L'AQUILA Prosegue il braccio di ferro tra il Comune dell'Aquila e la società consortile (a responsabilità limitata) "Mobilità e Parcheggi" che ha gestito a lungo il terminal di Santa Maria di Collemaggio.Pomo della discordia, in questo specifico giudizio, l'asserito credito dell'ente locale per oltre 800mila euro. La novità sta nel fatto che nei giorni scorsi l'ente, tramite l'ufficio legale, diretto dall'avvocato Domenico de Nardis, ha chiesto al tribunale il fallimento della società. Che, naturalmente, avrà modo nelle varie udienze di contestare le pretese avanzate dall'ente. La causa è stata già assegnata a un giudice, ma la prima udienza non è stata fissata.La richiesta di fallimento poggia su ingiunzioni di pagamento che ci sono state negli ultimi anni cui ha fatto seguito anche il provvedimento di revoca della concessione.Secondo i ricorrenti non vi è stato alcun modo di recuperare quelle somme e si desume, ma questo va provato, che la società versi in una tale situazione di insolvenza, certamente non voluta, tale da non potere adempiere alle proprie obbligazioni.Il Comune, inoltre, ritiene possibile il rischio che i beni della società possano venir meno. Fin qui le motivazioni su cui poggia il ricorso.Il ricorso del Comune dell'Aquila, su mandato del sindaco stesso, arriva dopo la sentenza del Consiglio di Stato, e quindi definitiva, che ha respinto la richiesta sospensiva M&P contro il provvedimento di revoca della concessione del parcheggio di Collemaggio e degli altri parcheggi sul territorio comunale. Un iter giudiziario che ha marciato con una rapidità inconsueta.Attualmente l'area del megaparcheggio è spesso oggetto di segnalazioni di degrado soprattutto dopo la revoca della gestione.Questo perché il Comune non è ancora rientrato fisicamente in possesso della struttura. Nei giorni scorsi, infatti, si è tenuto il primo incontro tecnico per la predisposizione del cosiddetto verbale di consistenza, per il passaggio delle consegne, che presumibilmente si farà entro agosto. Di qui la gestione provvisoria da parte del Comune, con il coinvolgimento dell'Ama, e poi il bando per il nuovo affidamento.Resta irrisolto il grave problema occupazionale dei dipendenti della società estromessa dalla gestione della struttura.