L'incisione è riemersa sul costone che sovrasta Villa Santa Maria nel Chietino dopo lavori dell'amministrazione comunale per realizzare percorsi di arrampicata sulla roccia. Il Pd: "Va cancellata". La replica del sindaco: "Se serve a far venire gente nel mio paese va benissimo"
Una incisione nel costone roccioso che sovrasta il centro abitato di Villa Santa Maria - in provincia di Chieti - fa scoppiare una polemica sul fascismo in Abruzzo. La scritta 'Dux', che risale agli anni Quaranta, è tornata alla luce dopo un intervento del Comune, guidato dal riconfermato sindaco Giuseppe Finamore (che si definisce un moderato di centro). Lavori portati avanti dal 2015 con fondi dell'amministrazione e una spesa complessiva di 50mila euro per realizzare proprio su quel costone, percorsi di arrampicata. Un paese noto anche perché ospita un famoso Istituto alberghiero che prepara chef internazionali.
Il caso è finito in una interrogazione presentata dal deputato abruzzese del Pd Camillo D'Alessandro che accusa l'amministrazione comunale di aver riesumato quella vecchia scritta. E si rivolge a Salvini chiedendo di intervenire per rimuovere "uno dei simboli fascisti inneggianti a Benito Mussolini, quale scelta consapevole di un paese democratico che non ammette il riemergere di simboli appartenenti ad un passato che non hanno nulla di storico, né meritano di essere rievocati, da giustificare la scelta dell'amministrazione comunale di Villa Santa Maria".
Il sindaco si oppone: "Quell'incisione - dice - è sempre stata lì. A fine anni '90 era sta coperta dalla polvere dei lavori di messa in sicurezza del costone, costati 3 miliardi e mezzo di lire, ma le piogge acide l'avevano già in parte ripulita. Noi abbiamo un progetto di valorizzazione turistica per realizzare 52 vie di risalita per arrampicata su quella parete: dovevano essere ripuliti i cespugli, i rami ed è stata ripulita anche la scritta". E aggiunge: "Se serve da attrattiva per far venire gente nel mio paese va benissimo". Una posizione che sembra ignorare legge Scelba e la memoria storica: "Il fascismo non è un'opinione, è un crimine. E come tale va trattato!", replica D'Alessandro.