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Data: 30/07/2019
Testata giornalistica: Il Messaggero
«Tratto con quell'altro» Scontro Di Maio-Salvini, tensione sull'autonomia. M5S punta a rinviare ancora lo spacca-Italia resta in stallo

ROMA Salvini fa sapere di essere in una fase «zen» e risponde con ironia: «Potrò non essere simpatico, ma mi chiamo Matteo». Ma lo sfogo di Di Maio che durante un incontro a porte chiuse con gli attivisti di Cosenza lo definisce «quell'altro» («devo sempre trovare un'intesa con Conte e quell'altro») è il segnale che ormai i due sono ai ferri corti.
Il vicepremier M5S - «si è solo concesso un linguaggio più colloquiale e diretto in virtù della circostanza», dicono dal suo staff ha mandato le scuse a Salvini con un messaggio con tanto di faccine, ma in realtà è un fiume in piena contro l'alleato di governo. Prima stoccata: «L'atteggiamento della Lega è insopportabile». Seconda: «Ogni volta che si deve approvare un provvedimento, in Parlamento o in Consiglio dei ministri, ci dobbiamo sedere a un tavolo io, Conte e quell'altro e dobbiamo fare un accordo. Ogni volta». Terza: «Il Mise ha fermato Siri che ha provato sull'eolico a fare business con la mafia». Infine: «In questo momento il partito unico non vede l'ora di far cadere il governo. A me farebbe pure comodo perché nonostante la regola dei due mandati resterei comunque il capo politico, ma penso ai risultati da ottenere da qui a dicembre».
LE POSIZIONI
Per il partito di via Bellerio è la goccia che può far traboccare il vaso. E allora viene riferito ogni momento è buono per far saltare tutto. E i nodi sul tavolo certamente non mancano. Il casus belli può essere il voto sul dl sicurezza. Può essere l'autonomia: la Lega vuole che il dossier approdi domani in Cdm, invocherà il via libera. Ma Di Maio fa muro. Ma in Cdm sarà scontro anche sulla riforma della Giustizia. «Basta freni. E' utile per il Paese», incalza il Guardasigilli Bonafede. Ma i leghisti si opporranno, hanno già pronto un testo targato Lega. In serata arriva il segnale da palazzo Chigi: «La rifora della giustizia - dice Conte nell'incontro con le parti sociali è una priorità per il Paese».
Sulla Tav la tensione poi è alle stelle. Il capogruppo del Carroccio alla Camera, Molinari, è tranchant: la risoluzione che i 5Stelle vorrebbero far passare il 7 agosto nell'Aula del Senato viene considerata «una dichiarazione di sfiducia al premier Conte, un atto ostile». «Dire che noi abbiamo cambiato idea», affermano i leghisti «è una cosa fuori dal mondo». «Sostenete le stesse idee del Pd e della Francia», la replica pentastellata.
LE FIBRILLAZIONI
Fibrillazioni pure sulla manovra, perché ogni giorno che passa i leghisti si vedono sfuggire la flat tax. «Senza potremmo non votare» la legge di bilancio, mette in chiaro il capogruppo della Lega al Senato, Romeo. Nel Carroccio gira anche l'ipotesi di rompere il patto di governo sulla manovra a settembre. Insomma il partito di via Bellerio si aspetta dei fatti: «Non ci accontentiamo piu' di chi dice di voler andare avanti». «Anche oggi sottolineano fonti della Lega - altri no dai 5 stelle: no alla Tav, no all'autonomia, no a una seria riforma della giustizia, no al taglio delle tasse. L'Italia per crescere ha bisogno di Sì, non di No». «La verità la replica dei pentastellati è che sono loro a bloccare le riforme. Non vogliono neanche la riduzione degli stipendi» di deputati e senatori.
Intanto le forze di opposizione attaccano. FI e Fdi chiedono di voltare pagina al più presto. Il più duro è il segretario del Pd Zingaretti: «Bisogna - osserva - liberare l'Italia dall'incubo dei parolai Salvini e Di Maio e ridare una speranza agli italiani».

M5S punta a rinviare ancora lo spacca-Italia resta in stallo

ROMA E' sempre alta la tensione nel governo sul nodo dell'Autonomia regionale. Anche ieri i botta e risposta tra Lega e Cinquestelle si sono susseguiti a raffica. I pentastellati hanno ottenuto anche l'appoggio dei sindacati che, in un incontro con il premier sul dossier Sud, si sono detti nettamente contrari all'Autonomia differenziata perché «penalizza le Regioni meridionali».
La Lega vorrebbe che del tema si parlasse in uno dei consigli dei ministri pre-ferie ma finora all'ordine del giorno di quello previsto per domani non c'è nulla.
Ad innescare la miccia per la nuova ondata di polemiche è stata la nascita di un Osservatorio delle Università sul regionalismo differenziato, iniziativa tenuta a battesimo dal vicepremier Luigi Di Maio. Parlando all'Università Federico II di Napoli, Di Maio ha osservato che quello dell'autonomia è un «percorso» da fare ma «nella misura in cui non danneggi le regioni del Sud. Invece dalle Regioni del Nord sono state fatte richieste eccessive che andavano oltre quelle formulate a suo tempo per la nascita della Padania».
«A Di Maio rispondo così: sono i suoi no che danneggiano il Sud», replica il governatore del Veneto Luca Zaia. Il governo «al suo interno deve trovare la quadra per proporre alle singole regioni una bozza di contratto da firmare. Dopo di che - aggiunge Zaia - per quanto riguarda il Veneto valuteremo se firmare oppure no. Se si tratterà di una farsa non la firmeremo mai».
GLI AUSPICI
Di Maio invece auspica che «ci sia accordo sull'emendabilità del testo stesso», e che «dopo il passaggio in Consiglio dei Ministri ci sarà la trattativa tra i governatori e il Presidente del Consiglio. Poi il dossier passerà al Parlamento dove potrebbe essere cambiato». «Non capisco di quale nuovo testo sulle autonomie parli il capo del M5S - replica la ministra leghista Erika Stefani - e mi chiedo dove fosse alle ultime riunioni quando ha avuto l'occasione di discutere l'idea di questo Osservatorio di cui io sento parlare oggi per la prima volta». «Dopo un anno di discussioni mi auguro che nessuno voglia rimangiarsi slealmente la parola e l'impegno, di cui il presidente Conte è garante, conclude Stefani».
Controreplica della ministra per il Sud, la pentastellata Barbara Lezzi: «Nessuno ha parlato di nuovo testo, bensì di un approfondimento e una revisione avviata dal governo nei tavoli svolti negli ultimi giorni. Anzi, la bozza iniziale è stata migliorata e ciò è un fatto positivo».

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