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Data: 16/07/2019
Testata giornalistica: Il Centro
Gli operatori dello scalo «Restiamo con Ancona». Il sindaco Castiglione: basta con le manovre politiche per legarci a Civitavecchia. Tucci (Comitato porto): cambiare significa bloccare investimenti e manutenzione

ORTONA «Il porto di Ortona non può essere ostaggio di manovre politiche a livello regionale e nazionale che nei dubbi dell'incertezza provocano solo danni allo sviluppo dello scalo commerciale d'Abruzzo, il quale diventerebbe così l'agnello sacrificale per strategie più grandi di noi a discapito dei veri interessi dello scalo ortonese». Con queste parole il sindaco Leo Castiglione ha introdotto ieri mattina la conferenza stampa alla presenza del presidente del comitato porto, Davide Tucci, e di diversi operatori portuali «per ribadire la posizione ufficiale di Ortona e del suo porto all'interno dell'Autorità di sistema portuale del Medio Adriatico». È la risposta alle discussioni sull'opportunità che lo scalo ortonese sia inserito nell'Autorità di sistema portuale di Civitavecchia anziché rimanere in quella di Ancona come stabilito dal decreto legislativo del 4 agosto 2016 n.169. «Una soluzione che ora viene contestata ma non si comprende su quali basi e dati concreti», ha continuato il sindaco. «Il nostro obiettivo deve essere, insieme al presidente dell'Adsp di Ancona, Rodolfo Giampieri, «di rendere operativi al più presto gli investimenti previsti da Ancona su Ortona e avviare il dragaggio che aumenterà il pescaggio dello scalo per l'ingresso di navi più grandi e non come qualcuno ha affermato intervenire su uno scalo insabbiato». Le ragioni alla base dell'appartenenza alla Adsp di Ancona sono state illustrate dal presidente del comitato porto, Davide Tucci, e si riassumono nell'incertezza dei tempi di una complessa pratica ministeriale di trasferimento, di cui come hanno anche rivelato gli operatori non c'è traccia ufficiale e che potrebbe comportare il blocco degli investimenti programmati oltre che la pianificazione della manutenzione ordinaria da effettuare sulle infrastrutture. Tucci ha anche sottolineato che il passaggio nell'Autorità di sistema di Civitavecchia complicherebbe l'istituzione della Zona economica speciale (Zes). Il presidente del comitato porto ha inoltre elencato dati da cui emerge che «nel confronto dal 2015 al 2018 tutti gli indici sono in crescita, a partire dalla presenza delle navi che da 581 passano a 628». Infine un accenno al corridoio transnazionale che da Barcellona dovrebbe legare Civitavecchia, Ortona e Ploce. «Se l'obiettivo del passaggio a Civitavecchia è di istituire questo corridoio di traffico», ha chiuso il presidente Tucci, «allora basta intensificare gli accordi commerciali tra le due autorità portuali che già disegnano questi canali di transito delle merci tra nave e gomma senza alimentare ulteriori dibattiti e studi».

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