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Pescara, 23/11/2024
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12/07/2019
Il Centro
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Grandine e alluvione: come farsi risarcire. Case, aziende e auto: le domande vanno presentate entro il 22 luglio. Fotografie e perizie da inoltrare ai Comuni che le inviano alla Regione. Stato di calamità, Marsilio scrive al presidente Conte. È il primo atto per cercare di ottenere il via libera ai fondi per Comuni e privati. Solo il premier può garantire i rimborsi. Pressing di Pagano, D'Alfonso e Torto |
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PESCARA Il giorno dopo la grandine e l'alluvione la domanda è una sola. Riguarda migliaia di abruzzesi. È possibile vedersi risarcire dallo Stato i danni subìti alle auto o ai tetti di casa, crivellati dal bombardamento di chicchi di ghiaccio grandi come arance? Si può essere rimborsati per i negozi, le attività produttive e i fondi agricoli devastati dal nubifragio? VIA LIBERA. La risposta è sì. Anche se per ora non c'è alcuna certezza sull'esito positivo della domanda. Ma il via libera per gli eventuali risarcimenti è comunque partito ieri. Il ruolo determinante sarà ricoperto dai Comuni e tutto dipenderà dalla velocità dei tempi, quindi dalle scadenze da rispettare, e dall'efficienza degli uffici tecnici comunali competenti. Ma a sovrintendere l'intera operazione è la Regione che ieri, attraverso il settore della Protezione civile e il suo dirigente Antonio Iovino, ha informato i Comuni sulla strada da seguire. «In riferimento agli eccezionali eventi metereologici e ai relativi scenari di danno verificatesi prevalentemente su gran parte della fascia costiera del territorio regionale», si legge sulla lettera ai sindaci, «si comunica che è stata attivata la piattaforma telematica per la segnalazione delle situazioni di criticità». SOLO I COMUNI. È attraverso questa piattaforma infatti che avviene la richiesta di risarcimenti. Ma la stessa non è accessibile ai cittadini che debbono produrre ai rispettivi Comuni foto, relazioni ed eventuali perizie dei beni mobili e immobili che hanno subìto danni. Toccherà al Comune inserire poi questi dati sulla piattaforma della Protezione civile regionale che, a sua volta, li girerà alla Protezione civile nazionale. Dal numero di domande sarà possibile stimare il danno complessivo che, secondo una prima ipotesi approssimativa, potrebbe aggirarsi sui 200 milioni di euro considerando sia la costa teramana, pescarese e teatina sia l'entroterra abruzzese, in particolare il Fucino.Iovino spiega ai Comuni che all'interno della piattaforma, di cui pubblichiamo l'immagine, è disponibile un'area denominata "Ricognizione per la richiesta dello stato di emergenza" che comprende 5 campi di spese sostenute e fabbisogni, nei quali inserire i dati relativi agli scenari di danno riscontrati nei rispettivi territori comunali. IL CAMPO E. I campi sono i seguenti: A) Soccorso ed assistenza, B) Ripristino servizi pubblici, C) Misure economiche di sostegno, D) Interventi per rischio residuo, E) Fabbisogni per il ripristino, F) Attuazione misure urgenti. Il campo che interessa i cittadini per danni ad auto, case e attività imprenditoriali è contenuto nella scheda E dove, negli appositi spazi, è possibile scrivere l'importo in euro e descrivere le strutture e infrastrutture pubbliche e private danneggiati, i beni mobili anch'essi pubblici e privati che hanno subito danni, le attività economiche produttive e i beni culturali rovinati. A farlo dev'essere il Comune dopo che è stato informato dai cittadini attraverso documenti inconfutabili. LA FIRMA DI CONTE. È d'obbligo una seconda precisazione che Iovino fa ai sindaci: «Si evidenzia che tale fase di ricognizione è necessaria per la valutazione della tipologia dell'evento emergenziale ma non costituisce riconoscimento automatico di contributi a carico della finanza pubblica per il ristoro dei danni subìti».Questa fase dell'iter servirà in modo determinante per documentare la richiesta di calamità nazionale che il governo, attraverso il premier Giuseppe Conte, dovrà riconoscere all'Abruzzo (vedi l'articolo nella pagina a destra). Ed è importante sottolineare che l'inserimento dei dati in piattaforma dovrà essere completato entro lunedì 22 luglio.
Stato di calamità, Marsilio scrive al presidente Conte. È il primo atto per cercare di ottenere il via libera ai fondi per Comuni e privati. Solo il premier può garantire i rimborsi. Pressing di Pagano, D'Alfonso e Torto
PESCARA Tra le richieste di risarcimenti e il via libera ai fondi c'è una firma, quella di Giuseppe Conte. Al quale il governatore, Marco Marsilio, ha subito scritto perché solo il premier può decidere se concedere o no all'Abruzzo lo Stato di calamità nazionale, grazie al quale sarà possibile rimborsare gli abruzzesi. Il testo è questo: «In data odierna, 10 luglio 2019, si stanno verificando su diversi comuni del territorio regionale fortissime raffiche di vento associate a trombe d'aria, forti piogge ed eccezionali grandinate. La struttura di Protezione civile regionale si è immediatamente attivata ai fini di garantire adeguato supporto alle amministrazioni locali interessate, per fronteggiare la fase emergenziale tuttora in corso e per una prima ricognizione finalizzata ad una valutazione speditiva dello scenario di danno. La presente quale comunicazione propedeutica ad una successiva eventuale richiesta di dichiarazione dello Stato di emergenza nazionale qualora ne ricorrano le condizioni. Cordiali saluti», firmato: il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio. Che ieri mattina ha partecipato alla riunione tecnica del Centro operativo comunale (Coc) di Pescara, che si è svolta in municipio. Erano presenti il presidente del Consiglio regionale, Lorenzo Sospiri, l'assessore alla sanità Nicoletta Verì, il deputato leghista Giuseppe Bellachioma, i sindaci dei Comuni che hanno attivato il Coc, i presidenti delle Province, i tecnici regionali della Protezione civile e del Dipartimento regionale governo del territorio, con il direttore Pierpaolo Pescara.«Con i sindaci e i presidenti delle quattro province stiamo lavorando in queste ore per comporre una prima stima dei danni che interessano il patrimonio pubblico e privato, l'agricoltura e le attività produttive», ha detto Marsilio. «Siamo convinti che il Governo riconoscerà l'eccezionalità dell'evento calamitoso. Vigileremo, poi, affinché i fondi siano erogati con celerità, senza ripetere l'esperienza del gennaio 2017, i cui indennizzi (202 milioni totali) sono stati accreditati (62 milioni) dopo due anni». Marsilio ha deciso di coinvolgere le altre regioni adriatiche colpite dal maltempo, dall'Emilia Romagna alla Puglia. «Il fronte è ampio», ha sottolineato, «e questo testimonia la gravità e l'eccezionalità dell'evento che non è stato localizzato solo in un punto, bensì interessa un territorio molto vasto della penisola. Il maltempo ha lasciato danni ovunque. Credo che il Governo non avrà difficoltà a riconoscere lo stato di emergenza. Sarei meravigliato del contrario».A invocare la concessione dello stato di calamità sono scesi in campo i parlamentari abruzzesi Nazario Pagano (Forza Italia), Luciano D'Alfonso (Pd) e Daniela Torto (M5S), intervenuti nelle rispettive Camere. Così come è significativa la presenza ieri a Pescara del senatore della Lega, Alberto Bagnai. Tutto è utile per fare pressione sul governo.
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