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Data: 16/07/2019
Testata giornalistica: Rassegna.it
Incontro al Viminale. Cgil: ma ora confronto vero. Vertice a Roma tra il vicepremier Salvini e 43 parti sociali. Landini: "La questione non è vedersi ogni tanto, ma capire se ci sono convergenze". Tanti i temi toccati dal sindacato: tasse, Mezzogiorno, contratti, sicurezza, autonomia differenziata

“Abbiamo proposte, idee, una piattaforma unitaria con Cisl e Uil. Rappresentiamo milioni di lavoratori, pensionati, precari, giovani, e vorremmo aprire un confronto vero con il governo. L’abbiamo già detto al presidente del Consiglio che ci ha incontrato nei giorni scorsi: il problema non è vedersi ogni tanto, ma potersi confrontare per capire se ci sono convergenze oppure no”. Queste le prime parole pronunciate dal segretario generale della Cgil Maurizio Landini, nel corso dell’incontro di oggi (lunedì 15 luglio) con il vicepresidente del Consiglio Matteo Salvini, presso la sede romana del ministero dell’Interno, cui sono presenti 43 parti sociali.

“Abbiamo bisogno di creare lavoro, e senza investimenti il lavoro non si crea”, ha illustrato Landini: “Dal 2008 a oggi abbiamo registrato una diminuzione del 30 per cento degli investimenti pubblici. Serve un piano straordinario di investimenti pubblici e privati”. Il segretario generale Cgil ha sollecitato “una forte riduzione delle tasse per i lavoratori dipendenti e i pensionati, che pagano ben l’85 per cento dell’Irpef, attraverso le detrazioni”. Landini ha poi ricordato che “nel nostro Paese c’è un problema di concentrazione della ricchezza, visto che il 50 per cento di questa è nelle mani del 10 per cento dei cittadini italiani, quindi si può pensare a contributi di solidarietà sulla ricchezza finanziaria, finalizzati a investimenti, a creare lavoro, a politiche verdi”.

Uno spazio importante è stato dato al tema dell’evasione fiscale. “Io non ho sentito dal governo una parola su questo”, ha affermato l’esponente sindacale: “Non si può continuare a parlare di ridurre le tasse quando abbiamo 120 miliardi di evasione fiscale, combatterla è una priorità politica che noi non vediamo”. Ma per stroncare il fenomeno dell’evasione “servono nuove assunzioni di professionalità specifiche all'Agenzia delle entrate, incrociare i dati oggi disponibili e una drastica riduzione dell’utilizzo del contante”.

Landini ha poi parlato di autonomia differenziata. “Per noi bisogna unire il Paese, non dividerlo”, ha detto: “Per questo molte delle cose proposte dal governo, come appunto l’autonomia differenziata, non ci convincono. Pensiamo che una serie di diritti, come la sanità o l’istruzione, debbano essere garantiti a tutti”. Altro tema toccato è la formazione: “Vi è la necessità di affermare il diritto alla formazione permanente per tutte le persone che lavorano. Tutti i lavoratori debbono potersi aggiornare e qualificare per non essere espulsi dai processi produttivi, anche perché il digitale e le tecnologie riguarderanno trasversalmente qualsiasi attività del nostro Paese”.

Molti, dunque, gli argomenti presi in esame dal segretario generale Cgil: dall'urgenza di “rinnovare i contratti pubblici e privati” alla “cancellazione dei contratti pirata, misurando la rappresentanza per i sindacati e le associazioni delle imprese”; dal bisogno di individuare “un luogo centrale pubblico, un'Agenzia, in cui discutere le scelte di politica industriale ed economica e indicare le strategie per i prossimi anni” alla preoccupante situazione del Mezzogiorno, “problema centrale per l’Italia e per la nostra dimensione europea, dove servono infrastrutture e investimenti”.

Avviandosi alla conclusione, Landini ha esortato il vicepresidente del Consiglio a “un utile confronto anche su temi che riguardano direttamente il ministero e sui quali non ci troviamo d’accordo, come la chiusura dei porti o il decreto sicurezza”. Il segretario generale Cgil, infine, ha rimarcato che “c’è un problema di sicurezza sul lavoro, si continua a morire come si moriva 50 anni fa. I temi da affrontare sono il caporalato, le infiltrazioni mafiose, i pezzi interi dell’economia reale che sono in mano alla criminalità organizzata. A noi non è piaciuto lo ‘sblocca cantieri’ poiché vengono aumentati gli appalti e i subappalti, ossia ciò che ha determinato questa situazione”.

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