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Data: 08/07/2019
Testata giornalistica: Primo piano
Iorio incalza Toma: subito la verifica. Le dimissioni dell’assessore al Lavoro aprono la crisi, la consigliera Romagnuolo: un chiarimento altrimenti l’unica strada sono le elezioni. L’ex presidente della Regione non sottoscrive il documento di allineamento al centrodestra, esce allo scoperto e mette tutto in discussione: «Il problema non è Mazzuto, non c’è dialogo sulle cose da fare né condivisione nelle scelte». Romagnuolo: «È la condizione decisiva per il proseguo»

CAMPOBASSO. Si aspettava un chiarimento in maggioranza da gennaio scorso quando all’improvviso il presidente della Regione ritirò a tutti gli assessori le deleghe assegnate sei mesi prima. Il tempo è passato e Michele Iorio non ha mai nascosto la sua delusione. Il senatore è deluso dai modi e dai metodi di gestione del gruppo di centrodestra che guida la Regione Molise. «Non c’è comunicazione tra Consiglio e giunta, non c’è dialogo sulle cose da fare, non c’è condivisione delle scelte» - insiste ancora oggi, dopo un venerdì che definisce «sconcertante» e durante il quale le difficoltà della maggioranza sono apparse evidenti. Lui, Iorio, ed anche questo non è un segreto, non ha mai messo in discussione neppure la figura dell’assessore leghista Luigi Mazzuto. Lui mette in discussione tutto. A partire dai provvedimenti che poco rispecchiano il programma con il quale il centrodestra si è presentato ai cittadini. Per queste ragioni, nonostante abbia sempre, o quasi sempre, garantito il suo appoggio a volte fondamentale ai risicati numeri del presidente della Regione, venerdì ha preso posizione e non ha sottoscritto il documento che è stato presentato durante la riunione di maggioranza per verificare chi fa effettivamente parte di questo gruppo. Il documento lo hanno firmato tutti i presenti (era assente solo Massimiliano Scarabeo). Anche la Romagnuolo e la Calenda che sono le pasionarie più critiche verso il loro governo. Tutti tranne Iorio. «Una verifica di maggioranza - afferma l’ex presidente - è necessaria, anche e soprattutto dopo la sconfitta delle amministrative, altrimenti i problemi non si risolveranno da soli ma al contrario aumenteranno e dobbiamo ancora trascorrere altri quasi quattro anni». Ma Iorio non è il solo ad avere voce critica verso il modus operandi di Toma e della giunta. È il solo tuttavia a manifestare pubblicamente il suo pensiero sulle scelte di governo che - a giudicare dalla reazione di venerdì dei lavoratori davanti a Palazzo D’Aimmo, a poco più di un anno dal voto - hanno provocato delusione e malcontento. Deve essersene accorto anche il vicepresidente del Consiglio Gianluca Cefaratti, che ha seguito Iorio nella sua linea critica, nonostante poi abbia sottoscritto il documento. Pure il presidente Micone e il consigliere Di Lucente sembrerebbe non siano poi tanto soddisfatti dell’andamento delle cose di governo, e nemmeno questo è un segreto. La situazione appare incerta ed esplosiva. Ci sono una serie di temi sul tavolo, a partire dalla formazione dell’esecutivo, che vanno discussi senza tergiversare oltre. E la giunta non è l’unico problema. Il malcontento tra i consiglieri di maggioranza è diffuso: c’è chi lo manifesta a denti stretti, chi lo sussurra all’orecchio dell’interlocutore. Continuare a far finta di nulla può portare solo ad un punto di non ritorno. Tra confusione e incertezza c’è un dato certo: si prevede un’estate torrida.

Romagnuolo: «È la condizione decisiva per il proseguo»

CAMPOBASSO. Chiede una verifica di maggioranza: «È l’unica condizione per il proseguo di questa legislatura». Altrimenti «tutti a casa». Ad intervenire è Aida Romagnuolo, l’ex leghista, e il tema sono le dimissioni di Mazzuto. Una verifica necessaria visto che sono cambiate «le condizioni e le posizioni politiche di diversi consiglieri regionali». E qualcuno per la Romagnuolo dovrà pur parlare della «sonora sconfitta del centrodestra a Campobasso grazie a Mazzuto». Il suo intervento arriva «dopo aver sentito il presidente Toma che deciderà sulle dimissioni di Mazzuto solo dopo averne parlato con i vertici nazionali della Lega e, non invece con le forze politiche regionali che lo sostengono (un partito tra l’altro la Lega, assente in Consiglio Regionale proprio grazie a Mazzuto)». Insomma, per lei che sta «dalla parte dei cittadini, dei disoccupati, dei lavoratori, di chi vuole servizi, sanità e trasporti migliori, di chi vuole come me creare nuovi posti di lavoro» ora è davvero arrivato il momento di dire basta «considerato che le cose non vanno assolutamente bene per il Molise e i molisani, considerato che migliaia di giovani e intere famiglie abbandonano il Molise e che poco o nulla si fa per fermarli».

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