ROMA Già da tempo il premier, Giuseppe Conte, ha annunciato l'opportunità di «una sintesi politica» da parte di Palazzo Chigi sulla vendita di Alitalia. Un passaggio cruciale per sbloccare la partita avocando a sé un dossier «di sistema». Ma ora che si avvicina l'ombra del quinto rinvio della scadenza, prevista il 15 luglio, per la procedura di vendita affidata ai commissari straordinari, questo passaggio politico appare sempre più cruciale e non più rinviabile. Almeno se si vuole valutare quella che sembra la soluzione naturale per il futuro di Alitalia, e cioè la partecipazione ufficiale di Atlantia, il gruppo che controlla Aeroporti di Roma e Autostrade per l'Italia, nella cordata guidata da Fs, affiancata dal Mef e da Delta Airlines. Perchè mentre il vicepremier, Lugi Di Maio, ancora nei giorni scorsi si diceva certo di poter chiudere la partita il 15 luglio - lo ha promesso ai commissari il 3 luglio scorso, ma più di recente lo fatto con i sindacati - è assai improbabile che la partita si possa chiudere in questi tempi visto che difficilmente Atlantia si farà avanti ufficialmente prima che sia Conte a prendere in mano il fascicolo. L'alternativa per rispettare la promessa è che lo stesso Di Maio tiri fuori dal cappello un partner industriale alternativo disposto a mettere sul piatto una quota intorno al 35-40% e almeno 300 milioni di euro. A meno di un ritorno, clamoroso sulla scena di Lufthansa, di cui però non si ha alcun segnale.
LE TAPPE
È certo, dunque, che questa sarà una lunga settimana di incontri e di chiarimenti per il dossier Alitalia. Servirà probabilmente a bollare come marginali, ammesso che arrivino le garanzie necessarie ancora solo a parole, le offerte di Lotito, di German Efromovich, l'azionista della compagnia sudamericana Avianca, e del gruppo Toto, perso dai radar negli ultimi giorni. Sono previsti incontri tra le Fs, e i suoi advisor, con il gruppo Toto e German Efromovich. Anche una delegazione di Delta è attesa in questi giorni. Mentre i contatti non si sono mai interrotti con Atlantia, nonostante la fase di stallo su questo fronte.
Solo allora, e se certe generiche manifestazioni di interesse da parte di Lotito, Toto e Avianca, si confermeranno prive delle necessarie garanzie, il Mise dovrà prendere atto che dopo quattro rinvii non c'è ancora la quadratura del cerchio per la newco di Fs. A quel punto la molla per far scattare il quinto e definitivo slittamento della scadenza, dal 15 al 30 luglio, può essere l'intervento di Conte. Un modo anche per provare a tenere la partita Alitalia il più possibile distinta da quella sulla revoca della concessione autostradale sbandierata da Di Maio. È vero, il vicepremier ha fatto delle velate aperture, invitando seppure senza troppo entusiasmo Atlantia a presentare la sua offerta per Alitalia. Ma subito dopo è anche tornato pesantemente all'attacco sulla revoca della concessione ad Aspi, nonostante i tecnici del Mit - gli stessi che hanno sottolineato le inadempienze di Aspi - suggeriscano la rinegoziazione della concessione piuttosto di una revoca troppo rischiosa. I tavoli sono diversi, ma certi toni non favoriscono il minimo dialogo se i protagonisti sono gli stessi.
LA MOSSA DI SISTEMA
Dunque, si capirà nei prossimi giorni fin dove arriverà il ruolo di Palazzo Chigi. «Come presidente del Consiglio non mi posso sottrarre, tutti i dossier più importanti passano nelle mani del premier che fa una sintesi politica con il pieno coinvolgimento dei ministri competenti». aveva detto il presidente Conte, a margine del G20 di Osaka. Il tempo stringe. E anche se nelle casse di Alitalia ci sono le risorse per arrivare a fine anno (ci sono 435 milioni mentre altri 150 milioni sarebbero stanziati presso Iata), non si può tirare troppo la corda considerata anche la minaccia di liquidazione da parte dei commissari.