ROMA Pensione anticipata per 8 mila. Operazione Quota 100 al via anche per gli statali. Si apre infatti il 1° agosto la prima finestra utile per i dipendenti del pubblico impiego che vogliono uscire dal lavoro sfruttando la regola dei requisiti minimi di 62 anni di età e 38 di contributi introdotta dal governo Conte. La riforma offriva la possibilità, per i primi che avevano maturato i requisiti, di fare domanda entro il 1° febbraio e fra due giorni saranno trascorsi i sei mesi di intervallo previsti dalla norma. Un tempo di attesa necessario all'Inps per verificare i dati dei futuri pensionati e poter così dare il nulla osta all'esodo. Nei prossimi mesi, entro la fine del 2019, sono previste circa altre 50 mila uscite, per un totale complessivo di poco inferiore alle 60 mila unità. Un bilancio inferiore ai 100 mila pensionamenti previste dal governo nella Relazione tecnica che accompagnava il decreto collegato alla legge di Bilancio di gennaio. Tanto che a fine anno, calcolando anche le domande presentate da dipendenti privati e autonomi, non si dovrebbe superare 200 mila nuovi pensionamenti, con una minore spesa di 1,1 miliardi di euro per le casse dello Stato. Chi sta seguendo il dossier quota 100 stima che oltre la metà dei neo pensionati della Pa è collegato agli enti locali, mentre un quarto della platea provengono da Servizio sanitario nazionale. Circa mille sono invece i ministeriali pronti alla pensione, mentre il grande esodo dei dipendenti della scuola è previsto per settembre, quando se ne andranno in 15 mila.
IL PERCORSO
Il governo ha garantito che le uscite saranno compensate al 100% e fonti del Tesoro confermano che, già adesso, gli enti locali possono procedere con le assunzioni, mentre gli uffici centrali dell'Amministrazione pubblica potranno farlo a partire da novembre. Tornando all'operazione quota 100, occorre ricordare che la riforma prevede una forte accelerazione nell'erogazione dei Tfr. I dipendenti pubblici potranno infatti ottenere, senza il vincolo del differimento, l'intero ammontare dei propri soldi fino a 45 mila euro entro 75 giorni. Come funzionerà la procedura? In pratica il lavoratore, dopo aver ricevuto dall'ente erogatore della liquidazione la certificazione del diritto ad avvalersi dell'anticipazione, potrà rivolgersi direttamente ad uno degli istituti di credito che aderiscono all'accordo che il governo ha stretto con l'Abi (l'associazione bancaria italiana) che, una volta ricevuta la conferma da parte dell'ente erogatore della sussistenza dei presupposti per l'anticipazione, entro quindici giorni liquiderà al pensionato quanto dovuto. Il Dpcm prevede che tra la data di presentazione della domanda di rilascio della certificazione all'ente erogatore e la data di accredito dell'anticipazione debbano trascorrere, appunto, non più di 75 giorni, ai quali vanno aggiunti i tempi di presentazione da parte dell'interessato della domanda di anticipazione all'istituto di credito prescelto ed i tempi di istruttoria interna da parte della banca. Tecnicamente, l'anticipazione effettuata dalla banca costituisce un contratto di finanziamento, nel quale la restituzione delle somme viene effettuata, secondo la disciplina della cessione di credito, direttamente dall'ente erogatore del Tfr mediante il versamento all'istituto di credito, anziché pensionato, della quota di liquidazione oggetto di anticipazione.