto», sottolinea il vicepremier, «Noi andiamo avanti!I Benetton non ci fanno paura!». Non fa che ribadire le accuse del governo ad Autostrade e lo fa con immagini e numeri che ricostruiscono le responsabilità di «una tragedia che poteva essere evitata», oltre che «l'elemosina» ai genovesi, «i profitti ingiustificati, la mala gestione e la manutenzione inesistente». Informazioni e dati «errati», dice Aspi. A partire dai circa 500 milioni, non 500mila euro come indica il video», destinati alla comunità di Genova. Senza contare i risarcimenti a «oltre il 90% dei famigliari delle vittime per 60 milioni». Quanto alla manutenzione, «le spese effettuate da Autostrade per l'Italia - pari a 5,2 miliardi di euro dalla privatizzazione - sono superiori a quanto previsto dagli obblighi della Convenzione». Sono, inoltre, «nettamente superiori a quelle effettuate dalla società stessa durante la gestione pubblica (fino al 1999)». Sono molti di più i numeri smentiti da Aspi. Ma mai si pensava potesse arrivare la smentita delle immagini.