ROMA «Fanno melina, fanno i vaghi, credono che può andare avanti tutto così, senza prendere veri impegni e dare una svolta a questo governo. Ma noi non ci facciamo fregare». Matteo Salvini non è affatto pacificato. E crisi congelata non significa che va tutto bene. Tutt'altro. «Io voglio andare avanti, però lo devono volere anche loro. O troviamo una soluzione vera, e stabiliamo che ci sono cose da fare e vanno fatte, a cominciare dall'autonomia, oppure tutti a casa. E smettiamola di prenderci in giro».
Il pressing dei suoi è asfissiante su Salvini («Molliamo Di Maio e il resto della baracca»), i governatori del Nord sono infuriati con Conte sull'autonomia («Fa cialtronate», lo stronca Attilio Fontana, e Luca Zaia: «Se non si fa l'autonomia questo governo non ha più senso») e ciò rende ancora più difficile il ruolo del capo lumbard. «Io sono sempre più stanco del tira e molla di Di Maio, ma fino alla fine cercherò di trovare l'accordo. La condizione è che loro smettano di esagerare...». Ovvero, la finestra elettorale per Salvini è sempre aperta e l'opzione crisi per lui resta assolutamente una possibilità. Questo e altro dirà nel vertice, se ci sarà e nel caso si tratterà di vedere se con tutti e tre (Salvini, Di Maio e Conte) o solo lui con il collega grillino, che potrebbe sancire una tregua, ma anche un ulteriore frattura.
Perché Salvini sta soffrendo l'attivismo di Conte, ed è incalzato dai suoi, compresi i governatori, che gli dicono: «Ormai si sente uno statista europeo, e l'Europa punta sui di lui per farci secchi». Salvini cerca di moderare gli animi, ma anche il suo è sempre più agitato. E intanto, a proposito di Conte, si prepara al big match di mercoledì in Senato. Parlerà dai banchi della Lega e non da quelli del governo. E saranno scintille con Conte, che interverrò prima di lui. Scintille dovute anzitutto al fatto che il premier andando in aula ha praticamente costretto il vicepremier a presentarsi anche lui, e questa forzatura indispone Salvini. Conte non sarà sferzante, ma voglioso di «capire» la vicenda dei soldi dei russi alla Lega, e questo è sufficiente per Salvini per non vivere bene la cosa. Lui la liquiderà così, come al solito: «Tutte balle».
SGAMBETTI
Quanto a Di Maio, il capo della Lega è aperturista: «Dobbiamo riprenderci a capirci, ma basta giochetti e basta sgambetti». E l'amico o ex amico Luigi: «Vale la pena andare avanti». E Salvini viene dipinto, nel movimento 5 stelle, come il vero crisaiolo: «Vuole buttare giù il governo per evitare il taglio dei parlamentari». E Di Maio, però non ci va leggero con gli alleati-avversari, in particolare con Fontana furibondo con le «cialtronate» di Conte: «I suoi attacchi al premier sono illogici. Sa benissimo che il testo dell'autonomia porta la firma anche della Lega e quindi se deve attaccare qualcuno Fontana attaccasse i leghisti». Lui e Zaia sono «inqualificabili», parola di Di Maio.
E così, il governo sopravvive sul filo, ma gli scossoni (specie quelli dei governatori contro il premier) sono fortissimi.