L'AQUILA - Una brusca frenata per l'intenzione da parte della Regione Abruzzo di inserire la tratta autobus Giulianova-Teramo-L'Aquila-Roma tra quelle a contribuzione pubblica, in qualità diservizio essenziale: una sentenza del Tribunale amministrativo regionale di Pescara, pubblicata ieri, ha stabilito che "nei servizi minimi non possono essere comprese le tratte commercialmente convenienti", e dunque devono essere lasciate al libera concorrenza. Il ricorso è stato presentato dalle società Prontobus e Gaspari. A darne notizia il quotidiano Il Centro. Ad essere impugnata la delibera 848/C del 28 dicembre del 2017, approvata dalla giunta D'Alfonso.
Il 26 luglio era stata battaglia in consiglio regionale in occasione dell'approvazione del progetto di legge "Disposizioni in materia di servizi minimi del trasporto pubblico locale", che intendeva sancire come trasporto pubblico essenziale, finanziato con soldi pubblici, quelli della società regionale dei trasporti Tua, le corse autobus Giulianova-Teramo-L’Aquila-Roma. Evitando così di dover competere con i privati, in regime di concorrenza, affidando la tratta alla società Sangritana, controllata dalla Tua.
La norma è stata presentata dal sottosegretario con delega ai trasporti D'Annuntiis, di Forza Italia, sostenuta dalla Cgil, avversata invece da Uil e Cisl e dal Partito democratico e Movimento 5 stelle. Alla fine è passata solo una proroga dell'attuale assetto, fino al 3 dicembre. Il fronte contrario alla norma ha sostenuto che il costo per le casse della regione sarebbe stato di quasi due milioni di euro l'anno, e che si avebbe la conseguenza, per far quadrare i conti, di tagliare oltre 1,8 milioni di chilomenelle aree interne.
Il Tar nella sentenza ha richiamato la norma comunitaria che vieta di individuare nei servizi minimi le tratte che sono convenienti dal punto di vista commerciale e che sono da pertanto da restituire al mercato.
In una nota D'Annunitiis afferma che "l'onorevole Camillo D’Alessandro, fuggito a Roma per evitare il giudizio dei cittadini, pensa di addossare la responsabilità alla Giunta Marsilio dimenticando che è stato lui l’ispiratore della delibera impugnata. Ritengo che tale sentenza possa aiutare a risolvere una situazione , tra le tante , che la giunta D’Alfonso ha scaricato sulla nuova amministrazione regionale.
Concludo dicendo che se c’è qualcuno che dovrebbe dimettersi è colui che ha provocato tale situazione per poi fuggire coraggiosamente in parlamento senza ripresentatarsi al giudizio degli elettori abruzzesi. D’Alessandro stia tranquillo , ci faremo carico anche dei suoi errori.