Attraverso un esame approfondito dell'utilizzo delle ore di Cassa integrazione guadagni (Cig) ricaviamo un quadro della situazione produttiva e occupazionale del nostro Paese. Basandosi sulle statistiche fornite mensilmente dall'Inps, il Centro studi dell'Associazione Lavoro&Welfare ha nuovamente elaborato, oltre a quelli nazionali, anche i dati della Regione Abruzzo relativi al primo semestre di quest'anno.
Partiamo dal quadro nazionale: l'andamento della Cig nei primi 6 mesi del 2019 conferma che si è interrotto il ciclo 2014-2018 nel quale le ore erano in costante diminuzione, passando da oltre 1 miliardo all'anno del 2014 a poco più di 200 milioni nel 2018 (-80,61%).
Gli ultimi dati forniti dall'Inps ci dicono che nel periodo gennaio-giugno 2019 la Cig torna a crescere, +16,29%, rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, attestandosi a circa 144 milioni di ore. Preoccupa l'andamento della Cassa integrazione guadagni straordinaria che, sempre nello stesso periodo, totalizza un +41,88%. Sappiamo che questo strumento è collegato alle crisi aziendali e, in molti casi, prelude ai contratti di solidarietà o ai licenziamenti. Le aziende in crisi in Italia che hanno fatto ricorso ai decreti di Cigs, pur in diminuzione, in questi 6 mesi sono state 699 per oltre 1.200 siti aziendali. Inoltre, sempre secondo le elaborazioni del Centro studi di Lavoro&Welfare, se consideriamo le ore totali di Cig, la loro traduzione in posti di lavoro a zero ore corrisponde a 139mila lavoratori fuori dalla produzione in questi primi 6 mesi del 2019 (26 settimane lavorative), dei quali oltre 88mila in Cigs. In sostanza, si sono perse 18 milioni di giornate lavorative. Ma il dato più eclatante è che, essendo il reddito dei lavoratori parzialmente tutelato dalla Cig, i loro salari sono stati tagliati in questi ultimi 6 mesi di oltre 590 milioni di euro al netto delle tasse. L'andamento dell'utilizzo delle ore di Cig è direttamente collegato al miglioramento o al peggioramento dell'attività produttiva. Siamo di fronte dall'inizio dell'anno, come abbiamo già ricordato, ad un andamento negativa del ciclo economico certificato anche dalla mancata crescita del Pil (+0,1%?) e dalla crisi della produzione industriale.
Veniamo alla Regione Abruzzo: anche in questo caso, al fine di comparare dati omogenei, sono stati presi in considerazione i primi 6 mesi di ciascun anno. Il picco di Cig è stato toccato nel 2013. Da gennaio a giugno di quell'anno si totalizzarono 20 milioni e 522mila ore. Nel 2018, 2 milione e 90mila ore (-89,81%). Andamento che ha messo in evidenza un notevole miglioramento nel quinquennio 2013-2018. L'inversione di tendenza si registra, come per il dato nazionale, dall'inizio di quest'anno con un aumento, nei primi 6 mesi, del 22,50%. Con l'eccezione di una riduzione a giugno rispetto a maggio (-59,49%), che si concentra in particolare nelle province di Chieti e Teramo. Quello che preoccupa, anche in questo caso, è la crescita della Cigs: +78,22% nel semestre, dalle 804mila ore del 2018 a 1 milione e 433mila di quest'anno. Va notato che, territorialmente, si evidenziano due tendenze: l'una, caratterizzata dal calo delle ore di Cig, riguarda L'Aquila e Pescara; l'altra, dall'aumento che riguarda Chieti e Teramo, rispettivamente con un +64,40% e un +60,07%. Se traduciamo le ore complessive della Cig in posti di lavoro a tempo pieno è come se, dall'inizio dell'anno, in Abruzzo fossero stati assenti dall'attività 2.481 lavoratori, dei quali 1.589 in Cigs e perse 320.099 giornate lavorative. Poiché la Cig prevede un taglio di salari e stipendi, dalle tasche dei lavoratori mancano all'appello 10,5 milioni di euro. Si tratta di segnali oltremodo preoccupanti che non possono essere sottovalutati.
(*) Già Ministro del Lavoro, presidente Associazione Lavoro&Welfare