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Pescara, 23/11/2024
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01/08/2019
Il Centro
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L'Italia è ferma, il Pil non sale. Continua la fase di stagnazione. Il dato Istat migliore delle attese, si aspettava un calo dello 0,1%. Tria: «Lo 0,2% è raggiungibile». Rallenta l'inflazione. Di Maio: «Tagliare il cuneo fiscale». Il Pd: «Il governo uccide l'economia» |
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ROMA L'Italia resta ancora a crescita «zero». I dati Istat del secondo trimestre hanno certificato un'economia in una «fase di sostanziale stagnazione» accompagnata da un'inflazione contenuta allo 0,5%. Si conferma la distanza con l'Eurozona, che cresce poco ma ha segnato un +0,2 (dal +0,4% del primo trimestre). Il ministro dell'economia Giovanni Tria però considera ancora «raggiungibile» a fine anno un Pil a +0,2% come previsto dal Def. «Sebbene il quadro internazionale rimanga complesso, la crescita dell'economia italiana dovrebbe gradualmente riprendere nella seconda metà dell'anno» fa dettare in una nota del Mef. Il ministro confida che le misure prese dal Governo «sosterranno la domanda interna nel secondo semestre». In più «le condizioni finanziarie sono fortemente migliorate negli ultimi due mesi». La tranquillità del ministro è stata condivisa dai mercati. Lo «zero» certificato dall'Istat non ha emozionato né spread né mercati che, in realtà si aspettavano un segno meno: Borsa Milano non ha reagito e il differenziale si è mantenuto composto sotto i 200 punti. Più reattivi i commenti politici. Le opposizioni accusano il Governo «zero assoluto» di «manifesta incapacità» (Mulè, Fi) e di «uccidere la speranza degli italiani» (Zingaretti, Pd). Mariastella Gelmini e Francesco Boccia continuano a ricordare al premier Conte la battuta sul 2019 «anno bellissimo», che l'Istat continua a non rilevare. Di Maio chiede al suo Governo una «spinta maggiore» e prende la palla al balzo per ribattere sulla necessità di un «taglio del cuneo fiscale alle imprese». Confindustria vuole anche lei il «taglio del cuneo». Il capoeconomista degli Industriali Andrea Montanino, dice che «il cuneo fiscale» bisogna «tagliarlo a favore dei lavoratori» per «mettere più soldi in busta paga». Gli industriali sono comunque preoccupati e con i dati di ieri «l'anno - dice Montanino - resta compromesso». Tornando all'esame dei numeri, l'Istituto di Statistica registra, nel secondo trimestre 2019 un Pil rimasto fermo sia rispetto al trimestre precedente, sia rispetto allo stesso trimestre del 2018 con una crescita acquisita nulla. L'Italia è affezionata al livello «zero» ormai da cinque trimestri con una consolazione: si è passati da una fase di «recessione tecnica» (tre trimestri successivi a segno meno) a una fase di «stagnazione» segnata da un timido +0,1% del periodo gennaio-marzo seguito da un aprile-giugno tornato allo «zero virgola zero». A livello tendenziale si esce dal precedente segno meno (-0,1%) allineandosi allo zero anche su base annuale. Per dovere di precisione l'Istat fa sapere che lo «zero» congiunturale è, in realtà, un po' più di «zero» (c'è stato un arrotondamento per difetto a fronte di circa 100 milioni di valore in più prodotti) mentre lo «zero» tendenziale è frutto di un arrotondamento per difetto (si sono persi circa 180 milioni di euro).
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