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Data: 12/07/2019
Testata giornalistica: Mapero'
Masci, disfunzione funzionale bis

Loro si accapigliavano per le deleghe, e in città si scatenava l’iradiddio: ampiamente prevista, per di più, con un allarme meteo diramato con molto anticipo. Invece no, il sindaco Carlo Masci e la sua giunta insediata ma senza sapere cosa fare (senza deleghe, appunto), mercoledì scorso discuteva di deleghe, di Politiche comunitarie in un tira e molla indecoroso.

E alla fine lui, il primo cittadino, quando l’inferno si è già placato, si sveglia e decide finalmente di convocare il Coc. Ed è di questo che Maperò vuole parlare: di questo Coc, cioè della gestione dell’emergenza. Perché, ormai è chiaro come il sole tornato a splendere ieri mattina, sul caso si è verificata una disfunzione funzionale bis, come quella di cui fu vittima l’ex sindaco Marco Alessandrini (secondo una sua stessa definizione affidata alle telecamere) quando firmò un’ordinanza di divieto di balneazione retroattiva, finendo sbeffeggiato da tutta l’opposizione che adesso è al governo.

Disfunzione funzionale, proprio così. Ecco i fatti come sono andati. E’ Carlo Masci a scrivere, in una risposta a Daniela Santroni su Facebook, che dalle 13.30

“tutti gli uomini erano già in movimento, il Coc era operativo dalle 14, l’ordinanza è stata firmata poco dopo le 15, quando sono tornato in Comune dal giro per la città in mezzo al nubifragio con le strade tutte bloccate”,

eccetera eccetera.

In effetti la firma digitale dell’ordinanza risulta apposta alle 13.27, anche se Masci dice di aver firmato poco dopo e 15. Il sistema digitale ha verificato la correttezza della procedura e ha dato l’ok alle 14.30. Però Masci sostiene di aver firmato alle 15. Si è sbagliato, l’emozione? O ha arrotondato?
Gli ombrellini

Quindi, al di là del fatto che il Coc è stato comunque aperto molto tardi rispetto all’inferno che si è scatenato in città, la gestione successiva degli orari dichiarati ed effettivi sa tanto di pasticcio che nasconde qualche magagnetta. Niente di eclatante, solo il tentativo di dimostrare efficienza da parte di una macchina e di una squadra (la giunta comunale) che era in tutt’altre faccende affaccendata. E niente di diverso da quello che accadde nel 2015 quando Alessandrini si tenne l’ordinanza di divieto nel cassetto per due giorni, in attesa che le analisi successive dichiarassero il ritorno alla normalità. E quanto casino fecero i vecchi oppositori.

ps: contagiose, le disfunzioni funzionali.

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